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Dall'Abruzzo in 1.400 sui pullman di Cgil e Uil per la manifestazione di protesta contro la legge di bilancio

Lo hanno fatto sapere le due associazioni sindacali in vista della manifestazione “Insieme per la giustizia” del 16 dicembre prossimo

Trenta pullman e oltre 1.400 persone partiranno dall'Abruzzo verso Roma il 16 dicembre prossimo in occasione della manifestazione nazionale dal titolo “Insieme per la giustizia” promossa da Cgil e Uil nell'ambito dello sciopero generale proclamato contro la legge di bilancio. Lo hanno fatto sapere gli stessi sindacati abruzzesi e molisani per la manifestazione che si terrà in altre quattro città italiane ovvero Milano, Bari, Cagliari e Palermo con lavoratori che rappresenteranno tutti i settori che aderiscono allo sciopero. Fra i temi contestati le aliquote Irpef, pensioni, precariato e delocalizzazioni.

Il segretario generale della Cgil Abruzzo Molise Carmine Ranieri, e quello della Uil Abruzzo Michele Lombardo:

“Chiedevamo che la riduzione delle tasse partisse da coloro che non riescono ad arrivare alla fine del mese e invece di fatto si danno risorse a chi sta già meglio: questa manovra non aiuterà lavoratori dipendenti e pensionati, cioè coloro che hanno un reddito più basso e non vi è traccia di misure che rafforzino il contrasto all'evasione fiscale." Anche per le pensioni, spiegano i segretari, occorre una riforma organica che guardi ai giovani:

"Chi ha iniziato a lavorare dopo il 1996, se non verrà modificata la legge Fornero, sarà fortemente penalizzato e, si stima, nel 60% dei casi si ritroverà con un importo di pensione sotto la soglia di povertà. Se da un lato mancano garanzie per i giovani che sempre più vivono di lavori precari e discontinui, dall’altro “e risorse previste per Ape social e lavori gravosi saranno insufficienti per garantire un reale allargamento alle nuove categorie di lavoro gravose, impedendo di fatto un accesso anticipato alla pensione anche a molti lavoratori precoci.”

I sindacati avevano anche chiesto al Governo un tavolo di concertazione per il lavoro precario, che domina la scena del mercato post pandemia senza stabilità, ma l'esecutivo non avrebbe messo in campo alcuna misura su questo fronte:

“È indispensabile, inoltre, che il Governo attui una politica industriale forte, considerando che le imprese stanno delocalizzando e stanno abbandonando l’Italia. Della legge sulle delocalizzazioni si parla da tempo, ma non vediamo proposte concrete. Non vediamo una politica industriale che cerchi di salvaguardare l’occupazione. Bisogna invece lavorare, soprattutto attraverso la transizione ecologica e digitale, per creare nuove filiere occupazionali. Ci aspettavamo una legge di bilancio che andasse in questa direzione”

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