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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Marinerie, Scordella: "Mai minacciato nessuno, ma se dobbiamo sparire abbiano il coraggio di dircelo"

Il presidente dell'associazione armatori di Pescara è intervenuto all'incontro della categoria con i sindacati e le associazioni tenutosi a Cesenatico per ribadire che lo sciopero è pacifico, ma che senza soluzioni non ci sarà futuro né per gli armatori né per gli imbarcati

“Non abbiamo minacciato nessuno, abbiamo portato solo al nostra voce per dire che così non si va avanti. Ci stanno togliendo la dignità e ci stanno facendo scannare tra di noi. Se dobbiamo sparire ce lo dovete dire”. E' andato fino a Cesenatico Francesco Scordella, presidente dell'associazione armatori di Pescara per sottolineare nel corso di un incontro tra la marineria, le associazioni e i sindacati che, a differenza di quanto detto da alcuni e apparso anche sui quotidiani emiliani con l'intervento persino del presidente della Regione Stefano Bonaccini come riportato anche su CesensaToday, nessuno ha minacciato nessuno e che la campagna portata avanti per tutta la settimana che ha visto lui e alcuni altri rappresentanti delle marinerie del medio e basso adriatico, a cominciare dal Francesco Caldaroni che le marinerie italiane le rappresenta tutte, è stata improntata al dialogo.

Le marinerie, alla fine, si sono fermate e hanno manifestato già da Ancona bloccando il porto per ore con lo scopo, ha ricordato Scordella, di dare un segnale importante al governo e far capire la disperazione in cui versa l'intero settore. “Io rappresento una categoria e le cose che vengono dette non sono vere. Sui tavoli ci vanno sempre i soliti, con tutto il rispetto per le associazioni”, ha detto in riferimento al documento che loro hanno presentato al governo e che, sostiene, non risolve i problemi veramente importanti. Quello principale resta del caro gasolio che è aumentato ancora arrivando a 1 euro e 25 centesimi. “Se continua così siamo morti – ha detto alla platea Scordella -. Noi ci stiamo indebitando, non possiamo calcolare i danni cui andiamo incontro e neanche sapere come fare a tenere i posti dei lavoro degli imbarcati”. L'invito è quindi quello di non fare battaglie interne, ma di continuare ad andare avanti compatti. “La situazione è brutta. Dobbiamo scioperare, ma dobbiamo farci sentire ancora di più. Io non sono venuto a minacciare”, ha ribadito. “Ci hanno tolto il sangue, non dobbiamo fare battaglie tra di noi. Lo so che stare fermi non è facile: gli aiuti devono arrivare immediatamente”.

Quindi l'attacco alle istituzioni per la mancata presenza al tavolo di crisi di un rappresentante della categoria e che si è concluso con l'incontro, in strada, torna a sottolineare, con il sottosegretario del ministero dell'agricoltura Francesco Battistoni. “Dobbiamo essere uniti: se l'Emilia è compatta allora sì che iniziamo ad aver un percorso con uno spiraglio. Le associazioni faranno il loro lavoro, ma sul nostro futuro ci devono dire la verità”, ha aggiunto invitando tutti gli armatori a restare in banchina. Per Scordella è ora che il ministro Stefano Patuanelli faccia la sua parte e prenda lui parte ai tavoli di crisi “cui non si è mai presentato”. “Oggi io non dovevo essere qui, dovete comprenderlo da soli – ha concluso -: non devo fare 100mila chilometri per convincervi che l'unica soluzione è scioperare con dignità. Noi non chiediamo l'elemosina ed è vergognoso che non ci sia una copertura per gli imbarcati per cui alla fine si dovrà licenziare: mi piange il cuore vedere padri di famiglia a terra”.

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