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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Marineria, Scordella: "Aiuti solo sulla carta nel silenzio dei sindacati, tra poco niente gasolio e lavoratori"

Il presidente dell'associazione armatori: "Dobbiamo solo pagare, gli aiuti li vedremo a fine anno, non è possibile attuare la cassa integrazione e il mercato è fermo dato che le famiglie hanno gravi difficoltà e comprare pesce non è di certo una priorità"

“Sindacati non pervenuti, associazioni non pervenute: per le marinerie non è cambiato nulla, anzi la situazione continua a peggiorare e ormai si lavora solo per forza di inerzia”. Il presidente dell'associazione armatori di Pescara Francesco Scordella torna a denunciare l'assenza di attenzione verso il settore al quale di quanto fin qui stabilito per sostenerlo, “non è arrivato niente e a breve i marittimi potrebbero anche non venire più a lavorare perché pagarli è impossibile dato che non è stata attivata la cassa integrazione per gli imbarcati”. Non solo: “il credito di imposta non è stato ancora attuato perché manca la circolare, il gasolio sta sempre ad un euro e in altre zone d'Italia c'è già chi non può uscire in mare: il gasolio non viene fornito perché non sono in grado di pagarlo. Cosa che rischiamo accada presto anche qui e il rischio è davvero molto alto”, aggiunge.

E' un urlo di rabbia e disperazione quello che torna a lanciare Scordella lamentando l'assenza, in questa battaglia, di sindacati e associazioni. “Gli aiuti promessi arriveranno solo a fine anno. Parliamo di 15 milioni di euro che si traducono in 7-8mila euro per gli armatori più grandi e 2.500-3.000 per i più piccoli. Oggi può lavorare e male, solo chi ha più forza economica, ma anche quella non è per sempre. A questo si aggiunge il fatto che il pesce non si vende. Alcune delle aziende che riforniamo mi hanno detto di uscire per non più di due tre giorni perché il mercato non c'è. Le famiglie sono economicamente disastrate: comprano pasta e olio di certo non il pesce”. Altro problema quello della mancata liquidazione del fermo biologico del 2021 che potrebbe almeno tamponare la situazione: “prima veniva pagato dopo due o tre mesi, ora dopo un anno, ma vista la situazione emergenziale sarebbe il caso di emanare i pagamenti dato che i documenti sono stati già tutti consegnati. In un quadro in cui – incalza Scordella – da fine gennaio a fine marzo abbiamo lavorato forse 25 giorni e ci si chiede di adempiere a tutti i pagamenti, F24 incluso, la situazione si fa sempre più insostenibile dato che a noi, di soldi, non ne sono arrivati e per uscire in mare le risorse economiche sono fondamentali come il caro gasolio e ora la mancanza di rifornimenti conferma. Si inizia a mormorare la richiesta di un fermo facoltativo cioè che chi vuole possa anticipare quei 40 giorni nella speranza che nel frattempo la guerra in Ucraina finisca e il prezzo del gasolio torni a 60 centesimi”. Una soluzione, questa, che sarebbe utile soprattutto per i pescherecci più grandi che sostengono spese maggiori e non hanno modo di compensare la spesa con la resa. Tante parole dunque, conclude Scordella, ma per il settore, ad oggi, aiuti non se ne sono visti.

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