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Caro bollette, le farmacie potrebbero limitarsi all'orario minimo garantito e per i piccoli Comuni sarebbe un problema

A spiegarlo è il presidente Federfarma Pescara Fabrizio Zenobii che parla di un aumento del 120 per cento sulla bolletta di agosto: si cercano soluzioni, ma il problema fa sentire il suo peso

Anche per le farmacie quello dell'aumento dei costi dell'energia “è un problema enorme” e se una soluzione non arriverà “si rischia di abbattere il servizio. Alla lunga saremmo costretti visti i costi della struttura”.

A dichiararlo è Fabrizio Zenobii, presidente Federfarma Pescara che sottolinea come, qualora si dovesse arrivare ad applicare alle farmacie quello che potremmo definire “il modello Parigi” lì dove il Comune ha deciso di spegnere le luci dei monumenti alle 22, si potrebbe tornare all'orario minimo che comunque deve essere garantito. Orari che variano da regione a regione, e che in Abruzzo si aggira intorno alle 7 ore e mezza con mezza giornata di chiusura alla settimana. "A Pescara - spiega - facevamo un sabato aperti e uno no. Ora siamo aperti quasi tutti, tutti i giorni almeno 9 ore".

Un problema che magari, a Pescara, potrebbe essere non sentito, ma in un piccolo Comune sì. Per avere accesso ad un farmaco, qualora già si fosse abbassata la saracinesca, spiega il presidente Federfarma, si dovrebbe aspettare il giorno dopo o, in caso di emergenza, andare a prenderlo in un Comune più grande. “La bolletta di agosto è aumentata del 120 per cento – spiega Zenobii -. Ho visto colleghi qui da noi e in tutta Italia che ne hanno ricevute dai 3mila agli 11mila euro. Come categoria si stanno ipotizzando dei sistemi di controllo e, se possibile, accedere insieme all'acquisizione di energia a pacchetti”. Una soluzione possibile per evitare disagi che nessuno vuole creare. 

D'altra parte una farmacia non può interrompere il servizio, né intervenire sulla dinamica dei pezzi: “non possiamo ovviamente aumentarli per contenere le spese. La farmacia è un'azienda anticiclica – spiega il presidente Federfarma -. Parliamo di un mercato stabile che ha però una compressione dei margini legati a costi non modificabili: il listino prezzi è quello e va rispettato non è che mi sveglio la mattina e lo cambio”, semplifica. C'è poi una catena del freddo da mantenere per alcuni farmaci e di certo non si può pensare ad interromperla. L'unica soluzione, alla lunga, potrebbe dunque essere quella di ridurre le ore di apertura che su una città come Pescara, conclude Zenobii, avrebbe di certo un impatto minore dato che ce ne sono tante e vicine, ma in un Comune di provincia con 1.500 abitanti dove la farmacia è una, il disagio sarebbe innegabile.

Insomma anche le farmacie, come tutti, a cominciare dalle famiglie pagano lo scotto del caro bollette e ancora una vola le conseguenze di decisioni drastiche ricadrebbero sui cittadini e uno dei loro diritti primari: quello ad avere accesso alle cure e dunque anche alle medicine.

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