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Caro bollette, Arci: "Circoli a rischio con gravi conseguenze sociali"

La denuncia e l'appello del presidente Tiberio: "Siamo un punto di riferimento per i giovani in questo momento di grande difficoltà, il Governo ne tenga conto"

I circoli abruzzesi dell'Arci potrebbero rimanere al buio.. Non è una protesta contro il caro bollette, ma la conseguenza che questo potrebbe avere sulle sedi territoriali dell'associazione. denunciarlo è il presidente dell'Arci Abruzzo Valerio Antonio Tiberio. “Abbiamo avviato una riflessione a livello regionale sulla sostenibilità energetica ed ambientale delle nostre sedi, volta anche alla condivisione delle buone prassi che già ci sono, ma questo deve essere inserito in un gioco di squadra che vede istituzioni, operatori economici e politica impegnati ad una seria revisione delle politiche energetiche – spiega – Gli aumenti dei costi dell’energia riducono drasticamente il potere di spesa delle famiglie per la cultura, lo sport, il tempo libero, il gioco e lo spettacolo, con conseguenze gravi specie per le giovani generazioni. I circoli culturali e ricreativi sono fondamentali per dare una risposta a queste nuove esigenze, ma vanno aiutati a resistere ai vertiginosi aumenti delle bollette: il Governo tenga in conto di questa necessità”.

Dietro il caro bollette si nasconde molto di più, denuncia l'associazione, ovvero il rischio di aggravare ancora di più quel disagio sociale che, con il Covid, non ha fatto altro che aggravarsi. “I dati che ci riportano le nostre associazioni – si legge nella nota dell'Arci – mostrano un forte aumento delle condizioni di disagio sociale e mostrano i segni della disaggregazione di legami sociali e di un generalizzato smarrimento della motivazione verso la partecipazione e le relazioni solidali. Questo quadro è ulteriormente aggravato dalla crisi energetica che si è indistintamente abbattuta sulle famiglie, sulle realtà economiche e sul terzo settore mettendo a rischio l’apporto di tutti alla ricostruzione delle comunità post pandemia. Dopo due anni di grandi sacrifici, il drastico aumento dei costi delle utenze, in media salito di oltre il 40 per cento, rischia di compromettere seriamente le possibilità di tenuta della rete circolistica che invece è uno degli attori strategici per la messa a terra di politiche di sostegno per le fasce più deboli della popolazione e di aiuto per tutte le persone a rischio di esclusione sociale”.

La riapertura di sedi e circoli, spiega quindi l'associazione, “sta restituendo alle comunità un luogo di ritrovo dove, oltre alle attività culturali, teatrali e musicali, nonché alle attività ricreative ed educative per bambini e ragazzi, le persone a rischio di marginalità sociale possono trovare aiuto e supporto. È indispensabile, quindi – conclude l'Arci – un investimento per sostenere queste reti di prossimità e con esse la ricreazione delle relazioni sociali perché non è rimandabile un intervento soprattutto con riferimento alle fasce di età dei più giovani e dei più anziani, più marcatamente colpite dalle conseguenze sociali della pandemia”.

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