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Giovedì, 25 Aprile 2024
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I sindacati di polizia tornano a denunciare la carenza di organico in questura: "Colleghi demotivati"

In una lettera i segretari dei sindacati Sap (Guerrieri), Siap (Ferri) e Fsp (Ronzone) illustrano le criticità attuali della questura di Pescara

I sindacati di polizia Sap, Siap e Fsp tornano a denunciare la situazione di criticità che da tempo si starebbe vivendo nella questura di Pescara.
I segretari delle organizzazioni sindacali parlano di «sofferenza di diverse articolazioni interne».

E lo fanno dopo alcuni incontri con il questore Luigi Liguori utili a discutere una serie di problematiche che riguardano la questura, «afflitta da un’endemica carenza di personale, aggravata da una disomogenea ripartizione dei carichi di lavoro, tanto nelle mansioni d’ufficio quanto negli impieghi nei servizi di controllo del territorio e/o di ordine pubblico e dalla situazione di particolare sofferenza che riguarda diverse articolazioni interne». 

Questo quanto fanno sapere dai sindacati: «La divisione Pasi è al centro di un’emergenza senza precedenti per la difficoltà di rilascio dei passaporti e, nonostante gli sforzi dei colleghi e i rinforzi di personale, la situazione permane difficile. A oggi il primo appuntamento utile prenotabile (non sempre è possibile) sul portale è per fine settembre 2023, situazione assolutamente inaccettabile per il cittadino, anche in previsione delle festività pasquali e del sopraggiungere del periodo estivo. Lo stesso ufficio Immigrazione, interessato da continue e costanti emergenze umanitarie in relazione agli sbarchi provenienti dal Nord Africa, al conflitto che interessa l’Ucraina e alle numerosissime situazioni di richieste di protezione internazionale in generale, soffre di un’importante diminuzione di personale che peraltro si aggraverà ulteriormente a breve con il pensionamento di altri due operatori. A tal proposito non possiamo fare a meno di sottolineare l’aggravio di lavoro cui è sottoposto il poco personale rimasto, oberato dalle aperture straordinarie delle attività di sportello, da poco anche dalle attività di  fotosegnalamento e, comunque, non risparmiato dallo svolgimento dei servizi ordinari disposti dal questore (es. vigilanza al Corpo di guardia, sfratti, servizi straordinari di controllo del territorio,  servizi di o.p.)». 

Poi dalle organizzazioni sindacali proseguono: «Un’altra situazione che desta notevole preoccupazione riguarda la divisione anticrimine, il cui personale è già ridotto al minimo indispensabile e a breve perderà altre tre unità per pensionamento. In questa articolazione uno dei casi più spinosi è quello del posto di polizia nell’ospedale civile di Pescara, dove solo “sulla carta” risultano assegnati tre colleghi, dal momento che uno è assente per motivi di salute da oltre un anno (e non si prevede un rientro a breve) e un secondo andrà in quiescenza nel mese di luglio (e deve ancora fruire del congedo ordinario maturato). In  relazione a quanto sopra lo stesso questore ha comunicato che il capo segreteria del dipartimento di pubblica sicurezza, in un recente incontro con tutti i questori, ha sollecitato un generale rafforzamento di tali presidi alla luce dei numerosi episodi di aggressione al personale sanitario verificatisi su tutto il territorio nazionale (e che non hanno risparmiato nemmeno Pescara). Nella circostanza,  tuttavia, lo stesso questore ha riferito di ritenere adeguato l’organico di tre operatori (che tre non sono), aggiungendo di aver sollecitato il dirigente della divisione anticrimine a provvedere al rinforzo con un’assegnazione interna, chiedendogli altresì di assicurare l’apertura del posto di polizia con orario 8/20 almeno fino a cessata emergenza, utilizzando esclusivamente il già carente  personale della divisione anticrimine. Tale soluzione “beffa”, pubblicizzata nella giornata di ieri anche sui media locali, a parere di queste organizzazioni sindacali non risulta essere tale, bensì cronicizza la già complicata distribuzione dei carichi di lavoro. Infatti, in tutto questo non può passare inosservato il fatto che solo il 14 gennaio, in occasione della visita del prefetto Francesco Messina nella questura di Pescara, il direttore centrale della Dac aveva sollecitato un rafforzamento della divisione anticrimine rilevando la necessità di avviare un percorso finalizzato all’adozione di misure patrimoniali nei confronti delle realtà criminali del territorio. Ebbene, nel posto di polizia dell’ospedale civile è stato assegnato proprio il responsabile dell’ufficio misure di prevenzione che, dunque, verrà definitivamente debilitato e un secondo operatore che risulta già destinatario di trasferimento ministeriale a domanda per altra specialità».  

Poi la nota prosegue: «Gli esempi di cui sopra sono solo una parte delle situazioni delicate che ci sono state rappresentate e che sono già state portate all’evidenza del questore. Si è persa, infatti, la buona abitudine di affiancare il personale prossimo alla quiescenza in alcune articolazioni “strategiche” prima dell’avvicendamento o, addirittura, in alcuni settori non viene assegnato il responsabile neppure dopo il pensionamento (uno degli esempi è il reparto cinofili dove dopo un mese dal pensionamento del responsabile non sono state effettuate assegnazioni). Al personale che chiede di frequentare corsi di specializzazione viene dato parere negativo “sennò li perdiamo per un  periodo..” e dall’altro lato i colleghi già formati attraverso corsi effettuati vengono assegnati ad altri incarichi, il tutto mentre la mancanza di programmazione e lungimiranza appare evidente nella distribuzione squilibrata del personale per ruoli all’interno delle varie articolazioni della questura  (basti pensare che dei 65 colleghi aventi la qualifica del ruolo ordinario degli ispettori solo in 20 concorrono alla rotazione nei servizi della questura)». 

Così concludono dai sindacati: «Altra criticità riguarda l’organizzazione del dispositivo di vigilanza del centro polifunzionale della polizia di Pescara cui è deputato il solo personale della questura assegnato all’ufficio di gabinetto, che risente a sua volta della grave carenza generalizzata. La pianificazione di tale  servizio viene “risolta” dal questore con l’utilizzo di colleghi di altre articolazioni, in violazione di norme specifiche inerenti l’informazione successiva alle organizzazioni sindacali sulla mobilità interna. Ciò, oltre a sottrarre il personale dalle specifiche mansioni di competenza, finisce per incidere in maniera  negativa sul servizio stesso, quanto mai delicato in questo momento storico come dimostrano anche i fatti accaduti nei giorni scorsi con un atto vandalico in corso di accertamento che ha causato il danneggiamento del vetro blindato dei locali utilizzati proprio dal personale preposto alla vigilanza.  
Quanto sopra, oltre alle diverse situazioni già oggetto di separate note o comunque di segnalazioni effettuate nelle commissioni paritetiche e nei momenti di confronto, descrive in maniera chiara la condizione di costante emergenza in cui il personale è chiamato a operare e il conseguente clima di demotivazione dei colleghi (dagli agenti ai funzionari), facilmente riscontrabile dall’elevato numero di istanze di trasferimento verso le cosiddette. “specialità” della provincia».

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