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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Pronto soccorso nel caos, il Nursind: posti letto a Penne e Popoli, sicurezza ed efficienza vanno garantiti

Dopo gli episodi di violenza e le tante denunce dei cittadini per le bibliche ore di attesa il sindacato scrive ai vertici Asl e la Regione: il presidio non può essere un reparto e va decongestionato anche, se serve, con accordi con le cliniche private convenzionate

Potenziare i posti letto degli ospedali di Popoli e Penne per trasferire i pazienti che non riescono a trovarne in quello di Pescara anche sottoscrivendo accordi con le cliniche private convenzionale al fine di liberare il pronto soccorso di Pescara dai ricoveri stabili che “impediscono di fornire all'utenza un servizio efficiente ed efficace con tempi di attesa ridotti” e potenziare il personale medico “anche tramite incentivi, utilizzando anche personale della Asl in regime straordinario”. Richieste chiare quelle che il Nursind, tramite il segretario provinciale Antonio Argentini, avanza all'Azienda sanitaria per decongestionare il pronto soccorso di Pescara dove quotidiane sono diventate le denunce dei cittadini per i tempi biblici di attesa, con il caso del 90enne Bruno D'Attanasio deceduto dopo otto ore in corsia senza essere visitato secondo quanto riferito dalla nipote Luciana Ferrone, e le aggressioni agli infermieri a volte, come nel caso del 42enne che si è visto arrivare un pugno in faccia con la frattura del setto nasale o ancora quando un giovane ha tirato fuori un coltello creando caos e minacciando i presenti.

Temi di cui proprio Argentini qualche giorno fa aveva parlato a IlPescara e che oggi si formalizzano in una lettera che il sindacato provinciale, a suo nome, ha inviato ai vertici della Asl, ai responsabili del pronto soccorso, ai vertici regionale e al presidente dell'Opi (Ordine delle professioni infermieristiche” con ad oggetto i “problemi di sovraffollamento dei pazienti a la carenza dei medici nel pronto soccorso di Pescara”. Una lettera in cui Argentini a nome del sindacato elenca le criticità che si riscontrano ogni giorno nel presidio. Criticità di cui, sottolinea, chi di dovere “è a conoscenza”. “L’elevato afflusso di pazienti risulta insostenibile in quanto gli spazi sono inadeguati per il numero dei pazienti da trattare: è impossibile rispettare le distanze di sicurezza – esordisce -. Il pronto soccorso non riesce più a fare il suo lavoro cioè quello di dare risposte rapide a richieste dei cittadini, in quanto si è trasformato in un reparto multidisciplinare che non fa solo accertamenti e prestazioni di emergenza per poi trasferirli nei reparti di competenza vista la carenza di posti letto nei reparti del pronto soccorso di Pescara di Pescara”, aggiunge sottolineando che mediamente vi stazionano tra i 70 e i 90 pazienti.

“È diventato un vero e proprio reparto che eroga diverse prestazioni come terapie, assistenza alberghiera, mediamente hanno una permanenza di 7- 9 giorni,tutto questo a discapito delle normali prestazioni di pronto soccorso”, prosegue Argentini. Situazione “che si traduce in un inaccettabile allungamento dei tempi di attesa dei vari codici-colore, che sono diventati troppo lunghi rispetto a quanto dettato dalle linee di indirizzo nazionale sul Triage intraospedaliero, con conseguente aumento del rischio di creare dei danni nei confronti dei pazienti e gli operatori, infatti si hanno difficoltà a rivalutare i pazienti”. “Inoltre si rilevano dei tempi di attesa elevati sia nella fase di accettazione (prima della presa in carico da parte del medico) e sia nelle dimissioni a domicilio, per cui i pazienti stazionano per lungo tempo con impossibilità di adeguato monitoraggio delle condizioni cliniche”.

“La riduzione dei posti letto e dei servizi nei presidi ospedalieri di Popoli e Penne perpetrata in questi anni - incalza il sindacato -, non ha fatto altro che accentrare il tutto presso il presidio di Pescara, portando ad un aumento esponenziale delle prestazioni presso lo stesso. Siccome il personale medico è insufficiente anche perché non reperibile sul mercato, ma anche perché viste le responsabilità e le possibili denunce, molti rinunciano a candidarsi ai vari avvisi e/o concorsi. Si ricorda che l’eccessivo stress psicofisico favorisce malattie e infortuni del personale e la possibilità di commettere errori, con l’impossibilità di assicurare un’assistenza adeguata, quindi esponendo in modo eccessivo a possibili denunce da parte degli utenti, ma favorendo le aggressioni al personale sia verbali che fisiche”. Nell'auspicare che i cittadini si rechino in pronto soccorso solo per reali urgente, il Nursind chiede dunque alla Asl di reperire nuovi posti letto a Popoli e Penne e anche tramite le convenzioni con le cliniche private per far fronte ad una situazione divenuta insostenibile dove troppe sono le tensioni e alti i rischi sia in termini di incolumità per gli operatori che in termini di errore nell'assistenza verso i pazienti. 

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