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Sabato, 20 Aprile 2024
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Inchiesta Rigopiano, le "dure" parole dell'avvocato di Feniello dopo la richiesta di archiviazione per Muriana

Il legale di Feniello infatti, Camillo Graziano, ha inviato una nota con la quale commenta gli ultimi sviluppi, del procedimento

La richiesta di archiviazione formulata dalla Procura di Pescara per Pierfrancesco Muriana, ex capo della locale Squadra Mobile, non è stata accolta con favore da Alessio Feniello, padre di Stefano, una delle vittime del disastro dell'hotel Rigopiano di Farindola.
Il legale di Feniello infatti, Camillo Graziano, ha inviato una nota con la quale commenta gli ultimi sviluppi, del procedimento. 

Questo quanto scrive l'avvocato Camillo Graziano: «Quando è iniziato il processo, il mio assistito Alessio Feniello mi disse una cosa: ho la sensazione che alla fine la colpa sarà stata di mio figlio che è andato in vacanza a Rigopiano. All'epoca lo presi come uno sfogo, lo sfogo di un padre che ha perso il bene più prezioso e non riesce più a ragionare. Oggi, però, anche io da legale comincio a pensare che un epilogo del genere non sia poi così fantasioso. A poco a poco, si sono susseguite una serie di situazioni che mi lasciano davvero l'amaro in bocca. Una serie di decisioni che hanno indirizzato il processo verso una strada che non promette bene. L'aver escluso la costituzione di parte civile nel processo del "depistaggio" ai parenti delle vittime ne è un esempio; un processo che, per evidenti connessioni, è stato adesso riunito a quello principale. O l'esclusione dei responsabili civili per un'applicazione letterale della norma, che complica in maniera indicibile la possibilità, in caso di condanna dei responsabili, di ottenere un risarcimento. Ho assistito, poi, a due decisioni che mi hanno lasciato attonito: l'archiviazione nei confronti del prefetto e dell'allora sottosegretario Chiavaroli, e adesso quella nei confronti di Muriana. I primi due, secondo il Gip, non avevano commesso alcun illecito quando hanno riferito alla famiglia Feniello che Stefano era vivo; nulla è a loro imputabile, in quanto mossi da buona fede e compassione umana. Muriana, invece, a quanto dicono i pubblici ministeri che hanno chiesto l'archiviazione, non era sereno quando gettava ombre su chi ha svolto le indagini, era in preda agli incubi quando scriveva il suo esposto, e quindi è da ritenere non imputabile. Mi fa specie che questa umanità, che Procura e tribunale hanno riconosciuto a queste persone, sia mancata nei confronti dei parenti delle vittime e, in particolare, nei confronti della famiglia Feniello. È noto che Alessio sta affrontando un processo per "violazione dei sigilli", poiché ha osato varcare una zona sottoposta a sequestro per portare i fiori nel luogo in cui Stefano ha perso la vita. Ebbene, il 3 novembre prossimo saremo nuovamente in tribunale, stavolta anche con la madre di Stefano, per lo stesso motivo, per un nuovo processo. Una famiglia distrutta dal dolore, alla quale però non si fanno sconti, nei confronti della quale non si considerano quegli aspetti umani che, a quanto pare, la Procura e il tribunale di Pescara dimostrano di conoscere. Ovviamente, la famiglia Feniello non cerca impunità e affronta con grande dignità entrambi i processi. Ma credo che una tale disparità di trattamento sia evidente. Probabilmente, in questo mondo il nome conta, e Feniello non è un nome così importante».

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