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Area di risulta, Italia Nostra torna a chiedere "il grande parco centrale della città"

L'associazione ambientalista torna a chiedere la realizzazione di un'area verde al centro di Pescara elencando i benefici di una scelta di questo tipo

L'associazione ambientalista Italia Nostra torna a chiedere la realizzazione di uno spazio verde nell'area di risulta di Pescara dopo che il bando comunale per la riqualificazione non ha ricevuto manifestazioni di interesse.
L'ultimo progetto, sul quale stanno lavorando sia il Comune che la Regione Abruzzo, è quello di costruire la nuova sede di quest'ultima in un'area di circa 9 metri quadrati tra il terminal bus e via Michelangelo.

Il progetto che ne era alla base del bando riprendeva quello messo a punto dalla precedente amministrazione comunale, ricordano da Italia Nostra, introducendovi alcune variazioni (più parcheggi, nuove strade, ecc.) che non ne hanno cambiato la impostazione: un equilibrio cercato tra la valorizzazione immobiliare interna all’area, il potenziamento della sua destinazione a parcheggio al di fuori di ogni ipotesi generale di mobilità, una residuale zona a parco e l’indifferenza sulla scelta dei servizi per la città.

«Come Italia Nostra», si legge in una nota, «insieme a vasta parte dell’opinione pubblica, ci siamo opposti sia alla prima che alla seconda versione del progetto che oggi viene archiviato, avendo mostrato la sua intrinseca fragilità sia in termini di dotazioni urbane che sul piano, tenacemente ricercato, dell’ offerta sul mercato immobiliare; l’attuale fase dello sviluppo urbano avrebbe dovuto suggerire di utilizzare questa grande occasione per valorizzare l’ampio quadrante centrale cittadino (che mostra la crisi delle sue tradizionali destinazioni e i segni della sua vetustà) piuttosto che immettervi ulteriori aree fabbricabili.
Per questo non saremo tra chi rimpiange la negativa conclusione del bando, prodotto di una idea di città confusa e debole, nella quale la grande opportunità costituita dalla disponibilità di 11 ettari liberi al centro della città è stata vista come mediazione al ribasso tra spinte contraddittorie; il maggior rimpianto resta per il tempo trascorso, per i trenta anni di inconcludenti iniziative e di sottovalutazione della funzione rigeneratrice che queste aree potevano e ancora possono avere al centro della zona più densamente edificata del medio adriatico».

Poi da Italia Nostra mostrano contrarietà al progetto della nuova sede della Regione: «Oltre alla evidente improvvisazione della proposta essa delinea uno scenario ancora diverso dai precedenti e, fino a ora, avversato da tutti; si punterebbe infatti su una forte concentrazione di uffici in area centrale col duplice effetto di un incremento dei flussi di traffico per il gran numero di impiegati qui richiamati e la occupazione di gran parte dei posti auto previsti, che, invece, venivano presentati come offerti alla clientela dell’area commerciale. Colpisce, inoltre, che questi uffici vengano intesi come intercambiabili con un grande servizio urbano, sociale o culturale, per il quale (senza mai nominarne la natura) era stata indicata un’area denominata “campo” Come se avere uffici che occupano parcheggi di giorno e al tramonto riconsegnano un’area deserta alla città, sia paragonabile a realizzare giardini, funzioni culturali e per l’incontro. La proposta, appena enunciata, sembra inoltre dover trovare la sua definizione, formale e finanziaria, forse incompatibile con l’utilizzo dei finanziamenti già disponibili».

Italia nostra ritiene che proprio oggi «è il momento di rilanciare l’unica proposta che è in campo dall’inizio, da quando le aree sono state acquisite e che ha avuto un grande ruolo anche nelle trattative con Ferrovie dello Stato, come raccontano ancora i testimoni: realizzare qui e ora il grande parco centrale della città. Questa proposta, che prende le mosse dalla antica mobilitazione per il “bosco in città”, non solo ha il consenso dei cittadini, ma è l’unica che esprime una compiuta idea di città, indica una strategia di intervento basata sul contrasto alle emergenze climatiche, sulla mitigazione dell’inquinamento e sulla valorizzazione delle aree circostanti che , a partire dagli elementi di qualità introdotti nell’area, possono essere oggetto di interventi di riqualificazione edilizia e di rinnovo dell’offerta commerciale. Questa idea si inserisce nella linea di radicale ridisegno delle città europee: dal parco di Gleisdreieck a Berlino, esteso per circa 26 ettari tra storici siti ferroviari della città, alle esperienze francesi e spagnole, alle stesse tendenze che in Italia si manifestano a Milano o a Verona».

Poi dall'associazione ambientalista citano un autorevolissimo studio condotto su 245 città ( cioè su un quarto della popolazione mondiale) che ha indicato tra i maggiori fattori di pressione ambientale il Pm 2,5 (polveri molto sottili, del diametro di 2,5 micron), attualmente responsabile di 3,2 milioni di decessi prematuri all’anno (che diverranno 6,2 milioni in assenza di misure adeguate) e le ondate di calore estivo, responsabili di 12 mila decessi prematuri/anno e di sofferenza per milioni di persone. Ai ritmi attuali dei cambiamenti climatici si stima che nel vicino 2050, si possa giungere a 260 mila decessi anno da stress termico. 
Nelle alberature cittadine esistenti (current stock of street trees) e nel loro incremento si individua la produzione dei maggiori benefici per la popolazione urbana, quali: contenimento delle ondate di calore; abbattimento del Pm 2,5; sequestro del carbonio per la mitigazione del clima; governo delle piogge intense; riduzione del rumore; benessere per la salute fisica e mentale; difesa del suolo; creazione di spazi per la ricreazione; aumento del valore economico delle abitazioni; incremento della bellezza urbana.

Così proseguono da Italia Nostra: «L’incremento della dotazione arborea, la necessità di finanziamenti adeguati per il verde pubblico concorrono dunque fortemente ai due principali obiettivi: l’abbattimento dell’inquinamento atmosferico e l’abbassamento delle temperature estive in ambiente urbano. Il parco centrale che proponiamo risponde pienamente a queste necessità ed opportunità. Facciamo notare,inoltre, che la proposta presenta un alto grado di fattibilità: l’investimento pubblico (dai 12 fino ai 17,9 milioni) potrebbe subito essere impiegato per la realizzazione del parco, con l’ambizione di farne una eccellenza nazionale, come e più degli esempi che abbiamo riportati: la disponibilità delle aree e di consistenti finanziamenti consentirebbe di avviare subito la progettazione, ripensando l’intorno in termini urbanistici e di mobilità (tenendo anche contro dei suoi sviluppi tecnologici) con una adeguata tempistica. In questo modo la città di Pescara si renderebbe coerente protagonista del Progetto Life + A_GreeNet per la rigenerazione verde della città del medio Adriatico, un progetto di 3,5 milioni finanziati, del quale la Regione Abruzzo è capolista, e la città di Pescara è beneficiaria: adattare la città di Pescara all’innalzamento delle temperature e alle ondate di calore attraverso un processo di de-sealing sulla area di risulta è mai come ora un dovere. Al contrario non cogliere questa opportunità dimostrerebbe la imbarazzante contraddizione di una Regione e un Comune che beneficiano di finanziamenti Ue come i progetti Life+ solo per facciata, promuovendo nei fatti azioni ad essi contrari. Per queste ragioni la nostra proposta, lungi dall’essere astratta come per anni è stata classificata senza un minimo di riscontro fattuale, si presenta come la più concretamente attuabile, garantisce di spendere denaro pubblico per realizzare un ambizioso fattore di rigenerazione dell’area centrale, ed indica una prospettiva di intervento per l’intera città improntato alla resilienza ed alla riconversione ecologica vera. Si apra pertanto, come previsto dalla normativa, il dibattito pubblico con la partecipazione dei cittadini e delle associazioni, perché, continuiamo a ricordarlo, la partecipazione, oltre a essere un alto momento di democrazia, è prevista, e dovuta, per trovare e condividere la migliore delle soluzioni possibili nel contesto attualizzato».

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