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Attualità Pineta Dannunziana

L'Archeoclub replica all'agronomo Colarossi sulla Pineta Dannunziana realizzata artificialmente dai D'Avalos nel 1500

L'associazione commenta le dichiarazioni dell'ordine provinciale degli agronomi relative che chiedono di togliere la denominazione di "riserva" e area protetta alla zona verde

L'Archeoclub Pescara interviene nel dibattito sollevato da Matteo Colarossi, presidente dell'ordine provinciale degli agronomi, riguardante la Pineta Dannunziana. In particolare Colarossi nei giorni scorsi, commentando l'incendio del primo agosto, aveva chiesto che l'area non fosse più classificata come riserva protetta, considerando che sarebbe nata artificialmente grazie alla famiglia D'Avalos attorno al 1500. L'associazione evidenzia come queste affermazioni importanti vadano supportate da basi storiche, archivistiche e bibliografiche che non sarebbero attualmente note. In particolare l'Archeoclub ricorda che i D'Avalos solo nel 1532 sono entrati in possesso effettivamente del feudo, con Costanza.

"A cosa si riferissero allora i boschi ereditati poco dopo da Ferrante d'Avalos nel 1546 per 15 tomoli verso Francavilla ( 3.243 mq) e 25 tomoli verso Montesilvano (8.100 mq.) e da dove arrivasse, allora, la grande quantità di legname necessaria per la costruzione della piazzaforte iniziata già dal 1557."

Le notizie di Colarossi, conclude l'associazione, stravolgerebbero le conoscenze che si hanno sulla potenza dei D'Avalos, che dimostrerebbero quindi di aver disposto (fra un debito e l’altro) di ricchezze ancora superiori a quelle pur ingenti sinora note. Risulterebbero infatti essere stati proprietari di una quantità immensa di territori in molte regioni lungo la costa poiché la fascia boschiva del Pinus halepensis della nostra pineta, si estendeva ininterrottamente dal Gargano sino a Rimini.

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