Coronavirus, l'analisi dei medici internisti ospedalieri: "In Abruzzo 65 focolai, indice contagio oltre soglia di allarme"
A rivelarlo è un'indagine condotta dalla Fadoi, la federazione medici internisti ospedalieri che hanno rielaborato i dati del ministero della Salute
L'incidenza dei casi di contagio da Covid-19 (Coronavirus) ogni 100 mila abitanti in Abruzzo è passato da 1,91 casi nella settimana tra il 29 giugno e il 5 luglio a 21,67 casi tra il 14 e il 20 settembre.
A rivelarlo è un'indagine condotta dalla Fadoi, la federazione medici internisti ospedalieri che hanno rielaborato i dati del ministero della Salute.
Dunque, come segnala il Fadoi, l'indice di contagiosità ovvero l'R con t, è salito da 0,7 a 1,26 dunque al di sopra della soglia di sicurezza stabilita in 1.
La federazione dei medici internisti inotre sottolinea come i focolai attivi a inizio estate fossero 2, mentre ora sono saliti a 65, dei quali 18 nell’ultima settimana. La Federazione ricorda anche come nella nostra regione ci sia il fattore popolazione “fragile”: in Abruzzo infatti il 24% degli abitanti è over 65 anni, e di questi il 42% con una o più malattie croniche ed il 24% con due o più malattie croniche.
In attesa di comprendere quanto possa incidere la riapertura delle scuole sull’andamento dell’epidemia da Covid-19, la Fadoi indica anche che, una delle armi più efficaci per arginare la diffusione del virus resta il contact tracing: «Nonostante il forte aumento dei casi e quindi dei contatti da tracciare e isolare per ciascun nuovo positivo, i “cacciatori di virus” delle Asl addetti al contact tracing sono riusciti a far partire il tracciamento dei contatti a rischio nel 100% dei casi. E questo con solo 0,8 addetti al tracciamento per 10mila abitanti, dotazione sotto lo standard minimo di riferimento che è di uno. Il rovescio della medaglia è che per 34 positivi accertati sui 168 della settimana non si è riusciti a risalire all’origine del contagio».