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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Valloreja (Amici della Russia): "Vogliamo essere operatori di pace non spacciatori di morte"

L'associazione al fianco della Croce rossa per sostenere il popolo ucraino: "Folle inviare armi, dove è finita la nostra vocazione diplomatica? Bisogna abbassare i toni"

“Vogliamo essere operatori di pace, non spacciatori di morte”. Così il presidente dell'associazione Amici della Russia Lorenzo Valloreja annuncia l'appoggio della stessa all'iniziativa promossa dalla Croce rossa italiana. Iniziativa con cui si stanno raccogliendo fondi per acquistare beni di prima necessità e medicinali da inviare al popolo ucraino e non le armi, sottolinea Valloreja. Per lui la scelta di inviarle è l'ennesimo gesto autolesionistico dell'Italia che ha compiuto una scelta, denuncia “in barba all'articolo 11 della Costituzione. Dove è finita la nostra vocazione diplomatica” si chiede ricordando la figura del sindaco di Firenze Giorgio La Pira “che con i suoi sandali francescani percorse centinaia di migliaia di chilometri mettendo d’accordo, intorno ad un tavolo, vietnamiti ed americani, israeliani ed egiziani?”. Per il presidente dell'associazione Amici della Russia inviare armi potrà solo”indispettire ancora di più Mosca allontanandola da ogni possibilità di soluzione pacifica”. “Armare la mano di donne e ragazzini con bombe molotov, così come distribuire fucili ai vecchi – incalza Valloreja - non è, né essere romantici, né aiutare una causa, è semplicemente consegnare alla morte certa il proprio popolo”.

Inviare armi, ribadisce, non giova a nessuno né alla Russia né all'Ucraina e neanche all'Italia legata ad entrambe le nazioni. Sanzioni e armi, aggiunge, potrebbero dunque provocare danni seri all'economia italiana e al fabbisogno di gas del Paese. Critiche, infine, anche all'attacco rivolto alla cultura a cominciare da quanto avvenuto all'università Bicocca dopo la cancellazione del corso su Dostoevskij, poi ripristinato, ma che non si terrà perché a dire no, dopo i fatti, è stato lo scrittore Paolo Nori che il corso avrbbe dovuto tenerlo. “Non ci siamo proprio, un Paese civile, degno di questo nome, non può comportarsi così – conclude Valloreja -. Bisogna abbassare i toni, creare iniziative e prerogative affinché le due nazioni in lotta possano trovare un accordo”. Di qui l'invito a sostenere la Croce rossa sostenendo il popolo russo con una donazione al conto corrente bancario del Cri IT93H0200803284000105889169, intestato appunto all'Associazione della Croce rossa italiana e con “emergenza Ucraina” nella causale.

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