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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Anche gli agronomi pescaresi contrari alle palme in via Pepe: "Scelta sbagliata da parte del Comune"

Il presidente degli agronomi e dottori forestali di Pescara Colarossi spiega le ragioni per cui la scelta di piantumare delle palme Washingtonia in via Pepe è sbagliata

No alle palme in via Pepe. Anche l'ordine degli agronomi e forestali di Pescara, con il presidente Colarossi, si dice contraria alla decisione dell'amministrazione comunale di piantumare le palme Washingtonia al posto dei lecci, per varie ragioni. Secondo gli agronomi, nonostante l'ordine sia stato convocato dall'amministrazione comunale per fornire un parere sulla scelta, e nonostante la contrarietà espressa per diversi motivi, si è deciso di proseguire con la piantumazione delle palme.

VIA PEPE, PALME AL POSTO DEI LECCI

Fra le principali ragioni, la possibilità che torni il punteruolo rosso, il parassita che diversi anni fa fece strage di palme in Abruzzo ed in molte località italiane considerando che il ministero della salute ha messo al bando l'unica molecola che era efficace per contrastare il parassita. In diverse località abruzzesi le palme Whashingtonia hanno già sostituito le palme delle canarie dopo la morte per il punteruolo, con risultati scoraggianti.

La scelta della Palma è sbagliata anche secondo le ultime linee guida dettate dall’agenda delle Nazioni Unite 2030 sulla sostenibilità, sull’abbattimento degli inquinanti e sulla gestione del verde urbano adottate dall’Ue e dal ministero dell’ambiente attraverso “La strategia nazionale del verde urbano” (2018) che riconosce infatti gli alberi e le foreste urbane quale riferimento strutturale e funzionale del verde urbano, in virtù della loro eterogeneità (lembi di bosco, viali alberati, grandi parchi, giardini, ville storiche, ecc.), e il loro ruolo quali fornitrici di servizi ecosistemici essenziali per il benessere dei cittadini e per la mitigazione dei cambiamenti climatici.

Gli agronomi, dunque, ribadiscono che occorre scegliere piante adatte al clima e suolo, che non siano suscettibili a fitopatie e che abbiano una buona capacità di fotosintesi, e le palme non rispondono a nessuna di queste caratteristiche, limitando la fotosintesi a soli 2 - 3 mesi l'anno a differenza delle latifoglie antinquinanti. Inoltre le palme di fatto non danno ombra. Su viale Pepe inoltre esisterebbe un vincolo paesaggistico che impone il mantenimento della forma degli alberi esistenti per la scelta di eventuali nuove specie.

Chiaramente i nostri dubbi vanno anche al dispendio economico nell’eliminazione di piante già attecchite e la spesa per le palme che, se fosse realmente così, circa 50.000 euro, avrebbe potuto garantire, a parità di spesa, 10 latifoglie per ogni
Whashingtonia comprata, andando a rinverdire diverse aree della città e aiuole con piante morte non ancora sostituite.

Colarossi si augura che l'amministrazione comunale torni sui propri passi ascoltando i consigli e le indicazioni fornite dall'ordine degli agronomi.

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