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L'appello degli agronomi abruzzesi: "No a nuove palme a Pescara, servono latifoglie antinquinanti"

Il presidente dell'ordine degli agronomi e dottori forestali Colarossi interviene in merito al dibattito riguardante le nuove ripiantumazioni in città

L'ordine dei dottori agronomi e dottori forestali di Pescara ha incontrato nei giorni scorsi l'amministrazione comunale, in particolare il sindaco Masci, il vicesindaco ed assessore Santilli alla presenza del responsabile del Verde Comunale il
Dott. Agronomo Mario Caudullo.

Presenti il presidente dell'ordine il dottor Colarossi ed il segretario, dottor Cortese. L'ordine ha accolto positivamente l'invito ad un confronto e dibattito riguardante le nuove ripiantumazioni che saranno effettuate in città, che aveva come tema la scelta delle piante e specie da reimpiantare a Pescara.

NUOVI PINI LUNGO LA RIVIERA SUD

Gli agronomi hanno espresso parere negativo alla piantumazione di nuove palme, in particolare della specie Washingtonia, mentre ha espresso parere positivo per altri alberi come le latifoglie temperate antinquinanti, specificando che il problema del punteruolo rosso, il parassita che ha decimato il patrimonio di palme in città, non è assolutamente risolto in modo definitivo:

Alcune cittadine, anche abruzzesi, hanno di recente sostituito le Palme morte con la Washingtonia con il
risultato di vederle in poco tempo attaccate e portate a morte. Tra l’altro le Palme sono piante di zone desertiche-tropicali che mal si adattano al freddo e all’umidità del nostro clima temperato. Per fortuna abbiamo tantissime specie impiantabili che fioriscono, mutano secondo le stagioni e oltre agli effetti benefici per l’inquinamento e per il clima, sono anche belle esteticamente. Ciliegi giapponesi, meli da fiore, largestroemie, farnie, ontani, aceri, liriodendri, gingko, magnolie, tigli e pioppi devono essere le piante da impiantare.

Per il lungomare, spiega Colarossi, si dovrebbero invece prediligere tamerici, corbezzoli e pioppi.

Questa deve essere la strada maestra al fine di evitare pericolosi errori progettuali e sperpero di denaro pubblico

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