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Martedì, 23 Aprile 2024
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Ennesima aggressione in carcere, il sindacato Sappe parla di "altissima tensione": due le azioni che vanno subito attuate

Per il segretario regionale Capece è ora di riaprire gli ospedali psichiatrici giudiziari e di espellere i detenuti stranieri perché scontino la pena nel loro Paese: quello del sovraffollamento è un problema che non solo non è stato risolto, denuncia, ma che al contrario peggiora

Carceri abruzzesi ad “altissima tensione” e l'episodio di Pescara dove un detenuto ha aggredito due agenti della polizia penitenziaria con uno sgabello con tale violenza che uno di loro ha riportato fratture alle dita, ne è per il Sappe (Sindacato autonomo polizia penitenziaria), l'ennesima dimostrazione. Per il sindacato non è più rinviabile un intervento deciso e questo passa per due azioni in particolare: far scontare ai cittadini stranieri la pena nel loro Paese e riaprire gli ospedali psichiatrici giudiziari per trasferire lì i carcerati che hanno di questo problemi.

Oltre 1.800 i detenuti che si trovano nelle case circondariali della regione e il numero delle aggressioni o comunque delle situazioni critiche “continua inesorabilmente a salire”, denuncia il segretario generale del sindacato Donato Capece. “Ogni giorno nelle carceri abruzzesi succede qualcosa ed è quasi diventato ordinario denunciare quel che accade tra le sbarre”, sottolinea.

Per il Sappe se “le carceri sono diventate un colabrodo” è per “le precise responsabilità di ha creduto che allargare a dismisura le maglie del trattamento a discapito della sicurezza interna ed in danno delle donne e degli uomini della polizia penitenziaria. Sono decenni che chiediamo l’espulsione dei detenuti stranieri, un terzo degli attuali presenti in Italia, per fare scontare loro, nelle loro carceri, le pene come anche prevedere la riapertura degli ospedali psichiatrici giudiziari dove mettere i detenuti con problemi psichiatrici, sempre più numerosi conclude Capece -, oggi presenti nel circuito detentivo ordinario”.

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