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Tiboni (Premi Flaiano) sull'affidamento dei lavori per la riqualificazione del Mediamuseum: "Dal Comune un silenzio assordante"

La presidente dei premi e della fondazione Flaiano torna a criticare l'amministrazione per la mancata di condivisione su tutto l'iter del progetto che prevede la riqualificazione di piazza Alessandrini e interventi strutturali sull'ex tribunale: nessuna comunicazione sull'aggiudicazione dell'appalto

“La fondazione Tiboni ha appreso soltanto dagli organi di stampa che sono stati affidati i lavori di riqualificazione del Mediamuseum-Museo del Cinema e della antistante piazza Alessandrini. Il Comune non ha inviato alcuna comunicazione alla fondazione (eppure esiste un contratto d’uso) e non ne ha nemmeno condiviso il progetto, eccetto per un disegno da Masha e Orso che viene mostrato da mesi. Ancora un atteggiamento che sembra più divisivo che collaborativo, che finalmente chiarisce i rapporti tra fondazione e Comune di Pescara”.

Questo il commento della presidente Carla Tiboni alla notizia dell'affidamento dei lavori così come deciso tramite determina dirigenziale pubblicata sull'albo pretorio e riportata da IlPescara.

"L’intervento più importante riguarderà la piazza, stravolta nell’originale progetto del grande architetto Eugenio Montuori, per intenderci colui che progettò anche la Stazione Termini, perché pone al centro della piazza un obelisco cui nessuno ha mai dato granché importanza e che impedisci la vocazione aggregativa della piazza stessa. Poteva essere trovata una collocazione diversa per l’obelisco. L la soprintendenza ha detto no, quindi non si può’ discutere, ma questo chi lo dice – chiede oggi la fondazione -. Passando al Mediamuseum la riqualificazione sarà invece di natura prettamente strutturale, si legge sempre dalle notizie di stampa; quindi si deve supporre che la facciata con sembianze da 'centro sociale', resterà tale".

Chiarimenti sulle perplessità sollevate sul progetto le chiediamo direttamente a lei, dato che quando fu presentato in Comune era presente. Già al tempo, va ricordato, le polemiche non erano mancate perché quel progetto, aveva avuto modo di lamentare Tiboni, non era stato affatto condiviso con la fondazione. Un concetto che torna a ribadire: "quando vi fu la presentazione del progetto, la fondazione non era stata messa al corrente del contenuto del progetto, tant'è che all'epoca alla presenza dell'architetto Trisi responsabile del settore lavori pubblici del Comune, fu mostrato solo il noto disegno. I particolari dei lavori, e cioè la natura degli interventi soltanto oggi sono esplicitati in modo così analitico", afferma. "Certo - aggiunge -, la fondazione in assenza di altro ha accettato ciò che le era stato sottoposto (considerata l'indecenza della struttura, meglio di niente), ma va ricordato che il progetto di rimusealizzazione e infrastrutturale era stato elaborato da tecnici incaricati dalla fondazione". "Nel tempo - conclude -  riesaminando la riqualificazione ci si è accorti che il progetto poteva essere migliorato, ma anche qui non c'è stata possibilità di dialogo perché non sono state date mai notizie né sulle gare né sull'affidamento".

Il tema centrale dunque resta quello della mancanza di condivisione delle scelte fatte compresa la notizia dell'affidamento con la determina pubblicata in albo pretorio senza che però alla fondazione, rimarca ancora Tiboni, fosse preventivamente comunicato alcunché. Tutto questo a fronte del fatto che "la fondazione continua a versare un canone di 2mila euro mensili (canone predisposto dalla precedente giunta e conservato da quella attuale, anche durante la pandemia), a fronte di una parziale inutilizzabilità resa nota: una parte del museo è chiusa al pubblico per esistenza delle barriere architettoniche, i servizi igienici sono fatiscenti e funziona adeguatamente un solo bagno”.

Infine la data di avvio dei lavori che non è stata definita dalla determina che parla solo dei tempi di realizzazione (150 giorni), ma che quasi certamente partiranno a breve dato che sempre il sindaco era stato ad annunciare che sarebbero partiti in estate. Cosa anche questa su cui nessun confronto ci sarebbe stato così come nessuna ufficialità sulle date. Un possibile altro danno per la fondazione, conclude Tiboni, dato che la stessa "aveva già programmato gli eventi autunnali, tra cui la rappresentazione delle opere teatrali di Flaiano e tanta didattica cinematografica per le scuole. A questo punto cosa accadrà? Affiggiamo il cartello 'chiuso per lavori in corso'? Sarebbe stata sufficiente una semplice condivisione con una mail magari. Il silenzio del Comune è stato assordante".

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