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Abruzzo in "zona rossa" per le morti sul lavoro nel primo quadrimestre del 2023

Lo ha reso noto Mauro Rossato, presidente dell’osservatorio sicurezza sul lavoro Vega Engineering di Mestre

Abruzzo in zona rossa nella triste classifica delle morti sul lavoro in Italia per il primo quadrimestre del 2023. Lo rivela Mauro Rossato, presidente dell’osservatorio sicurezza sul lavoro Vega Engineering di Mestre che ha diffuso i dati relativi agli incidenti mortali sul lavoro. L'Abruzzo assieme a Umbria, Valle d'Aosta e Marche, ha un'incidenza superiore del 25% rispetto alla media nazionale di 9 morti sul lavoro ogni milione di lavoratori.  In zona arancione: Veneto, Piemonte, Liguria, Lombardia e Sicilia. In zona gialla: Campania, Emilia-Romagna, Trentino-Alto Adige, Puglia, Friuli-Venezia Giulia, Sardegna, Lazio e Toscana. In zona bianca: Calabria, Basilicata e Molise.

“Il lavoro continua inesorabilmente a mietere vittime nel nostro Paese. E il bilancio, dopo un terzo dell’anno, appare davvero nefasto. Una proiezione sconfortante che colpisce, soprattutto, quando si tratta di giovanissimi lavoratori. E, infatti, l’incidenza di mortalità di chi ha un’età compresa tra i 15 e i 24 anni è il 50% in più dei colleghi che hanno un’età compresa tra i 25 e i 34 anni (7,9 infortuni mortali ogni milione di occupati contro 5,1). Se poi dal confronto con l’anno scorso possiamo considerare positivamente la diminuzione del 26,4% degli infortuni denunciati, dobbiamo però ricordare come nel 2022, e in particolare nei primi mesi dell’anno, fossero ancora molti gli infortuni denunciati connessi al Covid che oggi, invece, hanno poco peso nelle statistiche”.

I dati mostrano anche un'incidenza minima fra i 35 e 44 anni, e da quella fra i 55 e 64 anni.

Ancora preoccupante la situazione per gli stranieri: quelli deceduti in occasione di lavoro sono 36 su 207. E il rischio di morte sul lavoro si dimostra essere ancora superiore rispetto agli italiani. Gli stranieri, infatti, registrano 15,2 morti ogni milione di occupati, contro 8,3 italiani che perdono la vita durante il lavoro ogni milione di occupati.

Analizzando i numeri assoluti per il primo quadrimestre 2023, sono 264 le vittime sul lavoro in Italia, delle quali 207 in occasione di lavoro e 57 in itinere. Ancora in Lombardia il maggior numero di vittime in occasione di lavoro (42). Seguono: Veneto (23), Piemonte (18), Emilia-Romagna (17), Lazio (16), Campania (14), Sicilia (12), Toscana (11), Puglia (10), Marche e Abruzzo (8), Umbria (7), Liguria (6), Sardegna, Friuli-Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige (4), Calabria (2) e Valle d’Aosta (1). (Nel report allegato il numero delle morti in occasione di lavoro provincia per provincia).

Nel primo quadrimestre del 2023 è sempre il settore trasporti e magazzinaggio a registrare il maggior numero di decessi in occasione di lavoro: sono 37. Ed è seguito dalle attività manifatturiere (23), dalle costruzioni (18) e dal commercio (17). La fascia d’età numericamente più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro è sempre quella tra i 55 e i 64 anni (80 su un totale di 207). Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro sono 36, mentre sono 11 quelli deceduti a causa di un infortunio in itinere. Il venerdì è il giorno ‘nero’ della settimana, ovvero quello in cui si è verificato il maggior numero di infortuni mortali nel primo quadrimestre dell’anno (19,8%).

Calano invece le denunce di infortunio del 26,4% rispetto al primo quadrimestre 2022. Erano, infatti, 254.493 ad aprile 2022. Nel 2023 sono scese a 187.324. E il decremento risulta essere maggiormente significativo nel settore della sanità a conferma della quasi totale scomparsa degli infortuni connessi al Covid dalle statistiche. Un vero e proprio stravolgimento di dati rispetto al 2022: alla fine dello scorso anno, circa il 17% degli infortuni denunciati erano correlati al virus.

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