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I lavoratori abruzzesi poco affezionati allo smart working: l'83% è tornato operativo in sede

Confindustria ha snocciolato i dati relativi all'Abruzzo riguardanti i lavoratori tornati operativi dopo il lockdown, il fatturato ed la percentuale di imprese che ha riaperto i battenti

L'Abruzzo è al terzo posto in Italia per la percentuale di lavoratori che ha lasciato lo smart working dopo il lockdown ed è rientrato a lavorare in sede. Lo ha fatto sapere Confindustria che ha diffuso i dati relativi allo studio condotto nella nostra Regione e nel resto d'Italia riguardante la situazione delle imprese dopo il lockdown.

In Abruzzo solo il 5,5% dei lavoratori sta ancora lavorando da casa, mentre l'11,5% è inattivo. Le imprese hanno avuto un calo del fatturato del 28,7% a fronte del 24% di media nazionale. A maggio, i dipendenti in sede nelle aziende abruzzesi erano il 48,5%. Scende anche la percentuale di aziende che potrebbero ancora far ricorso alla cassa integrazione: si passa dal 51,8% di maggio al 16,8% di luglio. Dati che, spiega Confindustria, mostrano un miglioramento seppur il quadro sia ancora negativo, soprattutto in  termini di calo del fatturato che è mediamente superiore del 4% rispetto alla media nazionale.

Continua ad aumentare il numero di aziende aperte: l'85,2% delle imprese intervistate ha riaperto totalmente (a maggio erano il 73,8%), mentre il 12,9% lo ha fatto solo in parte. Le imprese ancora chiuse sono l'1,6% contro il 5,9% della terza edizione dell'indagine. In Abruzzo infine a luglio abbiamo l'11,5% di inattivi contro il 17,7% della media nazionale. Lo smart working interessa attualmente soprattutto i settori di informazione e comunicazione (70,3%) e del noleggio, agenzie di viaggio e servizi di supporto alle imprese (62,6%).

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