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Crescono i reati di pedofilia e pedopornografia: 6 arresti, 31 denunce e 250 casi segnalati nel 2021

Il web sempre più protagonista complice la pandemia, a tracciare il triste bilancio in occasione della giornata nazionale della lotta alla pedofilia la dirigente della polizia postale abruzzese Elisabetta Narciso: in un anno sequestrati mille terabyte di materiale

Nel 2021 in Abruzzo sono stati 6 gli arresti per divulgazione e detenzione di ingente quantità di materiale pedopornofragico; 30 le perquisizioni in tutto il territorio che hanno portato al sequestro di circa mille terabyte di materiale pedopornografico; 31 le persone denunciate all'autorità giudiziaria per reati di pedopornografia e adescamento di minori, un numero in crescita così come quello dei casi di cui si è dovuta occupare la polizia postale e delle comunicazioni di Pescara: 250 quelli “nei quali famiglie e vittime sono state costrette a fare i conti con la capacità manipolatoria di adulti consapevoli, con la circolazione illegale di immagini di violenza, con la condivisione in circuiti apparentemente anonimi, sulle darknet, di confessioni di fatti di abuso”. Dati molto preoccupanti riferiti in occasione della giornata nazionale per la lotto alla pedofilia, dal dirigente della polizia postale abruzzese Elisabetta Narciso. A destare ancor più preoccupazione questa sua dichiarazione: “si riconferma infatti un trend preoccupante per cui la pedofilia diventa un pericolo imminente anche per i bambini più piccoli”.

Un ruolo importantissimo in questa escalation, spiega ancora la dirigente, lo ha avuto la pandemia: il web è diventato sempre più protagonista di questa orribile realtà. “La pedofilia – sottolinea - è una minaccia costante all’integrità di bambini e ragazzi che oggi travalica il mondo reale e si diffonde anche online. Nella giornata nazionale per la lotta alla pedofilia, la polizia postale e delle comunicazioni ribadisce il suo impegno, innanzitutto repressivo, nella protezione delle piccole vittime di un crimine aberrante e vergognoso”. “Quanto accaduto negli ultimi due anni per l’emergenza pandemica, ha accelerato i processi di avvicinamento tra bambini e internet, ha intensificato il rapporto di reciproca attrazione che già esisteva tra adolescenza e servizi di rete sociale online ed ha influenzato le abitudini quotidiane di ognuno di noi, imponendo una relazione sempre più stretta con il mondo virtuale, mostrando però altrettanto velocemente il suo lato oscuro”, prosegue la dirigente. “I socialnetwork, videogiochi e messaggistica possono costituire una grande opportunità di crescita – precisa -, ma anche un pericolo a cui prestare la massima attenzione. Chi in modo criminale sfrutta la rete per nascondersi, per nutrire le sue fantasie deviate sa quanto sia stretto il rapporto tra le piccole vittime e i devices tecnologici”.

Se è vero che, conclude Narciso, “sempre più spesso l’analisi delle immagini pedopornografiche e le attività investigative svolte su tutto il territorio nazionale, con il coordinamento del Cncpo, consentano di salvare piccole vittime, oggetto di abusi sessuali reali perpetrati da soggetti che appartengono alla loro cerchia di fiducia” è altrettanto vero che esiste “la concreta pericolosità crescente dei soggetti che usano la rete per scopi di adescamento e pedopornografia. La complessità di questa minaccia impone continui sforzi di adeguamento e una sinergia costante, sia con i collaterali organismi esteri di polizia che con il mondo dell’associazionismo attivo per la tutela dei minori, in un’ottica di sistema in cui la prevenzione integra l’opera repressiva che con grande assiduità e impegno gli operatori della polizia postale e delle comunicazioni portano avanti ogni giorno”.

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