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Abbattuta la quercia secolare di Moscufo , la rabbia di chi per mesi l'ha difesa: "Blitz dell'Anas: ignorati e derisi noi e le leggi" [FOTO]

Per tutti a sparire è non solo un simbolo del territorio vestino, ma anche un presidio ambientale, cittadini e associazioni denunciano le modalità e le ragioni di un'operazione compiuta alle 5 del mattino: "Presi alla sprovvista"

Un sentimento comune quello dei tanti che si erano battuti per salvaguardare la storica quercia di Moscufo: dall'altra notte l'albero non c'è più. Gli attivisti, dal Conalpa, tutte le associazioni raccolte sotto l'associazione Salviamo gli alberi di Pescara e Giuseppe Giampietro di Webstrade denunciano quello che sarebbe stato un vero e proprio blitz compiuto dall'Anas che, scrive il presidente del Conalpa Alberto Colazilli oggi sul suo profilo facebook, si sarebbe presentato alle 5.30 del mattino per procedere alla rimozione di quello che era stato definito come un simbolo del territorio oltre che un elemento fondamentale per l'intero ecosistema della zona. Insomma: lo avrebbero abbattuto lontano ad occhi indiscreti, senza alcuna comunicazione e senza che alcuna risposta arrivasse agli appelli e alla richiesta di riqualificazione della stessa quercia come albero monumentale. I tronchi sono stati caricati sul camion e ora sulla statale 151 resta quella rotatoria per realizzare la quale era iniziata la battaglia.

“Nessuna pietà! Una grave sconfitta per il territorio vestino e i cittadini – aveva scritto già ieri su facebook Colazilli -. Ci hanno preso alla sprovvista. Ricevo e pubblico le foto di questa assurda mattinata in cui la comunità vestina e Moscufo hanno perso per sempre un bene ambientale e paesaggistico di grande valore A nulla sono serviti i nostri interventi in zona con le associazioni e i cittadini, le testimonianze bellissime di persone anziane che hanno conosciuto la quercia sin da bambini, i numerosi servizi in tv e sui giornali, la richiesta di monumentalità. Adesso ci ritroviamo un bel vuoto incolmabile in un paesaggio sfregiato”. A fargli da eco Simona Barba, del coordinamento Salviamo gli alberi di Pescara nonché referente di Italia Nostra per la sezione di Pescara: “Il simbolo ci ha lasciato. Senza alcun avvertimento, comunicazione: alle 5 hanno iniziato l'abbattimento. La quercia non c'è più. La partecipazione cittadina derisa, il paesaggio vilipeso, la natura eliminata, le leggi eluse. Una classe dirigente che ci ricopre con la sua ignoranza, danneggiando i cittadini ogni giorno di più”, dichiara.

Le operazioni di taglio della quercia secolare di Moscufo

Ancor più articolato l'intervento di Di Giampietro che parla di vero e proprio “scempio ambientale” compiuto dall'Anas: “un abuso, arrogante, indifferente ai richiami e alle richieste di discussione” avvenuto per di più in un orario che permetteva di essere lontani dagli occhi di chiunque. “Nonostante le numerose richieste di incontro e di revisione del progetto, di fronte al rifiuto di Anas e al silenzio dilatorio del Comune, dopo 3 mesi di speranze, invece del dialogo e della partecipazione, è seguita l’azione proditoria dell’abbattimento dell’albero secolare. Perché?” chiede oggi Giampietro ricordando che la motivazione risiederebbe nelle sicurezza stradale dato che “lo sfortunato albero, che stava svettante ed ombroso su quell’intersezione da tempo immemore, era capitato all’interno di un progetto di rotatoria Anas, su cui non era nemmeno disegnata la sua presenza. E per evitare che qualche automobilista distratto si andasse a schiantare contro l’albero, hanno pensato di eliminare l’albero. Ma il pericolo non era la quercia, da sempre presente in quel nodo della vallata del Tavo, pericolosa era la rotatoria, e come tale rimane”, aggiunge. Forte dunque anche la critica a quella rotatoria definita “eccentrica” nel progetto e causa del taglio effettuato.

“Una relazione di ingegneri e architetti, inviata al comune ad Anas ed agli organi di controllo a luglio, segnalava che il progetto di rotatoria non rispondeva ai requisiti normativi del decreto ministeriale 19-04-1996 sulle intersezioni stradali, in particolare per la forte eccentricità della rotatoria, completamente fuori asse, e bracci non adeguatamente canalizzati nel progetto. Il progetto inoltre ignorava la maestosa quercia, come presenza rilevante, elemento paesaggistico del territorio, oltre che riferimento visivo, costruttivo e identitario del luogo – prosegue Giampietro -. Il progetto poteva e doveva essere migliorato, cambiando la geometria e valorizzando la presenza dell’albero come elemento focale di riferimento visivo anche del progetto stradale. Si pensi che su una rotatoria su un’intersezione in prossimità di un aeroporto è stato collocato, in sicurezza e con grande effetto orientativo e visivo, un intero aereo, per capire che il progetto si poteva rivedere. Un’altra relazione di architetti forestali e paesaggisti aveva inviato anche la segnalazione con richiesta di inserire l’albero nell’elenco degli alberi monumentali d’Italia, istituito dalla legge 10-2013. A nulla sono servite queste segnalazioni peritali”.

Infine l'affondo: “non può, un sindaco eletto o degli amministratori nominati, né un ente concessionario o responsabili di settore, arrogarsi il diritto di privare una comunità, un territorio, della memoria, dell’identità, dei sentimenti della comunità stessa, senza dialogare, ascoltare, ricercare soluzioni, migliorative e competenti, che rispondano alle domande espresse. Ovunque, in Europa si parla di partecipazione di cittadini e coinvolgimento dei portatori di interesse (citizen partecipation and stakeholder involvement). Ovunque tranne che a Moscufo – conclude - , tranne che per i progetti Anas. E questo è inaccettabile. Una nuova cultura della partecipazione e della governance occorre che arrivi anche in questi enti. Prima che agli organi di controllo e di giustizia sia demandata la tutela di questi principi”.

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