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Sabato, 27 Aprile 2024

VIDEO | Indagini a tappeto sugli alberi in città: patrimonio sano, ma in via Pantini i pini instabili saranno tagliati

Circa una decina quelli che verranno giù. Il dato è emerso dalla consulenza affidata a due esperti agronomi dal Comune su 2mila 500 esemplari. L'assessore Santilli: "Tagli per l'un per cento degli esemplari, mi rincuora al di là delle polemiche"

Duemila cinquecento piante su cui si stanno concludendo le indagini con solo l'uno per cento di queste che presenta criticità tali da dover proteggere al loro taglio per un totale stimato di 10-15 esemplari, la gran parte dei quali (otto o dieci) nel tratto di via Pantini che collega via della Bonifica a via della pineta. Non quindi il tratto che sarà aperto al traffico la prossima settimana, come viene confermato.

La comunicazione è stata data nel corso di una conferenza stampa convocata dall'assessore comunale al Verde Gianni Santilli incentrata proprio su quegli esemplari che saranno tagliati, ma soprattutto sullo stato di salute del patrimonio arboreo esistente che in città conta 25mila esemplari. Dato questo fornito dall'assessore stesso, dal responsabile del servizio comunale Mario Caudullo e dalla dirigente di settore Emilia Fino.

Di quei duemila cinquecento alberi su cui si stanno conducendo le indagini e quindi del destino dei pini di via Pantini ha parlato invece l'esperto agronomo marchigiano Riccardo Frontini chiamato con il collega Michele Rismondo come consulente dall'amministrazione.

Quei pini, spiega, sono risultati “purtroppo anche dalle approfondite indagini strumentali positivi nel senso di pericolosità e quindi dovranno essere abbattuti. Non sono emersi valori che ci permettessero di assicurare a chi passa sotto quegli alberi di stare tranquillo e sereno”, spiega Frontini.

Un'attività che prelude al Piano del verde, ma anche al Piano di rischio arboreo di cui ci si intende dotare partendo dal presupposto, ha spiegato sempre l'agronomo parlando del patrimonio verde, che in città gli alberi vivono comunque in sofferenza non avendo gli spazi adeguati che ha in natura. Una sofferenza che riguarda il 70 per cento di loro. Parlando degli alberi di cui si sta occupando con il suo collega ha quindi rimarcato quanto se è vero che criticità ce ne sono e che queste sono legate a problemi fitosanitari soprattutto nei pini a causa della cocciniglia a tartaruga, ha comunque definito quello di Pescara un patrimonio arboreo importante e bello con solo quell'un per cento di problemi riscontrati sugli esemplari attenzionati.

Allora a questi tagli con tutte le polemiche sul verde che ci sono state e ancora ci sono, perché ci si è arrivati? Questo quello che chiediamo e la risposta è chiara: dipende da ciò che è stato fatto in passato quando in sostanza una cultura vera e propria del verde non c'era.

“Abbiamo esemplari messi a dimora 50-70 anni fa che nel corso della loro vita hanno subito trattamenti ingiusti – spiega Frontini -. Non c'era la cultura di oggi e tanto meno la sensibilità. Ci sono stati tagli radicali, potature inadeguate, messa a dimora eccessivamente vicina che per gli alberi comportano condizioni che non sono quelle che vorrebbero per poter vivere serenamente”, continua facendo alcuni esempi di azioni sbagliate. “Di conseguenza oggi ci troviamo di fonte alberi indeboliti magari da potature che trent'anni fa ne hanno rovinato la struttura portante o che hanno subito tagli radicali per consentire il passaggio dei sottoservizi”. Alberi “che attualmente non hanno condizioni di sicurezza tali da consentire di tenerle in piedi”.

Proprio i pini di via Pantini rientrerebbero tra questi. Sarebbero stati piantati troppo vicini con gli esemplari, per semplificare, a caccia di luce per sovrastare i concorrenti. Una condizione che li avrebbe portati a svilupparsi molto in altezza, ma con tronchi troppo stretti che ne hanno determinato, forse anche a seguito di altre azioni condotte negli anni ai loro danni, l'instabilità. Cosa che sarebbe dunque stata accertata con diversi approfondimenti, compresa la Vta (Visual tree assestmant) e le prove di trazione che avrebbero fatto emergere come i rischi che vengano giù siano troppo grandi.

Tra le polemiche sorte negli ultimi giorni anche quelle relative alle capitozzature degli alberi sulla riviera nord. “Un dramma quello di capitozzare”, lo dice anche Fantini, ma che sarebbe in alcuni casi inevitabile proprio per quei danni procurati e che possono metterci fino a 10-15 anni perché se ne vedano le conseguenze. Insomma, spiega ancora, ci sarebbero alberi che apparentemente sembrerebbero “sani”, ma che in realtà non svolgerebbero più alcuna funzione ecosistemica con in più il fatto di diventare nel tempo instabili e dunque potenzialmente pericolosi, quando in prossimità di strade o spazi frequentati, per l'incolumità pubblica.

Caudullo da parte suo rimarca come con le risorse a disposizione, circa 100mila euro l'anno, si stia ora lavorando per arrivare a una gestione del verde che passi per una “pianificazione triage iniziale di tutte le alberature così da poter poi entrare nel dettaglio e circoscrivere il campo di interesse”. Un modo in sostanza per massimizzare le risorse su cui si può contare che sufficienti comunque non sono, “per attenzionare il patrimonio arboreo e andare a intervenire solo dove è davvero necessario”.

“Questa conferenza stampa – afferma Santilli – ho voluta convocarla con gli esperti perché si metta fine alle polemiche sul verde e i risultati si stanno vedendo. Come assessore ci ho sempre messo la faccia in questi cinque anni”, aggiunge tornando a ribadire che questa non sarebbe affatto l'amministrazione della motosega come qualcuno dice, ma che al contrario il taglio sarebbe sempre stata la soluzione che si è cercato di evitare. “La mia soddisfazione oggi è quella di aver sentito i tecnici che mi hanno rassicurato sul patrimonio arboreo che abbiamo in città e sentir dire che su 2mila 500 piante monitorate se ne dovranno togliere solo una decina mi rincuora moltissimo al di là delle polemiche”.

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