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Domenica, 28 Aprile 2024

VIDEO | Prof e figlia ogni giorno a lavoro e a scuola in cargo-bike da Montesilvano a Pescara: la storia di Luciana Mastrolonardo

Luciana Mastrolonardio insegna Tecnologia dell'architettura all'università d'Annunzio e quella scelta che è iniziata per muoversi con il mezzo che riteneva il più veloce, è diventata una scelta di vita che le permette di godere del tempo, anche quello da trascorrere con la sua bambina che adora muoversi così

Prima di incontrarci le abbiamo mandato un messaggio perché vista la pioggia, ci siamo chiesti se anche questa mattina, giovedì 11 gennaio, avrebbe inforcato la sua cargo-bike insieme alla figlia di 6 anni per attraversare Montesilvano e Pescara e arrivare all'università d'Annunzio dove insegna Tecnologia dell'architettura. Una domanda da “ignoranti” perché chi della bicicletta ha fatto uno stile di vita, la sua due ruote la tira fuori anche quando il sole non c'è e così alle 8.45, puntualissima, Luciana Mastrolonardo è arrivata all'ingresso dell'ateneo dopo aver lasciato la piccola a scuola.

Da Santa Filomena a viale Pindaro tutti i giorni da due anni a questa parte con un tempo pari o inferiore a quello impiegato per fare lo stesso percorso in macchina, ma con meno stress da traffico e da parcheggio e una qualità della vita che è letteralmente “schizzata” nel senso migliore del termine. Non l'unica a muoversi così ogni giorno, ma comunque una delle poche ed è questo a rendere importante il suo racconto per una città e una società che vuole proiettarsi soprattutto nelle aree urbane, verso una concreta mobilità sostenibile.

“Una scelta naturale”, così la definisce, nata dall'esigenza di muoversi con il mezzo più veloce “per arrivare sul luogo di lavoro e per me è la bicicletta. Prima – ci racconta – mi muovevo in macchina e ci mettevo lo stesso tempo con in più lo stress del traffico e del trovare parcheggio. La scelta è stata quella del mezzo, ma poi è diventata una scelta di vita perché muoversi in bici vuol dire attraversare la strada più lentamente, incontrare persone, fermarsi a prendere un caffè. C'è un aumento della qualità della vita”. Una mobilità che consente quindi di godersi il tempo, i luoghi e anche di socializzare: tutti elementi che troppo spesso diciamo di voler recuperare per migliorare le nostre esistenze, ma che tendiamo a mettere da parte perché impegnati a correre dietro agli impegni quotidiani di una società sempre più frenetica.

Che non sia l'unica, ma una delle poche ce lo conferma anche Mastrolonardo che sottolinea come nell'arco di questi due anni ha visto aumentare le persone che fanno la scelta della bicicletta anche nei giorni di maltempo, ma gli incontri sul percorso soprattutto quando il meteo non è favorevole, restano pochi. La bici a pedalata assistita ovviamente aiuta ed è importante perché consente di muoversi con facilità e senza sforzi eccessivi arrivando a lavoro con tranquillità senza bagnarsi in inverno grazie all'abbigliamento tecnico di cui chi fa questa deve munirsi, e senza sudare in estate grazie al supporto della pedalata.

La docente la sua scelta l'ha fatta quando ha iniziato l'attività all'università lavorando tra l'altro insieme a un collega al Biciplan.“Ho scoperto che Pescara è una città ciclabile”, ci dice. Un tema di cui si parla moltissimo quello delle piste ciclabili cittadine e non possiamo esimerci dal chiederle un giudizio dei collegamenti tra Pescara e Montesilvano. “Il lungomare è una grande arteria di comunicazione e poi c'è la strada parco che filobus o non filobus ha una doppia ciclabile. Ci sono alcuni punti critici durante il percorso dove occorre fare un po' di attenzione, ma tutto sommato le piste ciclabili in città sono ben equipaggiate rispetto alla media”.

Strada parco mai come oggi tema di attualità vista la polemica in corso per la soppressione del mercato dovuta all'avvio dell'elettrificazione di Tua per il passaggio del filobus contro cui ora gli operatori, dopo i residenti di Montesilvano che lamentano l'impossibilità di accere alle abitazioni per la mancata installazione dei passi carrabili, faranno ricorso al Tar (Tribunale amministrativo regionale) con tante critiche anche per quei lavori non finiti e le mancate risposte su quei rischi di pericolosità per cui chi ricorre e chi protesta chiede delucidazioni sulla sicurezza nel percorrerla.

Se delle questioni tecniche deve occuparsi chi di dovere, per Mastrolonardo il filobus è una buona soluzione: “la vedo come una sorta di giustizia sociale. Quando piove tanto e la attraverso non c'è nessuno, mentre su viale Bovio il traffico è completamente immobile. Che male c'è a far passare un autobus utile a più persone che non hanno magari l'abbigliamento tecnico che ho io o che magari non sanno che la bici è una ottima alternativa per muoversi tra le due città”. La scelta della bici dunque è una delle possibili nell'ottica di una mobilità sostenibili e tutto si riduce “a un fatto culturale. In bici ci si può muovere. Prima di farlo non sapevo di poter percorrere otto chilometri all'andata e otto al ritorno anche d'estate e senza sudare. Se uno prova si accorge che è fattibile”. Se a questo poi ci si aggiunge la possibilità di portare il proprio figlio a scuola evitandosi quello stress da parcheggio che per le mamme è oggettivamente un problema, ribadisce, muoversi in bicicletta si traduce non solo in una scelta sostenibile, ma esistenziale.

Una cargo-bike perfettamente omologata con tanto di cinture di sicurezza con cui porta soprattutto sua figlia, ma può capitare che, essendo omologata per lui, accompagni anche un suo compagno. Se per lei la scoperta della nuova mobilità è stata più che positiva, le chiediamo come loro come la vivono questa esperienza soprattutto quando ci si muove a due ruote nei giorni di maltempo. “I bambini non vedono l'ora di camminare sulla cargo-bike. Mia figlia vuole prendere quella anche quando piove tanto: mi chiede lei di non prendere l'auto. E' contenta”.

Una mamma che per una scelta di comodità di trasporto sta dunque insegnando alla figlia l'importanza di muoversi in modo sostenibile. Un modo dunque ache di educare le nuove generazioni ad un modo diverso di vivere la propria città perché si facciano promotori di quel cambio culturale che i grandi fanno più fatica ad assimiliare. “Questo è l'auspicio – ci dice ancora -. Dobbiamo lavorare e far crescere questa consapevolezza”. Un modo anche di trascorrere un po' di tempo, di qualità, con i propri figli. “È tutta un'altra cosa fare un percorso lento, vedere la città. Io con la mia io parlo durante il tragitto, non maledico il traffico e non devo trovare parcheggio davanti alla scola”. Insomma meno tempo e meno stress: “si vive meglio e più felici”.

Se c'è un dispiacere è che proprio il fatto che oggi parli con noi dimostri come la sua storia resti un'eccezione. “Sarebbe cosa positiva per città per tutti, anche per l'ambiente, che tutti utilizzassero la bicicletta. Devo dire che qui all'università tanti docenti la usano soprattutto in estate”. L'invito a tutti i cittadini che si muovono ogni giorno per la città è di “provare. Anche io andavo in macchina e neanche ci pensavo alla possibilità di fare il percorso in bicicletta invece poi ti accorgi che ha un senso. La mia qualità della vita è schizzata alle stelle da quando ho fatto questa scelta”. Insomma: provare per credere.

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