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VIDEO | Il futuro del Ferro di Cavallo è anche la sua memoria: la "Luce" dell'artista Gennari è il riscatto di un'intera comunità

Donato alla città il progetto che sarà ora compito dell'amministrazione installare. Un'opera viva, una vera luce costante che ogni notte proietterà immagini che raccontano quella periferia che oggi vuole scrivere la sua nuova storia. Una storia di riscatto di cui proprio quella dell'artista che a Rancitelli è nato e cresciuto è un esempio

Non c'è futuro senza passato. Questa la chiave con cui va guardato il progetto artistico che Giulio Gennari ha regalato alla città e che come un elemento vivo si è sviluppato all'interno del Ferro di Cavallo di cui diventerà custode ora che in quel posto, dopo l'abbattimento, si inizierà a scrivere una nuova storia. Una storia fatta di voglia di ricominciare con l'arte come simbolo di ciò che è stato e sarà grazie a quella “Luce” che la racconta e la racconterà.

Un'installazione di light pinting che sarà ora compito dell'amministrazione installare e che proietterà ogni notte su un parallelepipedo in marmo di Carrara scolpito della grandezza di 6 metri per tre, le immagini di una rinascita. Un'opera che Gennari ha iniziato ancor prima che iniziasse l'abbattimento del Ferro di Cavallo anche con l'aiuto, ha raccontato lui stesso, dei bambini di quel quartiere, Rancitelli, dove lui stesso è nato. Una storia personale che in parte ha voluto condividere rafforzando così ancor di più il senso profondo che c'è dietro il progetto che ha consegnato alla città e che ha presentato a Palazzo di Città alla presenza degli assessori comunali Alfredo Cremonese ed Eugenio Seccia e la consigliera comunale Zaira Zamparelli.

“È un progetto ambizioso. Io sono del quartiere e per me era fondamentale e importante presentare questo progetto. Ci vuole tanto coraggio per farlo e il sindaco lo ha avuto”, dichiara sottolineando l'entusiasmo con cui è stato accolto. Quella che vuole rappresentare è dunque “una rinascita, il coraggio di superare le difficoltà e la voglia e la volontà di farlo attraverso la cultura con tanta umiltà e perseveranza”. “Le periferie per rinascere hanno bisogno di arte, bellezza, cultura e sport che penso siano il principio per la vivibilità oltre il cemento”.

Gennari ha quindi confidato alcuni momenti della sua vita in periferia dove ha scelto di rimanere e a cui oggi vuole rendere qualcosa anche attraverso un'opera che è la sua, ma che dà voce a tutti quelli cui le possibilità devono crearsele con più forza e coraggio rispetto a tanti altri. “Io non parlavo italiano fino alla terza media”, ma poi l'incontro con un professore che ha capito che aveva molto da dire attraverso le sue mani e I suoi disegni lo hanno portato a scegliere l'istituto d'arte e non una scuola tecnica cui si sentiva quasi destinato per nascita. “Quando ero ragazzino ero sempre in guerra. Le mie guerre le vincevo in un altro modo non con l'arte. Ma quando ho capito che era più il caso di farlo ho intrapreso un nuovo percorso. Penso che il mondo abbia bisogno di riscatto e di avere una propria identità e che ognuno debba dare con orgoglio qualcosa di sé al mondo”. “Penso – conclude – che ognuno di noi abbia una luce che guida il suo percorso. La mia nasce anche da fatto che sono figlio adottivo e per questo – conclude non trattenendo l'emozione – ringrazio tutti I genitori che danno un'altra possibilità a chi la possibilità non ce l'ha”.

Una luce, la sua, che con quest'opera che sarà ora compito dell'amministrazione installare e tutelare, che attraversa il cuore di un quartiere dove trovarlo quel riscatto è indubbiamente possibile.

La presentazione del progetto artistico Luce di Giulio Gennari

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