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Lunedì, 29 Aprile 2024

VIDEO | Confesercenti: "Rincari gas e luce colpo di grazia"

Il direttore Taucci e la presidente Dolci: "Per la luce fino al 130 per cento in più, ma i problemi sono tanti e tutti rischiamo di chiudere, con gravi conseguenze sull'economia, ma anche sociali"

Per un ristorante a marzo la bolletta della luce potrebbe passare da 5mila a 12mila euro. E' solo un esempio dell'ultima delle sorprese che potrebbe colpire il settore del commercio, piegato già dal ritorno della tassazione, la paura di andare in giro e le grandi difficoltà che si riscontrano nel trovare la materia prima visto che, soprattutto nei Paesi orientali, c'è ancora il lockdown. Materia prima che, però, è onnipresente sulle piattaforme di colossi dell'e-commerce. La prospettiva è quindi quella di  una“folle” devastazione del commercio di prossimità con ricadute pesantissime non solo in termini economici, ma anche sociali. Più luci si spegneranno e più saracinesche si abbasseranno, più posti di lavoro si perderanno e più insicurezza si avrà nelle strade sempre più buie.

Per questo la Confesercenti chiede a gran voce alle istituzioni, prefetto e sindaci in primis, di dare un segnale importante istituendo un tavolo di crisi per affrontare insieme un tema che riguarda tutti e che potrebbe tradurre nella chiusura di tantissime attività. A chiederlo sono Gianni Taucci e Marina Dolci, rispettivamente direttore Confesercenti Pescara e presidente provinciale dell'associazione di categoria. A far paura non è più il green pass, su cui si chiede comunque una soluzione per uniformarlo a quello europeo in vista della primavera e l'arrivo dei primi turisti, e non sono neanche le 300 attività chiuse nell'ultimo anno. Questo numero, ha spiegato Taucci, fa riferimento spesso a chi, di chiudere, lo aveva già deciso molto prima.

Se c'è un numero che davvero mette i brividi è quello in continua crescita e destinato ad aumentare, di quelle piccole e medie imprese che continuano ad indebitarsi perché di chiudere non possono permetterselo per famiglie, dipendenti e per i conti da mettere in ordine. Imprenditori che trovano spesso sbarrate le porte delle banche vista la situazione economica che si trovano a vivere e che, di conseguenza, si rivolgono sempre più spesso agli usurai, facendo crescere esponenzialmente il fenomeno.

Taucci e Dolci chiedono quindi al prefetto di Pescara di aprire un vero e proprio tavolo di crisi, in cui discutere anche dei rincari di gas ed energia. Quest'ultima, spiega Taucci, avrà, da marzo, un'oscillazione che può arrivare fino al 130 per cento per quelle aziende che non hanno calmierato il prezzo e già adesso, denuncia la Dolci, si sono visti aumenti del 30 per cento, arrivati già al 50 per le attività di ristorazione e coloro che utilizzano frigoriferi per portare avanti la loro attività. “Il problema è anche tutto il resto – tuona il presidente Confesercenti -: zero consumi, zero voglia di andare in giro e il peso tassazione locale e la difficoltà delle piccole imprese a reperire la materia prima che è data nella maggior parte a quelle piattaforme online, che oltre a non pagare le tasse vendono ad un prezzo così basso che le stesse piccole imprese non possono permettersi, fanno il resto”.

Ai sindaci si chiede quindi di ridurre le tasse, a cominciare dalla Tari che si chiede di azzerare per il bisogno di compensare gli aumenti che cadranno sulle spalle degli esercenti pesando come un vero e proprio macigno. Qualcuno, sottolinea ancora Taucci, sta già pensando ad una proroga in vista della scadenza del 31 marzo per quanto riguarda l'occupazione del suolo pubblico, ma sulle tasse nazionali nulla si muove: quelle vanno pagate. “L'online dei colossi non porta nulla al territorio, né in termini di tasse né di investimenti. Se il denaro si sposta tutto lì, si dreano il territorio che diventa incapace anche di fornire servizi dal punto di vista sociale”. “Dobbiamo riportare l'economia sui luoghi fisici – proseguono Dolce e Taucci -. Bisogna rompere il muro della paura e far capire ai consumatori che venire in negozio è sicuro. Il prefetto e i sindaci ci devono mettere del loro, ma anche il consumatore deve fare la sua parte”.

Un tavolo di crisi dunque, per chiedere di ridurre il più possibile la tassazione locale, arrivando ad azzerarne alcune e promuovere azioni di comunicazione per spingere le persone a tornare a popolare le vie cittadine, facendosi anche voce per far sì che anche i colossi dell'e-commerce siano tassati. La missione è chiara: salvare il commercio di prossimità, salvare le tante piccole e medie aziende che costellano il territorio pescarese per far sì che si torni a socializzare nelle strade, a lasciarsi consigliare in un acquisto e a vivere la bellezza della propria città. Una richiesta condivisa anche dal presidente Anva Luigi Patriarca. 

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