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VIDEO | Chiude il mercato della strada parco, gli operatori ricorrono al Tar: "Non ce ne vogliamo andare"

Raccolta firme tra i banchi, si ricorrerà contro Tua per l'elettrificazione della filovia che fa chiudere definitivamente i battenti in quel mercato dove alcuni come Attila sono praticamente nati. A sostenerli oltre alla politica il Comitato strada parco bene comune e quello nato in difesa di viale Marconi

Raccolta firme tra i 110 operatori della strada parco che hanno allestito lì per l'ultima volta questa mattina, mercoledì 10 gennaio, le loro bancarelle: presenteranno un il ricorso al Tar (Tribunale regionale amministrativo) nei confronti della Tua per opporsi all'elettrificazione che il 15 gennaio prenderà il via costringendo a quello spostamento atteso, ma e il coro è unanime, non voluto.

A riferirlo è il referente dell'associazione Nuovo Abruzzo 2001 Enzo Di Giuliantonio che non nasconde la delusione per l'atteggiamento dell'amministrazione che, sottolinea, “ha sempre detto che avrebbe trovato una soluzione e la soluzione è che dobbiamo restare a casa. Visto che il Comune si è tirato fuori andremo avanti con il ricorso – spiega -. Noi siamo sempre più propensi a trovare la strada del dialogo, ma dobbiamo mettere le mani avanti”.

Tra i tanti operatori c'è Attila (Attilio all'anagrafe), che quel mercato lo fa da quando è nato, quando cioè c'era suo padre racconta. Per lui e per tanti andare via “dispiace tanto per noi che per i clienti anche perché ricominciare da capo è un problema. Se sentite anche gli abitanti tutti sono contrari”.

La soluzione dello spacchettamento è dunque stata accettata perché comunque un'altra strada, allo stato attuale delle cose, di fatto non c'è. Il timore è anche quello di perderli i clienti, sottolinea l'operatore, perché se è vero che uno degli spazi, quello di via Raffaello-via Spiga, è vicino comunque sarà un mercato piccolo. Lui probabilmente avrà l'assegnazione nel parcheggio del Bingo (la seconda area dove si terrà il nuovo mercato, la terza è quella di via Diaz), ma su questo certezze non ci nuovi spazi devono essere assegnati. Difficile immaginare che si possa ripartire per tempo sebbene l'impegno del Comune sia quello di far tutto molto velocemente e cioè nel giro di un paio di settimane. Per Attila però “ora ci fermeranno, ma se le aree non sono pronte che stanno a pensare a noi secondo te?”, ci dice.

Per loro la soluzione era una sola: fermare l'elettrificazione il mercoledì mattina e lasciare tutto com'è, una soluzione che però sarebbe stata bocciata da Tua per ragioni tecniche e di sicurezza. “Dicono che non è possibile perché è molto pericoloso, allora sarà pericoloso anche per chi ci abita e per chi ci cammina”, chiosa.

La protesta del Comitato strada parco bene comune e la solidarietà di quello in difesa di viale Marconi

A sostenerli c'erano non solo gli esponenti politici del centrosinistra e cioè i consiglieri comunali del Pd, del Movimento 5 Stelle e della lista civica Sclocco sindaco, ma anche i comitati: quello della Strada parco con la presenza tra gli altri del vicepresidente Maurizio Biodni e il comitato Salviamo viale Marconi rappresentato da Fabiana Tenerelli. Se quest'ultima è venuta a portare la sua solidarietà contro “un'altra scelta che denota la noncuranza dell'assetto economico della città da parte dell'amministrazione” rimarcando che in viale Marconi le cose “continuano ad andare male” con la speranza di ottenere ragione dal consiglio di Stato che si pronuncerà a breve, Biondi che con il comitato ha portato avanti la lunga battaglia legale contro la filovia persa davanti proprio al consiglio di Stato, entra nel dettaglio.

“Quello che si sta concretizzando è un errore, una forzatura improvvida perché delocalizzare questo fortunato mercato in tre siti significa sopprimerlo come scritto nell'ordinanza comunale e questo

viene fatto perché Tua spa ha deciso di elettrificare percorso che non è stato fatto a regola d'arte né per quanto riguarda i tratti a circolazione promiscua. Non sono stati approntati i presidi di sicurezza prescritti dal ministero e confermati dal consiglio di Stato e non sono stati fatti collaudi Anfisa propedeutici” rimarca ricordando dei ricorsi avanzati nelle scorse settimane dai cittadini di Montesilvano che non possono rientrare a casa per la mancata installazione dei semafori davanti ai passi carrabili e sostenendo quello che faranno ora gli operatori contro una elettrificazione, conclude, che partirà “per un filobus che a oggi non ha alcuna possibilità di circolare in sicurezza”.

Uno spostamento che alla fine, prosegue Di Giuliantonio “ci ha trovato leggermente impreparati. Non pensavamo di arrivare a questo punto. Sì le riunioni sono state fatte, ma il discorso era sempre che si sarebbe trovata una soluzione e la soluzione è che dobbiamo restare a casa”. Gli chiediamo se quindi si sono sentiti anche un po' “presi in giro”. “Sì – risponde -. Mi sono reso conto che veniamo poco ascoltati dalla politica. Avendo un dialogo con il Comune crediamo che la politica dovesse fare da cuscinetto, ma questa cosa ultimamente manca”.

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