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Lunedì, 29 Aprile 2024

VIDEO | Il Pd sull'asta deserta per le Terme di Caramanico: "Toni trionfalistici smentiti, e dubbi sull'affidamento delle acque"

Il consigliere regionale del Pd e Rita Silvaggi, entrambi candidati alle regionali con il Partito democratico, parlando di "catastrofe" per il territorio criticando i vertici del centrodestra che dopo l'aggiudicazione della gestione delle acque sulla cui gara promettono approfondimenti, aveva assicurato la partecipazione all'asta per gli immobili

La quarta asta per la gestione degli immobili delle Terme di Caramanico rappresenta la “catastrofe” per il territorio e smentisce i troni trionfalistici del centrodestra, con i più dubbi sul come si sia proceduto all'affidamento della gestione delle acque delle sorgenti “La Salute” e “Santa Croce-Pisciarello”.

Questi i temi della nuova denuncia del Partito democratico alla notizia della nuova mancata partecipazione al bando per l'assegnazione dello stabilimento termale e dell'ex hotel la Réserve di Caramanico Terme. La certezza per il consigliere regionale del Pd Antonio Blasioli candidato alle prossime regionali, la candidata alla corsa elettorale sempre tra le fila del partito democratico Rita Silvaggi e il vicepresidente del consiglio comunale di Caramanico Luca Selvaggi, che anche nel 2024 non ci sarà nessuna ripartenza.

Per il territorio “una catastrofe – esordisce Blasioli -. Noi vogliamo mettere in evidenza una cosa e cioè i toni trionfalistici del presidente della Regione Marco Marsilio, del presidente del consiglio regionale Lorenzo Sospiri e del capogruppo regionale della Lega Vincenzo D'Incecco. Tutti dicevano che con l'affidamento della gestione delle acque ci sarebbero stati partecipanti all'asta. In realtà erano toni senza fondamento perché nessuno ha partecipato. Ci chiediamo anche se sia colpa della Regione Abruzzo che ci ha messo tanto per affidare lo sfruttamento delle acque con anche i curatori fallimentari che si sono esposti contro l'ente, o se invece la Regione non abbia creato una posizione dominante per chi ha lo sfruttamento delle acque e che dunque essendo l'unica che potrebbe far ripartire le terme, si prenderà tutto il tempo necessario finché l'asta non abbasserà il prezzo secondo le loro esigenze”. In entrambi i casi per Blasioli ci sarebbe una grave colpa da parte del governo Marsilio.

Poi, aggiunge, “c'è un secono aspetto che invece stiamo cominciando a valutare. Quello che riguarda il bando con cui sono state affidate le acque. La Regione Abruzzo ha affidato ad AreaCom questa gara. Con quali criteri c'è stata l'aggiudicazione? Con quali punteggi? Soprattutto ha tenuto conto del pochissimo tempo a disposizione visto che un componente si è nel frattempo dimesso? Hanno avuto quattro giorni di tempi compresi il sabato e la domenica in cui non hanno lavorato. Ma soprattutto la legge regionale 15 del 2022 (articolo 36 comma 6) prevede che queste società devono essere valutate per capacità tecnica, professionale e patrimoniale. Era consentito affidare una società con un capitale di 10mila euro affidare le acque delle due sorgenti tra le migliori d'Italia? E soprattutto, in quale passaggio del verbale risulta questa valutazione? Sono tutti aspetti che prenderemo in considerazione nei prossimi giorni”, prosegue il consigliere regionale sostenendo che non risulterebbero.

Quella che si vive nel territorio è una situazione “grave – ribadisce Silvaggi –. Si inizia a sentire il vuoto, si inizia sentire che non può essere riempito dal segmento dell'offerta turistico-naturalistica che per fortuna c'è e dà un po' di ossigeno. Ma si inizia a sentire il vuoto della mancanza del segmento principale che è quello termale”. L'ennesima penalizzazione per le aree interne dove “all'assenza politica in altri settori” a cominciare da agricoltura e allevamento rimarca Silvaggi, si aggiunge la grave crisi dallo stop al termalismo. Se l'asta è andata ancora una volta deserta, prosegue, “è perché c'è ancora uno scollamento tra la concessione delle acque e le aste immobili. Noi da quattro anni avanziamo l'unica proposta percorribile e cioè la partecipazione all'asta della Regione riunendo in un unico bando le acque con i beni immobili. Ora – conclude – è necessario”.

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