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Lunedì, 29 Aprile 2024

VIDEO | Arresti in Comune, le opposizioni chiedono le dimissioni del sindaco: "Va fatta chiarezza e riportata trasparenza"

Il terremoto che ha travolto Palazzo di Città compatta la minoranza che sul settore Lavori pubblici ha sempre sollevato polemiche. Per loro è impensabile che, se confermate le accuse, il primo cittadino non sapesse dato che il dirigente era il suo "braccio destro"

Un coro unanime quello delle opposizioni: l'amministrazione non può più andare avanti e il sindaco Carlo Masci deve dimettersi prendendosi le sue responsabilità. A dichiararlo i consiglieri comunali del Partito democratico, della lista civica Sclocco sindaco oltre al consigliere comunale di Azione Carlo Costantini.

Il terremoto che ha travolto Palazzo di Città portando a quattro arresti compreso quello del dirigente ai Lavori pubblici dimissionario Fabrizio Trisi accusati a vario titolo di corruzione, peculato, turbativa d'asta e spaccio di sostanze stupefacenti nell'ambito di un'inchiesta condotta dalla guardia di finanza riguardo appalti pnrr per complessivi 5 milioni di euro, ha scatenato definitivamente la bufera su un settore nei confronti del quale critiche non sono mai mancate. Per le opposizioni ora a rischio ci sono tutti i fondi e quindi le opere finanziate con il piano di ripresa e resilienza e il fatto che il sindaco a quanto pare sapesse da tempo dell'indagine in corso, ma mai ne abbia riferito alla città e in consiglio comunale, resta per loro un fatto gravissimo.

La lettera senza risposta inviata ad ottobre per chiedere di "mettere in sicurezza il Comune"

“Alla luce di quello che è emerso siamo tutti rimasti attoniti – afferma il consigliere comunale del Partito democratico Marco Presutti -. Abbiamo detto che questa amministrazione non può più andare avanti”. Presutti insieme al capogruppo del partito Piero Giampietro riferisce quindi di una lettera riservata inviata al sindaco già ad ottobre e che ora renderanno pubblica, con cui saputo che vi erano delle indagini, “gli avevamo chiesto di mettere in sicurezza il Comune visto anche che il dirigente ai lavori pubblici era un suo fiduciario e che era quindi necessario mettere in sicurezza la città in un momento in cui bisognava assegnare i fondi pnrr e realizzare le procedure per Nuova Pescara. Il sindaco non ha nemmeno risposta a questa lettera che ora divulgheremo – ribadisce -. Di fatto non è stato fatto nulla e in questo momento il Comune di Pescara è nell'incertezza più assoluta, nell'opacità di accuse che speriamo si possano dimostrare anche infondate, ma che di fatto gettano un discredito nazionale sulla città di Pescara e che rischiano di farci perdere le opportunità dei fondi pnrr e davvero non comprendiamo come a fronte di tutto questo l'amministrazione possa andare avanti”.

Per le opposizioni dimettersi è anche una questione di etica

Fatta salva la presunzione di innocenza fino a condanna definitiva per i consiglieri Pd e dunque anche Stefania Catalano e Giovanni Di Iacovo, i consiglieri della lista Sclocco Sindaco Marinella Sclocco e Mirko Frattarelli e il gruppo comunale del Movimento 5 Stelle composto da Erika Alessandrini, Paolo Sola e Massimo Di Renzo e il già citato Costantini (Azione), quello che si delinea è un quadro inquietante dentro Palazzo di Città. Un quadro nel quale, afferma Alessandrini, si inserisce la fiducia data dal sindaco proprio al dirigente arrestato nell'ambito dell'inchiesta. “Andrà tutto confermato, ma quello che emerge – afferma – mette la figura del sindaco in una brutta luce perché stiamo parlando del suo braccio destro cui ha dichiarato vicinanza e nei confronti del quale ha espresso assoluta comprensione e ammirazione fino a due giorni fa”, cioè quando Trisi ha rassegnato le dimissioni. “Un sindaco che, lo ripetiamo, lì dove le indagini dovessero confermare lo scenario possa non essersi reso conto di ciò che accadeva non è immaginabile. Non parliamo solo di carte, ma anche di consumo e spaccio di sostanze stupefacenti per cui anche dal punto di vista etico il sindaco viene investito in maniera forte. Ci chiediamo come possa non essersi accordo di nulla su indagini durate più di un anno e reiterate a sua consapevolezza”.

In alternativa alle dimissioni si chiede la costituzione di una commissione che riveda tutti i documenti del pnrr

Quindi la richiesta di dimissioni per non aver, in sostanza, “cercato di mettere riparo alla situazione. Più volte le opposizioni hanno segnalato diciamo una comportamento non conforme a quello di un dirigente di così alto livello che sta trattando lavori per 100milioni di euro. È assurdo che non si sia mai sentito in dovere di dare spiegazioni alla città di Pescara per cui non può che dimettersi per dimostrata incapacità”.

Se dimissioni non saranno Presutti chiede che si costituisca almeno un comitato fatto dai dirigenti competenti per materia e anche garanti esterni da individuare in personaggi di spicco della città, perché si passino al setaccio tutti i documenti sugli appalti pubblici fin qui redatti.

A chiedere le dimissioni anche il segretario provinciale e cittadino del Pd

Alla richiesta di dimissioni si aggiungono anche il segretario provinciale del Partito democratico di Pescara Nicola Maiale e il segretario cittadino Antonio Caroselli per i quali “è a dir poco inquietante lo scenario che questa mattina, a seguito dei quattro arresti effettuati dalle fiamme gialle: sta terremotando il Comune di Pescara. Per noi, garantisti, vale sempre la presunzione d'innocenza, ma come evidenziato con forza dai nostri consiglieri comunali pescaresi poche ore fa, il quadro politico merita attenzione e fermezza nelle reazioni”.

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