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Cascione è un po' il De Rossi del Pescara, ma con Zeman nel cuore: "Mi ha aperto la mente, nel calcio e nella vita"

Ex capitano, rileva - interregno di Bucaro a parte - la squadra guidata all'inizio da un mostro sacro del calcio

Emmanuel Cascione sta al Pescara come Daniele De Rossi sta alla Roma. Ma con una differenza sostanziale: l'avere Zdenek Zeman nel cuore. Tanto si è scritto e tanto si è parlato del rapporto incrinato tra De Rossi e Sdengo all'epoca dell'ultima esperienza romana, sponda giallorossa ovviamente, arrivata subito dopo la Zemanlandia biancazzurra 2011-12, dove Cascione è stato super protagonista insieme ai vari Immobile, Verratti ed Insigne, ma alcune analogie tra DDR e "Cascio" ci sono. Stesso ruolo in campo, stessa fascia da capitano (per Cascione in realtà l'anno successivo in A, senza ZZ in panchina, perchè l'anno prima il capitano era il sindaco Sansovini) e stessa avventura a stagione in corso in una nuova vestre con la squadra più importante nella carriera da giocatore, ma con poca esperienza da tecnico prima. 

Cascione per Pescara è un po' come Daniele De Rossi per la Roma, fatte le debite proporzioni: è l'ex capitano (nel caso del biancazzurro anche l'ultimo ad indossare la maglia numero 4 prima che venisse ritirata dopo la scomparsa di Vincenzo Zucchini) che con poca esperienza prende in mano una squadra guidata da un mostro sacro del calcio (Zeman nel suo caso, interregno di Bucaro a parte, Mourinho in quello di DDR) in un posto dove da giocatore ha scritto la storia.

“Pescara mi regala sempre sensazioni positive, qui non manca niente: città stupenda, tifo importante e la società è presente. Mister Zeman? Non ho avuto modo di sentire mister Zeman in questi giorni”, le parole del nuovo condottiero biancazzurro. “Da quella famosa stagione qui a Pescara”, ha detto riferendosi alla Zemanlandia 2011-12, “in poi il mister è stato sempre dentro di me, mi ha aperto la mente nella vita e non solo nel calcio. Lui è unico ed inimitabile, già da giocatore cercavo di capire determinate dinamiche in previsione poi di diventare un allenatore. Zeman è un punto di riferimento ma non posso fare quello che fa lui, vado avanti per quello che so fare io ricordando anche cose di altri tecnici che ho avuto. Sarebbe deleterio adesso cambiare totalmente la mentalità, cercherò di portare piano piano la mia mentalità e il mio gioco, anche se mancano poche partite. La mia idea è di scombussolare il meno possibile e trovare un undici base prestissimo”.

Ma Cascione non è e non sarà un clone di zeman come tecnico. Non può esserlo. Ha le sue idee e la sua personalità. Di certo si ispirerà al boemo, ma cercando di dare una sua impronta personale. Si ripartirà dunque dal 4-3-3, ma non sarà un dogma. "A me piace l’equilibrio”, ha spiegato nella sua prima uscita da tecnico del Pescara, “cerco sempre di non tralasciare alcun dettaglio. Non sono uno proiettato solo alla fase offensiva ma nemmeno un catenacciaro. Non sono un integralista”, ha aggiunto ricordando che ad ogni esperienza precedente da tecnico ha adottato diversi moduli in base alle caratteristiche dei giocatori a disposizione. Avrà questa parte finale di stagione per far vedere chi è e cosa sa fare. 

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