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Acqua e Sapone, Jesulito racconta le sue giornate in quarantena

Parla il giocatore spagnolo: "I miei figli sono i miei primi tifosi e fan di tutta la nostra squadra. Mi chiedono sempre quando ricomincerà il campionato e amano stare qui, non vorrebbero tornare in Spagna"

Acqua e Sapone, Jesulito racconta le sue giornate in quarantena durante questo periodo di emergenza sanitaria da coronavirus. Ecco cosa dice il giocatore spagnolo:

“Per prima cosa, io e mia moglie facciamo i compiti con i bambini. Li aiutiamo e seguiamo nelle attività che la scuola ha assegnato loro per questo periodo di chiusura. La spesa? Ci pensa mia moglie, va lei una sola volta a settimana, tutti i lunedì”.

Dopo i compiti, la mattinata prosegue con "la finale di Champions League tra le mura di casa":

“I miei due figli mi sfidano e ci divertiamo molto a giocare insieme, cercando di non sfasciare nulla con il pallone… Di solito indossano le magliette dell’Acqua&Sapone in queste sfide, oppure quelle del Barcellona. Sono i miei primi tifosi e fan di tutta la nostra squadra. Mi chiedono sempre quando ricomincerà il campionato e amano stare qui, non vorrebbero tornare in Spagna. Spero di tornare in campo per finire la stagione, e poi restare a lungo con questa società e farli vivere per un po’ in questa terra meravigliosa”.

Quando non si gioca, si va tutti in cucina ad aiutare la mamma a preparare una torta, che poi ovviamente i tre maschi di casa fanno finire nel giro di poche ore.

“Diciamo che proviamo a farla tutti insieme, ma alla fine è mia moglie a fare gran parte del lavoro. Mentre a noi tocca il “compito” di mangiarla. Ci va decisamente bene”.

A mezzogiorno è l’ora dell’allenamento:

“Seguo le schede che ci ha preparato il prof Aiello. Ogni giorno. Cerco di stare al massimo per quando, mi auguro, si tornerà a giocare. Anche mia moglie si allena con me, adattando il lavoro ai suoi ritmi, naturalmente”.

Poi c’è il pranzo, e un po’ di tempo sul divano:

“Siamo abbonati a Netflix e vediamo ogni giorno film e cartoni animati per bambini. Il loro preferito è il Re Leone”.

Ogni giorno, la famiglia dedica un po’ di tempo ai nonni, che vivono a Cadice e sono adesso in piena emergenza coronavirus, come noi in Italia:

“Sì, la situazione ora è bruttissima anche in Spagna. Sentiamo le nostre famiglie e facciamo salutare loro i nipotini, questo li aiuta a tenere duro in questi giorni difficili”.

Poi la sera si torna con il pensiero a quel palazzetto chiuso e al pallone che è rimasto fermo in magazzino. Jesulito spera di poter giocare ancora:

“Sì, vorrei lottare fino all’ultimo secondo di questo campionato. Se si torna in campo a maggio, e si termina a giugno, per me va benissimo. Io giocherei anche fino ad agosto rinunciando alle vacanze. L’importante è che questo brutto momento passi e che venga garantita la salute di tutti”.

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