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Dissesto idrogeologico, non si può costruire sul Pescara

Il WWF presenta delle richieste per la tutela del territorio e la gestione dei fiumi. Non si può costruire in aree golenali, aumentando i rischi per le popolazione a monte e a valle dei fiumi, come nel caso Megalò.

Il maltempo che nei giorni scorsi ha tormentato prima la Sardegna e poi le coste adriatiche va analizzato in maniera oggettiva. È quello che fa il WWF Italia che in un dispaccio sottolinea come le alluvioni possono ancora minacciare l’Abruzzo. Ma tutto quello che succede è solo colpa del cattivo tempo?

Gli eventi metereologici sono resi molto più estremi dai cambiamenti climatici in corso e accentuati negli ultimi anni, alla quale si accompagna anche un uso irresponsabile e indiscriminato del territorio. Ciò che è merso è  una grandissima confusione istituzionale. Sempre il WWF sottolinea come ad esempio se il Governatore sardo Cappellacci a ribadito che anche in seguito alle inondazioni non ci sarà nessuno stop alle costruzioni, nelle Marche la spinta emotiva di molti sindaci, la Regione ha deciso di discutere proposte di legge per facilitare il taglio degli alberi e l’escavazione in alveo anche da parte dei privati senza alcuna garanzia di controllo e al di fuori di qualsiasi pianificazione.

L’associazione ha preso come esempio emblematico il caso della realizzazione del più grande centro commerciale abruzzese Megalò. L’imponente struttura è stata realizzata a pochissimi metri dal fiume Pescara, sottraendo di fatto tutta l’area naturale di esondazione al fiume stesso, con un imponente arginatura. La realizzazione di quest’argine ha impedito l’allagamento del centro commerciale, i cui parcheggi sono comunque stati invadi dall’acqua rimanendo chiuso per due giorni, ma ha ampliato i rischi sia a monte che a valle, creando problemi alla stessa città di Pescara.

La progettazione non si ferma neanche davanti alla natura e i suoi eventi. Infatti il WWF sottolinea come la gestione scellerata rischia di peggiorare  ancora per due progetti che prevedono la realizzazione di altri 10 edifici nei pressi del centro commerciale Megalò. L’alluvione di questi giorni dovrebbe confermare la pericolosità di un tale progetto e l’associazione ambientalista, per scongiurare che venga realizzato, chiede il ritiro dei finanziamenti pubblici per questo e i casi analoghi con una dichiarazione di inedificabilità delle aree golenali e di esondazione.

L’11 e 12 dicembre è prevista a Roma la Conferenza Nazionale “La natura dell’Italia”, promossa dal Ministero dell’Ambiente. Nella sessione “Infrastrutture verdi”, si parlerà anche della situazione di fiumi, della loro importanza in qualità di corridoi ecologici, fondamentali per mitigare i danni provocati dalle alluvioni. Deve strutturarsi una gestione unitaria dei bacini idrogeografici in conformità con le normative europee, come le Direttive “acque”(2000/60/CE) o “alluvioni” (2007/60/CE), ampliamente inapplicate.

Emerge una sorta di schizofrenia tra ciò che si deve fare e ciò che realmente si fa. Per superare questa situazione è necessario individuare con chiarezza cosa ostacola l’affermazione di un’efficace governo del territorio che, ad esempio favorisca la diffusione delle Infrastrutture Verdi. Si devono ricostruire intere filiere per garantire una adeguata manutenzione del territorio, che il WWF ritiene si possano raggiungere attraverso 4 punti fondamentali.

Istituire delle autorità di distretto, previsto dalle direttive europee; definire strumenti d’intervento adeguati, definendo capitolati che prevedano l’interdisciplinarietà d’azione di competenze; promuovere la formazione di tecnici e di chi gestisce gli enti preposti alla gestione del territorio, dai funzionari di assessorati ai tecnici, alle comunità montane; dare immediata attuazione a quanto previsto nella legge di Stabilità 2012, sbloccando i finanziamenti di 600 milioni di euro , assegnati alla contabilità speciali dei Commissari, per interventi “ immediatamente cantierabili” contro il rischio idrogeologico.

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