Deiezioni canine: le ordinanze comunali e repressive non servono
Calpestare le deiezioni canine "non porta solo fortuna", tutt'altro………può causare anche malattie.
Infatti il contatto con l' escremento può provocare un'infezione da nematodi e altri parassiti sia alle persone che ai cani.
A questo pericolo si aggiunge il fastidio, la rabbia e il disagio che si avverte dopo aver calpestato "l'oggetto indesiderato".
La colpa non è degli amici a quattro zampe ma l'inciviltà e la maleducazione dei loro proprietari.
Gli spazi pubblici sono disseminati di escrementi e diventa difficile districarsi tra questi ostacoli indesiderati, trasformando una piacevole passeggiata in un vero e proprio slalom.
Il problema delle deiezioni canine sul suolo urbano è di portata mondiale, tanto da impegnare le amministrazioni comunali al pari, ad esempio, del traffico e dell'inquinamento da polveri sottili.
Molte sono le soluzioni adottate per risolvere questo problema.
Le più diffuse sono le ordinanze comunali che sanzionano coloro che non si occupano delle deiezioni del proprio animale domestico.
Di conseguenza, i proprietari dei cani devono essere muniti di strumenti idonei alla raccolta delle deiezioni, ad esempio, paletta e sacchetto.
Molte amministrazioni forniscono gratuitamente i sacchetti per la raccolta degli escrementi attraverso distributori ubicati nelle zone pubbliche, nei parchi e nelle zone di passeggio.
Il panorama delle soluzioni adottate, a parte la tolleranza zero e la raccolta del singolo proprietario, è ampio e originale.
Si parte dal dogy box, un sistema che al costo di qualche centesimo fornisce il kit per raccogliere gli escrementi e per gettare il kit utilizzato, fino ad arrivare allo scooter aspira-deiezioni.
In Puglia, la città di Trani assoldò una squadra anti-deiezioni, una vera e propria cooperativa il cui compito era quello di ripulire le strade dalle insidie degli escrementi canini.
La civilissima città di Merano ha sperimentato il primo vespasiano per cani, una sorta di casetta in acciaio e plastica con un sistema di scarico simile ai wc autopulenti.
Nel 2007 la città di Pescara sembrava aver trovato la soluzione, inventando il "congelatore" delle deiezioni canine.
L' innovativo metodo di raccolta era un mezzo su due ruote in grado di congelare e successivamente aspirare gli escrementi.
A dir poco diabolica la soluzione trovata dai giapponesi.
Considerato che i cani tendono a defecare in prossimità della precedente deiezione, i nipponici hanno inventato i "cartoncini segnalatori".
Il sistema funziona più o meno così: una squadra speciale governativa va alla ricerca di escrementi e, onde evitare di essere calpestati, posiziona delle segnalazioni.
Il cartoncino segnalatore e l'escremento vengono lasciati sul posto per qualche giorno in modo da fare un bell'accumulo per il successivo ritiro che avviene, di solito, tre volte a settimana.
Sicuramente la soluzione migliore è quella adottata nei paesi del Nord-Europa attraverso una serie di spazi verdi, esclusivamente o quasi a disposizione dei quattro zampe e dei loro accompagnatori, che consentono ai cani di defecare liberamente e tranquillamente in mezzo alla natura.
Questa soluzione potrebbe essere adottata nella nostra città, realizzando una grande area sgambettamento cani nella zona dell'ex stazione centrale di Pescara, meglio conosciuta come area di risulta.
La realizzazione di aree destinate esclusivamente ai cani, ricavate anche in alcuni "fazzoletti" dei giardini comunali o in spiaggia ( ad esempio nella zona sottostante il pilone del Ponte del Mare) potrebbe arginare il degrado che da molto tempo affligge il centro città.
In definita, da questo festival delle possibili soluzioni, emerge che nelle città la convivenza tra uomini e cani sta diventando sempre più complicata. Ma trovare il giusto equilibrio tra esigenze così apparentemente diverse è possibile.
Le sole ordinanze repressive non sono sufficienti ad eliminare il problema. E' consigliabile, invece, che le amministrazioni comunali attivino campagne di sensibilizzazione ed educazione dei proprietari di cani e nelle scelte urbanistiche prevedano maggiori spazi verdi ad hoc.
firmato: arch. Stefano de Magistris