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Sabato, 27 Aprile 2024
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Carta del docente per l’anno scolastico 2022/2023: a chi spetta e come spendere il bonus di 500 euro

La carta del docente è stata riconfermata per l’anno scolastico 2022/2023, ma solamente per gli insegnanti di ruolo, e non per i precari

La carta del docente è stata riconfermata per l’anno scolastico 2022/2023, ma solamente per gli insegnanti di ruolo, e non per i precari, come previsto dalla legge 107.

Alcuni dubbi sulla riconferma del bonus da 500 rivolto agli insegnanti è sorto a causa della proposta di Governo nel decreto 36 in merito alle attività di tutoraggio riferite alla formazione iniziale. Per finanziare queste attività, è stato proposto un taglio del bonus della carta docente, attualmente scongiurato. 

Tuttavia si prevede in futuro una riduzione del bonus, che presuppone una diminuzione a circa 350 euro.

Carta del docente 2020/2021 e 2021/2022

La carta del docente relativa all’anno scolastico 2020/2021 è scaduta lo scorso 31 agosto 2022. È ancora attiva quella 2021/2022, che scadrà invece il prossimo 31 agosto 2023.

Come spendere la carta del docente

La carta del docente è spendibile in beni utili per il miglioramento e il perfezionamento dell’insegnamento. Si possono quindi acquistare:

  • libri, testi e riviste
  • hardware e software
  • corsi per attività di aggiornamento e di qualificazione delle competenze professionali
  • ingressi a spettacoli teatrali e cinematografici
  • ingressi per musei, mostre ed eventi culturali dal vivo
  • iniziative coerenti con le attività individuate nell’ambito del piano triennale dell’offerta formativa delle scuole e del Piano nazionale di formazione, di cui articolo 1, comma 124, della legge n. 107 del 2015 (Buona Scuola).

Ai precari non spetta la carta del docente

Ai precari con contratti di supplenze, anche annuali, non spetta la carta del docente. Questa è assegnata solamente ai docenti di ruolo a tempo indeterminato delle Istituzioni scolastiche statali, sia a tempo pieno che a tempo parziale, compresi i docenti che sono in periodo di formazione.

Una serie di sentenze potrebbe però sovvertire questa tendenza, aprendo uno spiraglio nei confronti dei precari, ai quali potrebbe essere riconosciuto ufficialmente il diritto del bonus e, probabilmente anche gli arretrati.

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