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Taglio stipendi consiglieri regionali, M5S: "Non serve la riforma costituzionale"

I consiglieri regionali del M5S intervengono sulla questione del taglio degli stipendi dei consiglieri regionali, attaccando centrosinistra e centrodestra sulla questione della modifica della Costituzione

Nessuna riforma costituzionale necessaria per tagliare gli stipendi dei consiglieri regionali. E' quanto affermano i consiglieri regionali del M5S, con il capogruppo Marcozzi.

Secondo i pentastellati, infatti,centrosinistra e centrodestra si trincerano dietro presunte modifiche alla carta costituzionale, quando per tagliare gli stipendi basterebbe approvare la proposta di legge presentata dal M5S.

"Noi consiglieri del M5S lo stipendio ce lo dimezziamo già! Lo facciamo anche gli altri oppure approvassero la proposta di legge del M5S per il taglio degli stipendi, che ormai da due anni prende polvere nei cassetti di Regione Abruzzo". E' categorica Sara Marcozzi, prima firmataria della legge che dall'inizio del suo insediamento, con i colleghi a 5 stelle, sta portato avanti questa battaglia per la riduzione dei costi della politica. Una battaglia condivisa anche dai colleghi in parlamento che, con il taglio dei loro stipendi, alimentano un fondo che eroga microcredito alle piccole e medie imprese." ha dichiarato la Marcozzi, aggiungendo che il taglio permetterebbe di risparmiare fino a 23 milioni di euro a legislatura, con i compensi che passerebbero dagli 11 mila a 5 mila euro al mese per i consiglieri e da 13.800 a 6.500 a Giunta e Presidente.

Inoltre, tagli ai rimborsi spese, da erogare solo in funzione delle spese realmente sosenute.

"Infine lo spostamento da 60 a 67 anni per la fruizione del vitalizio per i consiglieri che ne abbiamo maturato il diritto, come per i lavoratori “comuni”

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