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Sul Superbonus pieno sostegno di Marsilio al governo: "Gli onesti saranno tutelati, priorità a case popolari, ricostruzione e onlus"

Alle opposizioni che gli chiedevano di prendere una posizione dopo lo stop alla cessione dei crediti, il presidente ha risposto chiaramente nel corso del consiglio straordinario regionale parlando di una misura giusta, ma strutturata male e che era necessario rivedere

Sul Superbonus 110%  il presidente della Regione Marco Marsilio sostiene pienamente quanto deciso dal governo rispendendo al mittente, mozione inclusa, gli allarmismi sorti dopo l'approvazione del decreto legge con cui si è detto “basta” alla cessione dei crediti. Questo certezza che una volta convertito in legge con le misure migliorative in fase di discussione a Roma, si riuscirà a trasformare la misura in una realtà strutturata e non soggetta a quelle frodi che avrebbero costretto ad adottarlo.

Se il consiglio straordinario è un diritto, per il presidente lo si sarebbe potuto convocare più avanti e cioè quando quei correttivi saranno applicati che tuteleranno, ha riferito parlando del confronto avuto con i vertici del governo, le case popolari, il cratere sismico, le onlus e tutte le aziende e i cittadini che della misura hanno usufruito in modo onesto.

Alle opposizioni che gli chiedevano di prendere una posizione chiara e di chiedere l'abrogazione del decreto, il presidente ha dunque risposto in maniera limpida appoggiando le decisioni della premier respingendo quindi la mozione presentata dal capogruppo del M5s Francesco Taglieri e sì a quella proposta dal capogruppo di Forza Italia Mauro Febbo assicurando il suo impegno per tutelare il tessuto economico del territorio.

Buone le intenzioni dei bonus e del superbonus 110 per cento, ha detto ancora ribadendo la volontà condivisa con Roma di tutelare aziende e cittadini che ne hanno usufruito nel pieno rispetto della legge, ma troppo gli errori nel modo in cui la si è concepita per il presidente della Regione che non ha mancato di sottolineare come su questo si siano trovati d'accordo esponenti di riferimento di quel centrosinistra “che oggi viene qui con i cartelli”, ha detto ancora.

Sullo stop deciso dal governo, come noto, c'è stata una vera e propria alzata di scudi da parte non solo della politica, ma anche delle associazioni di categoria. Per Marsilio però quella legge aveva troppe lacune che ne avrebbero determinato il fallimento. Sbagliato infatti per il presidente non prevedere un tetto si spesa, ha aggiunto; sbagliato non prevedere un margine di contrattazione cosa che avrebbe fatto schizzare i prezzi dei materiali; sbagliato anche, ha proseguito il presidente, non prevedere una qualificazione delle imprese dando il via ad una sorta di far-west con quelle non certificate che hanno comunque potuto avviare il cantiere.

Tutti elementi questi che avrebbero fatto sì che si arrivasse ai 3,7 miliardi di frodi solo sui crediti incagliati e ai 6 miliardi di frodi accertate ha detto ancora, dal 2019 ad oggi per il bonus facciate.

Una misura non strutturata che avrebbe avuto già conseguenze nefaste, ha detto ancora Marsilio, laddove la stessa Regione si è vista costretta a rimodulare i prezzari dell'edilizia del 20-30 per cento e anche in ragione del fatto che molte aziende hanno preferito orientarsi verso il privato piuttosto che il pubblico proprio in ragione delle agevolazioni previste dal superbonus che rischierebbero di mettere in ginocchio proprio il settore pubblico e a dimostrarlo, hanno avuto modo di dire altri esponenti della maggioranza, sarebbe il fatto che proprio sulle case popolari la misura ha attecchito meno creando un'ulteriore disparità.

Ricadute importanti se ne sarebbero avute anche per la ricostruzione del centro Italia, ha incalzato il presidente, citando proprio in questo passaggio di due interventi quanto detto in merito sia dall'allora commissario Giovanni Legnini che dal sindaco di Pesaro Matteo Ricci, presidente dell'Ali (Autonomie locali italiane) ed esponente della sinistra.

Quindi la sterzata a chi lo accusa di seguire i diktat di Roma. “Oggi a Roma ci ascoltano e il sottoscritto parla con capo di governo. Non sono un servo del potere”, ha ribattuto al pentastellato Giorgio Fedele chiedendo rispetto. “Mi onoro di essere iscritto militante e dirigente del partito Giorgia Meloni e mi vanto sia la presidente del consiglio che sta facendo bene per l'Italia per i problemi che voi ci avete lasciato in eredità”.

Insomma sebbene “con dolore”, ha concludo, il governo sul superbonus doveva in qualche modo intervenire e la legge che deriverà da quella decisione per il presidente non farà altro che regolare un mercato impazzito.

Il contenuto della mozione del centrodestra approvata durane il consiglio regionale

La mozione chiede al governo e al parlamento di rafforzare e allargare la possibilità di far circolare i soli crediti esistenti e quelli che si genereranno fino alla conclusione dei cantieri in corso, allungando a 6 anni il termine per le compensazioni. Inoltre, si chiede di facilitare e accelerare le procedure per concedere prestiti Sace (Società per azioni controllata dal Ministero dell'economia e delle finanze) alle imprese e di dare indicazioni alle aziende partecipate dallo stato di acquistare i crediti fiscali derivanti da interventi edilizi in corso. 

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