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Venerdì, 26 Aprile 2024
Politica Bussi sul tirino

Marcozzi a testa bassa su Bussi: "Intervento di emergenza mascherato da bonifica"

Duro attacco della consigliera regionale del Movimento 5 Stelle: "Siamo al punto di partenza, l'Abruzzo è stanco di farsi prendere in giro. Non è prevista infatti la rimozione del materiale contaminato che è fonte di inquinamento"

“Arriva tardi e male il progetto presentato da Edison sulla discarica Tremonti e non è altro che una messa in sicurezza di emergenza, perché per chiamarlo progetto di bonifica è richiesto un “ottimismo” che gli abruzzesi a distanza di 10 anni non hanno più. Abbiamo dovuto aspettare un decennio per avere questo documento e il risultato è squalificante, per chi lo ha proposto e per chi lo ha ricevuto”.

Il duro commento arriva dalla consigliera regionale del M5S Sara Marcozzi, da sempre in prima linea nella battaglia ambientale su Bussi e firmataria di ben 3 esposti per fare chiarezza e rendere giustizia al territorio martoriato negli anni dal polo chimico.

“Quello che propongono non è un progetto di bonifica”, continua, “non è prevista infatti la rimozione del materiale contaminato che è fonte di inquinamento. È inaccettabile che, a distanza di 10 anni dalla scoperta del sito, non si sia ancora proceduto alla bonifica ma si intravedano solo quegli interventi di messa in sicurezza di emergenza che andavano fatti 10 anni fa”.

Il M5S aveva presentato tre esposti

La scorsa estate il M5S, tramite un esposto, aveva denunciato la mancanza di interventi per la messa in sicurezza che sarebbero dovuti arrivare in attesa del vero progetto di bonifica. Per la precisione, a tutti i livelli istituzionali i pentastellati hanno depositato interpellanze, sollecitato gli organi competenti e, da ultimo, presentato tre diversi esposti al Comando dei Carabinieri Forestali di Pescara e alla Procura Generale della Corte dei Conti: il primo avente a oggetto l’inquinamento persistente, il secondo l’appalto di bonifica del commissario Goio e il terzo l’area sita in località Piano D’Orta.

“Siamo fermi a 10 anni fa. E’ il momento di smetterla di prendere in giro una regione intera. Il Presidente D’Alfonso non può accettare una simile proposta e dovrebbe mettere in campo tutte le azioni necessarie per uscire da questo immobilismo dannoso per il territorio e per chi lo abita. Contrariamente a chi ci ha amministrato e governato fino ad ora”, ammonisce Marcozzi, “il M5S non è mai rimasto a guardare. Le aziende del petrolchimico quale ricchezza hanno lasciato in Abruzzo? E’ una domanda a cui la politica deve rispondere”.

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