rotate-mobile
Politica

Referendum, scrutatori scelti dai politici: scoppia la polemica

Niente sorteggio in città come previsto dal regolamento comunale per la scelta degli scrutatori del referendum del 4 dicembre e scoppia la polemica dopo la protesta di una cittadina esclusa

Nonostante sia perfettamente legale come previsto dal regolamento comunale cittadino, la questione della scelta degli scrutatori da parte dei politici ed amministratori locali ad ogni consultazione elettorale torna ad accendere gli animi.

A poche settimane dal Referendum del 4 dicembre, infatti, scoppia la polemica riguardante i nomi scelti dopo che una donna, che da vent'anni regolarmente veniva scelta come scrutinatrice, si è recata in Comune per protestare.

La legge dice che infatti è la commissione elettorale a scegliere i nomi dei 510 scrutinatori, ma non specifica quale sia il criterio di scelta. E così da anni ormai la scelta avviene con una sorta di spartizione fra gli amministratori e politici locali, che spesso scelgono in base alle singole situazioni del candidato.

La bufera aveva interessato inizialmente l'assessore e vicesindaco Del Vecchio, che aveva inserito la figlia fra i nomi che però ha subito rinunciato all'incarico, come dichiarato dallo stesso esponente del PD in un'intervista a "Il Centro".

Anche l'assessore Di Pietro ammette l'esistenza di un sistema che prevede che ogni politico faccia 7/8 nomi ma lei stessa auspica una modifica passando ad un sistema che incroci i dati del Centro con l'Impiego con le domande ricevute.

L'ex consigliere di Rifondazione Acerbo ricorda invece come Rifondazione da sempre si sia battuta per il sorteggio, lo stesso sistema auspicato anche dal Movimento 5 Stelle.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Referendum, scrutatori scelti dai politici: scoppia la polemica

IlPescara è in caricamento