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Province, allarme dai 4 presidenti abruzzesi: "Rischiamo il collasso nel 2015"

A causa dei tagli già attuati e di quelli previsti dalla Legge di Stabilità 2015, le province abruzzesi rischiano la paralisi, con l'impossibilità di garantire i servizi fondamentali alla cittadinanza

Conferenza stampa questa mattina da parte dei 4 presidenti delle province abruzzesi, che lanciano un unico grido d'allarme in merito al futuro degli enti provinciali.

A causa infatti dei tagli già subiti negli ultimi anni e di quelli previsti nella Legge di Stabilità 2015, le province rischiano la paralisi e di conseguenza l'impossibilità di erogare i servizi di competenza ai cittadini.

Presenti alla conferenza  Antonio Del Corvo, Presidente della Provincia dell’Aquila e dell’Upi Abruzzo, Antonio Di Marco, Presidente della Provincia di Pescara, Domenico Di Sabatino, Presidente della Provincia di Teramo, Mario Pupillo, Presidente della Provincia di Chieti.

Per Pescara, è previsto un taglio di 5,7 milioni di euro di risorse. I presidenti hanno presentato tramite l'UPA degli emendamenti alla legge di stabilità che saranno sottoposti all'attenzione del Governo tramite i parlamentari abruzzesi.

In particolare, i presidenti chiedono la sospensione per 5 anni del pagamento dei mutui contratti con la Cassa Depositi e Prestiti, la proroga di 1 anno del divieto di assunzione di personale a tempo determinato, l’estensione alla Province per le quali sia stato approvato un piano pluriennale di riequilibrio delle stesse misure favorevoli (esclusione dell’obbligo di contributo alla finanza pubblica per gli anni 2015-2017) stabilite a carico delle Province in dissesto; l’esclusione dal calcolo del saldo obiettivo del patto di stabilità dell’importo del contributo alla finanza pubblica richiesto dal disegno di legge per evitare di incorrere nelle sanzioni previste in caso di mancato rispetto del patto di stabilità.

Con questi emendamenti, spiegano i presidenti, gli enti avrebbero già una notevole boccata d'ossigeno, in caso contrario spiega il presidente Di Marco, ci sarebbero enormi problemi anche per i Comuni.

La nostra mobilitazione  non deve essere vista semplicemente una richiesta di soldi, ma è un allarme lanciato per dire che vogliamo avere la possibilità di accompagnare questa grande riforma istituzionale del Paese cercando di non far saltare la coesione sociale. Abbiamo ancora enormi potenzialità, visto il patrimonio di risorse umane e di esperienza delle Province, ma se non possiamo far quadrare i conti salta tutto il sistema, vanificando anche i vantaggi della riforma”. conclude il presidente Di Sabatino.

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