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Sabato, 27 Aprile 2024
Politica

Pettinari (M5s) sull'inchiesta in Comune: "Solo grazie alla magistratura conosciamo una realtà devastante"

Il vicepresidente del consiglio regionale, Domenico Pettinari, ritiene che sia doveroso ringraziare la magistratura

«Solo grazie alla magistratura conosciamo una realtà devastante, è doveroso ringraziare».
A parlare è Domenico Pettinari, vicepresidente del consiglio regionale abruzzese, riguardo all'inchiesta che ha scosso il Comune di Pescara con l'arresto del dirigente del settore Lavori Pubblici, Fabriziom Trisi, e altre tre persone.

Gli indagati in totale sono 17 e tra di essi risultano anche 2 collaboratori di Trisi.

«Oggi tutti parlano dell’ultima inchiesta sul Comune di Pescara che sta facendo emergere un sistema di gestione della cosa pubblica orribile», dice Pettinari, «tutti ne parlano ma la maggior parte tiene a precisare di essere garantista quasi a prendere le distanze dalla parte inquirente. Io no. Io non prendo le distanze. Io non tengo nemmeno a definirmi un garantista. Io apprezzo il nobile e coraggioso lavoro della magistratura inquirente e della polizia giudiziaria. Sento il dovere di ringraziare la Procura della Repubblica di Pescara, il suo capo, i suoi uomini tutti e la polizia giudiziaria che ha svolto le attività investigative. Se oggi stiamo qui a conoscere un sistema raccapricciante che danneggiava la cosa pubblica e quindi noi tutti è solo grazie ai magistrati della Procura di Pescara e agli uomini e alle donne delle polizie giudiziarie di volta in volta impegnate nelle investigazioni. Se oggi verrà ripristinata legalità in alcuni uffici pubblici del nostro Comune è solo grazie a loro. Certamente non per merito di una politica sorda e cieca a cui mancano gli anticorpi necessari. Dobbiamo a questi uomini estrema gratitudine, stare vicino e difendere i nostri magistrati e la nostra polizia giudiziaria anche dai troppi attacchi che spesso son costretti a ricevere. Alcuna politica non può attaccare e lodare gli inquirenti a seconda di che situazione si affronti. Bisogna decidere da che parte stare. Io sto dalla parte delle Procure, non è un mistero e non lo è mai stato. Ho dimostrato con le mie azioni, negli anni, di difendere alcuni investigatori che si ritrovavano sotto attacchi ingiusti e ingiustificati. Difenderò sempre coloro che a rischio della propria vita, a testa alta e con la schiena dritta, con coraggio e fermezza, tutelano la legalità per noi e per i nostri figli. Il lavoro di questi uomini è scomodo, rischioso, soprattutto quando attenzionano i vertici delle amministrazioni pubbliche. È facile subire ritorsioni. Per loro e per le loro famiglie. Per questo rinnovo loro il mio pensiero di stima e gratitudine perché grazie a questi uomini posso continuare a nutrire la speranza che mi fa affermare che continuare a combattere per la legalità non è cosa inutile».

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