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La replica dell'amministrazione Masci all'Abruzzo Pride: "Polemiche strumentali, versione addomesticata e falsa dei fatti"

Sindaco ed amministrazione replicano alle polemiche sollevate dall'Abruzzo Pride in merito al rifiuto di concedere per il flash mob di sabato 27 giugno piazza primo Maggio e l'area della nave di Cascella

Polemiche strumentali e pretestuose, basate su una versione dei fatti addomesticata e sostanzialmente falsa. Così l'amministrazione comunale ed il sindaco Masci replicano alle accuse mosse dal movimento Lgbt+ "Abruzzo Pride" in merito alla mancata concessione di piazza primo maggio e dell'area attorno alla nave di Cascella per il flash mob di sabato 27 giugno.

POLEMICHE SULLA LOCATION DEL FLASH MOB DELL'ABRUZZO PRIDE

Secondo l'amministrazione comunale, ogni evento che ospita la città di Pescara è di interesse pubblico e per questo augura il massimo successo per l'iniziativa evitando polemiche strumentali ed auspicando che venga a lungo ricordata per la sua partecipazione. Nessuna discriminazione è stata messa in atto, ma anzi si è concesso lo spazio della Madonnina vicino al Ponte del Mare, un simbolo ormai della nostra città ricordando che proprio gli organizzatori da giorni avevano pubblicizzato l'iniziativa sui social parlando proprio della Madonnina come location scelta e come indicato nella mail del 16 giugno inviata all'assessore Nicoletta Di Nisio, fra le tre opzioni proposte.

È poi strumentale e anche di basso profilo voler a tutti i costi mettere a confronto «Abruzzo Pride» con la richiamata manifestazione dello scorso agosto in cui alla Nave di Cascella non c’era «il segretario nazionale di un partito» che «ha tenuto lì un comizio politico», come si vuol far credere con allusioni di grana grossa, ma il ministro dell’Interno allora in carica, con tutto quanto ciò comporta in termini di ordine pubblico

L'amministrazione comunale ha ricordato anche di aver partecipato ufficialmente al vernissage dell'evento, e già questo sarebbe sufficiente per respingere qualsiasi accusa ed insinuazione e quindi definisce interventi in mala fede quelli degli organizzatori che hanno parlato di politica ostile.

Non esiste, quindi, nessun complotto e men che meno una fantomatica discriminazione. Se poi tutto questo polverone, al di là delle accuse false e inconsistenti, sia servito a creare interesse mediatico sulla manifestazione e a pubblicizzarla, è altra questione

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