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Sabato, 27 Aprile 2024
Politica

Marcozzi porta in consiglio regionale la questione della pillola abortiva: "Servono risposte chiare per tutelare i diritti delle donne"

La consigliera regionale ha presentato un'interpellanza alla giunta regionale per chiedere chiarezza sulle modalità di erogazione della pillola abortiva Ru486 nel servizio sanitario abruzzese

Un'interpellanza alla giunta regionale per chiarire le modalità con cui viene erogata la pillola abortiva Ru486 nel sistema sanitario abruzzese, con numeri e dati chiari. A presentare l'interrogazione la consigliera Sara Marcozzi, nella seduta in programma domani 13 dicembre.

"Fino a oggi su numeri, dati e modalità di somministrazione regna una grande confusione. L'ultimo esempio riguarda l'incremento dell'utilizzo della pillola nell'anno 2021 riportato dalla stampa. Una notizia su cui è però calato il silenzio della Giunta, che non ha ancora reso pubblici tutti i numeri in merito all'interruzione volontaria di gravidanza. Una posizione parziale su cui si devono dare risposte interpretando i dati nella loro interezza. A questo si aggiunge la necessità di dare risposte sulle strutture che erogano queste prestazioni, in particolare sui consultori. È del febbraio 2021 la circolare con cui il Dipartimento Sanità, sotto la formula della forte raccomandazione, invitava a procedere all'interruzione volontaria di gravidanza con trattamento farmacologico in ambito ospedaliero. Un provvedimento che va in direzione contraria rispetto alle previsioni di legge, che individuano nei consultori strutture in cui è possibile somministrare la pillola abortiva entro le 9 settimane di età gestazionale."

Per la Marcozzi si tratta di una decisione inaccettabile, un ostacolo ulteriore per donne che devono affrontare un momento di grande sofferenza interiore, e non possono pagare le conseguenze di una cattiva gestione regionale, che non garantisce ai consultori la possibilità di erogare le prestazioni previste:

“Sulla difesa di un diritto acquisito delle donne non farò un passo indietro. Siamo già riusciti a bloccare la legge sui bimbi mai nati, un testo con cui si dava alle Asl il dovere di sepoltura dei feti di età gestazionale inferiore alle 28 settimane scavalcando la volontà delle madri, e anche adesso non si faranno sconti. Ogni cittadina abruzzese ha il diritto di trovare un sistema sanitario regionale che la accolga e la aiuti nel solco della legge”

Ricordiamo che i dati relativi alla somministrazione della pillola abortiva mostrano un aumento superiore al 100% nella nostra regione nell'ultimo anno, con 527 donne che complessivamente l'hanno richiesta e ottenuto nelle quattro asl abruzzesi.

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