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Giovedì, 18 Aprile 2024
Politica

IMU a Pescara, il PD contro le aliquote applicate alle case popolari

I consiglieri Blasioli, Corneli e Diodati intervengono sulla questione delle aliquote IMU applicate dalla Giunta Mascia per quanto riguarda le case popolari Ater

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di IlPescara

Quando sentiamo dichiarare dall'Assessore Filippello che il Comune di Pescara ha ben operato sulle aliquote IMU delle case popolari perché ha applicato semplicemente quanto previsto nel decreto legge 201 del 2011 pensiamo all'arrivo dei marziani. Sentire
l'Assessore Filippello dichiararsi pronto alla battaglia contro l'Ater significa abbandonare la cortesia che ha improntato da sempre la correttezza istituzionale tra due enti sostanzialmente pubblici e non possiamo non condannare questo atteggiamento.

E' vero che l'Assessore Filippello e la giunta Mascia non hanno violato alcun decreto al momento dell'adozione del Regolamento IMU come è vero che nessuno ha mai mosso questa accusa mentre leggiamo nelle parole dell'Assessore alle entrate una precisa
scelta politica che non avremmo mai voluto sentire e cioè quella di non tener conto della funzione sociale del diritto alla casa e conseguentemente del patrimonio dell'edilizia residenziale pubblica che soddisfa l'esigenza abitativa di migliaia di famiglie
pescaresi.

Se l'assessore avesse chiarito che la scelta è derivata da una diversa interpretazione delle norme nel tempo, circostanza che tuttavia è stata chiarita da un recente ordine del giorno del Governo, non avremmo avuto nulla da dire, ma le affermazioni dell'Assessore sono
fuori dal mondo reale.

Traducendo quelle affermazioni capiamo che il Comune non ha tenuto in considerazione:

1) che si può chiedere all'ATER di Pescara di pagare €. 1126.000,00 per l'IMU a fronte di €. 2400.000,00 per il fatturato derivante dai dei fitti che l'Ater realizza sulla città (e non sugli utili come erroneamente sostiene Filippello). Quale azienda riuscirebbe a
sopportare il 50% di tasse sul fatturato?;

2) che si può chiedere all'Ater di pagare metà del fatturato per l'IMU (circostanza che nessuna azienda può sopportare) a fronte dei soldi che non si trovano per il pagamento degli stipendi dei propri dipendenti;

3) che si può chiedere all'ATER di pagare questa somma a fronte della necessaria manutenzione di immobili vetusti e perciò bisognosi di manutenzione.

Una situazione di tracollo finanziario per l'Ater di Pescara, generato da una scelta politica della Giunta Mascia che si ripercuote sui dipendenti dell'azienda e sugli assegnatari.
Le case di edilizia residenziale pubblica senza finestre, l'acqua che penetra dai solai, gli anziani e i disabili sequestrati in casa per l'assenza dell'ascensore sono solo alcune delle situazioni che si leggono sui quotidiani locali e che oggi troveranno ancora di più nella scelta di Filippello la ragione della mancata soluzione. Le grida di allarme degli assegnatari dovrebbero far riflettere la politica su nuovi investimenti per la manutenzione, nella considerazione giusta che la politica abitativa è un ramo forte delle politiche sociali poiché senza casa non c'è famiglia e non c'è vita.

Da dove nasce l'equivoco?

Per l'edilizia residenziale pubblica le aliquote iniziali prevedevano che il 3,8 per mille sarebbe stata la quota di competenza dello Stato.

Poi il Senato ha approvato definitivamente la norma che riduce l’IMU sugli alloggi l'ACP alla sola quota comunale cancellando la quota dell'IMU destinata allo Stato sugli alloggi ex IACP regolarmente assegnati. Ciò significa una riduzione dell’aliquota dallo 0,76 allo 0,38 per cento ma i dubbi interpretativi persistono e c'è chi come il Comune di Pescara sostiene che lo 0,38 tolto allo Stato vada comunque
versato al Comune in cui insistono gli immobili, tanto che aveva inizialmente deliberato lo 0,76, poi lo 0,68 e infine lo 0,58 per cento (dopo la battaglia portata avanti dal PD in aula).

E' di tutta evidenza però che dallo 0,58 per mille avrebbe dovuto essere sottratta la quota dello 0,38 a cui lo Stato aveva rinunciato perché si tratta di due obbligazioni tributarie distinte. Inizialmente una circolare ministeriale aveva previsto che i Comuni potevano incamerare questa aliquota, ma poi un ordine del giorno del Governo e precisamente l'Ordine del Giorno n. G/3570/4/1 e 5 al Decreto legge
sviluppo ha espressamente stabilito un impegno del Governo: "ad interpretare, con appositi atti di natura secondaria, la volontà del legislatore nel senso che, con la rinuncia alla quota a favore dello Stato, si è inteso alleggerire l'onere fiscale per gli Enti che operano nel settore dell'Edilizia Residenziale Pubblica, dando conseguentemente disposizioni alle proprie strutture affinché ogni informativa e risposta a quesiti si uniformino a quanto suddetto, cioè alla aliquota base d'imposta 3,8% eventualmente rettificando e correggendo comunicazioni difformi già date".

Sulla base di queste previsioni alcuni Comuni hanno già fatto ricorso al TAR. Il Comune di Messina si è visto sospendere il regolamento IMU su un ricorso identico a quello di Pescara proprio sul presupposto che lo 0,38 per cento (quota statale poi
rinunciata non poteva essere incamerata dal Comune), mentre il TAR di Pescara non ha assolutamente rigettato il ricorso dell'Ater di Pescara (come sostiene ancora in maniera errata l'Assessore Filippello) ma ha solo rinviato la decisione al 20 dicembre.

Circostanza inequivocabile è poi quello che è avvenuto per lo stesso Ater di Pescara rispetto agli immobili posseduti su Montesilvano. Il Comune di Montesilvano non ha regolamentato l'IMU con proprio atto per cui si applicano le previsioni di legge e quindi per quelle case l'ATER ha versato il 3,8 per mille (detraendo la quota del 3,8 per mille rinunciata dallo Stato e non versandolo al Comune, proprio come sostenuto dal citato ordine del giorno del Governo).

Chiediamo quindi che si modifichi il Regolamento IMU del Comune di Pescara aggiungendo un emendamento che preveda la rinuncia allo 0,38 per mille in favore del Comune ed intanto presenteremo in Consiglio già nella variazione di bilancio di lunedi degli emendamenti per creare un fondo di sostegno per l'Ater,

Il PD che già ha ottenuto una forte riduzione dell'aliquota IMU portandola dallo 0,76 proposto dalla giunta Mascia allo 0,58, non si addosserà alcuna responsabilità politica nel caso in cui i fondi Ater diretti alla manutenzione (che sono già pochi)
vengano utilizzati per pagare l'IMU al Comune di Pescara.

Il Consigliere Comunale PD

Antonio Blasioli
Florio Corneli
Giuliano Diodati

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