rotate-mobile
Lunedì, 29 Aprile 2024
Politica

La giunta regionale approva il nuovo piano ospedaliero: ora la delibera passa al consiglio per il sì definitivo

Lo ha fatto sapere l'assessore regionale Nicoletta Verì spiegando che l'iter della proposta di legge prosegue e ora, dopo l'approvazione da parte della giunta, l'esame e il voto definitivo toccherà al consiglio regionale

Approvata dalla giunta regionale la proposta di legge dell'assessore alla salute Nicoletta Verì riguardante la nuova rete ospedaliera abruzzese. Dopo il sì della giunta, ora il provvedimento arriverà in consiglio regionale per il voto prima della commissione competente e poi in aula

Il provvedimento recepisce l’impianto e la classificazione dei presidi già indicati nella delibera del luglio 2021, integrando le prescrizioni avanzate dai ministeri e dai tavoli tecnici nell’interlocuzione che si è conclusa nelle scorse settimane con il parere positivo di tutti gli organismi coinvolti nel lungo e articolato percorso di predisposizione della rete stessa. L'assessore ha spiegato:

“La proposta di legge regionale va a cristalizzare il nuovo modello di assistenza sul quale ci siamo impegnati fin dal nostro insediamento: un sistema che vede un’effettiva integrazione tra i presidi ospedalieri hub e spoke con le strutture della rete territoriale, in un’ottica di presa in carico e gestione del paziente attraverso percorsi definiti e differenziati tra acuzie e cronicità”.

Ricordiamo che la classificazione dei presidi ospedalieri sarà la seguente: 4 ospedali (L’Aquila, Pescara, Chieti, Teramo) con funzioni hub per le reti tempo dipendenti (rete stroke, politrauma/trauma maggiore, rete emergenze cardiologiche estese); 4 ospedali di primo livello (Avezzano, Sulmona, Lanciano e Vasto); 6 ospedali di base (Ortona, Popoli, Penne, Atri, Giulianova e Sant’Omero); 2 presidi di area disagiata, sedi di pronto soccorso (Castel di Sangro e Atessa).

L'assessore ha aggiunto:

“Con la trasmissione della proposta di legge al consiglio si avvia a conclusione un processo che per anni ci ha visto portare avanti un confronto serrato, dai toni a volte anche aspri, con i ministeri affiancanti per far valere le ragioni di una Regione nella quale, per ovvi motivi legati alla orografia e alla distribuzione della popolazione, non potevano essere applicati pedissequamente gli stessi parametri del Dm70 previsti per il territorio del Comune di Milano. Una discussione che ha trovato un ascolto disponibile da parte dei tavoli romani e che ha aperto una riflessione su un sistema di classificazione che, se non adeguatamente integrato, rischia di penalizzare le regioni più piccole del Paese, con conseguenze sull’assistenza sanitaria ai cittadini”

In Evidenza

Potrebbe interessarti

La giunta regionale approva il nuovo piano ospedaliero: ora la delibera passa al consiglio per il sì definitivo

IlPescara è in caricamento