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Politica

Elezioni Comunali Pescara, l'intervista alla candidata sindaco Alessandrini del M5S

A sostenere la candidatura della Alessandrini è il Movimento 5 Stelle

L'attuale consigliere comunale pentastellata Erika Alessandrini è uno degli 8 candidati sindaco di Pescara in corsa per prendere il posto del primo cittadino uscente, Marco Alessandrini.
A sostenere la candidatura della Alessandrini è il Movimento 5 Stelle.

Queste le risposte ai nostri quesiti, gli stessi posti agli altri sette candidati sindaco.

Cosa intende fare per riportare la qualità delle acque della costa a un livello accettabile?

«È essenziale ribadire l'importanza della qualità delle acque per una città come Pescara che vive sulle sponde di un fiume e sulle rive di un mare. Le cause di inquinamento sono ormai note e provengono essenzialmente dalle acque fluviali, come confermano le indagini effettuate da vari enti con l'ausilio del Corpo Forestale dello Stato. I rilievi effettuati negli ultimi anni hanno riguardato dozzine di scarichi lungo il fiume Pescara riscontrando numerosi illeciti lungo tutta l’asta fluviale. Anche con la strumentazione in dotazione al Reparto volo della Guardia Costiera è possibile monitorare e rintracciare la presenza di scarichi inquinanti. Tra le azioni prioritarie che proponiamo rispetto alla tutela delle acque fluviali, possiamo individuare: la repressione e chiusura degli scarichi abusivi; la programmazione dell’intervento infrastrutturale di separazione delle acque bianche da quelle nere, al fine di iniziare il percorso necessario all’unica e definitiva risoluzione del problema dell’inquinamento delle acque. In particolare su questo tema la realizzazione di vasche di contenimento dei picchi di flussi in caso di piogge intense permetterebbe anche di sfruttare meglio il depuratore esistente, che non ha alcun bisogno di essere ampliato ma ha capienza ben oltre quella necessaria. Proprio per questo rimane difficile da capire perché i soldi del Masterplan di D’Alfonso-Sclocco siano andati a finanziare soltanto il potenziamento del depuratore e non la separazione delle acque bianche da quelle nere, che avrebbe finalmente risolto il problema alla radice: le acque piovane direttamente nel fiume e quelle “sporche” al depuratore. Ma tanto paga sempre Pantalone, giusto?».

Ha intenzione di affrontare il problema del cementificio e della riqualificazione della zona?

«Il cementificio poteva essere chiuso già dal 2007, ma l’allora giunta Pd-D’Alfonso concesse il parere favorevole al rinnovo dell’autorizzazione ambientale, patteggiando un contributo per realizzare il calice di Toyo Ito poi rovinosamente rotto in piazza Salotto. Abbiamo perso 10 anni sulla riqualificazione di quel contenitore e soprattutto è arrivato il momento di sapere cosa c’è realmente dentro e sotto quelle aree, discutendo con la proprietà il processo di bonifica e procedendo ad una sua valutazione per l’immissione al patrimonio pubblico, una volta ripulito il sito.Nel frattempo vanno attivate progettualità per poter mettere a servizio della città uno spazio strategico, a ridosso dell’asse attrezzato e del futuro parco fluviale. Quel sito si presta a diverse funzioni: dal parcheggio di scambio per permettere di fermare alle 8 del mattino le migliaia di macchine di dipendenti pubblici e privati che vanno ad esaurire tutti i parcheggi del centro cittadino utili invece per i fruitori dei servizi, a punto di accesso al parco fluviale con servizi pubblici e privati divenendo la cerniera tra un’area verde sul fiume di centinaia di ettari e il quartiere di Villa del Fuoco. Nel nostro programma abbiamo inserito anche la realizzazione di un ponte ciclo-pedonale per collegare la sponda sud del fiume all’altezza del cementificio con Villa Raspa, dando la possibilità a migliaia di persone che vorrebbero muoversi in bicicletta, a cui il centro di Pescara oggi è inibito a causa della pericolosità della ex SS 602, di fruire della pista ciclabile sul lungofiume (attualmente in condizioni pietose) e dei servizi che nel futuro saranno presenti nell’ex cementificio. Tutto ciò non potrà essere finanziato con le sole risorse del Comune di Pescara, tra l’altro attualmente in predissesto e senza la possibilità di contrarre mutui, ma necessita del contributo di fondi statali ed europei. Su questo il nostro Sportello Europa sarà essenziale per andare a scovare ogni possibile forma di finanziamento, facendoci trovare pronti con le progettualità necessarie».

La sicurezza è un tema molto caldo che riguarda non solo le periferie. Cosa intende fare per rendere la città più sicura?

«Pescara deve essere sicura per i cittadini, i commercianti, le donne e i bambini. La percezione di sicurezza individuale e collettiva è la priorità di un’amministrazione comunale, senza il diritto alla sicurezza non è possibile esercitare neanche tutti gli altri. La violenza sulle donne, il bullismo sui ragazzi e sui più deboli, le rapine e i furti nelle abitazioni devono essere combattute con la massima fermezza da parte di tutte le istituzioni. Ognuno dovrà fare compiutamente la propria parte, a partire dal Comune di Pescara che deve garantire a tutti di poter vivere in città negli spazi pubblici e nelle proprie abitazioni in qualsiasi ora del giorno e della notte. Sicuramente il potenziamento degli impianti di videosorveglianza servirà alla repressione degli atti malavitosi, ma la vita delle persone non è un film nel quale ci si può limitare ad assicurare alla giustizia i delinquenti. Il crimine va evitato prima ancora che represso e questo è possibile solo con una grande campagna di prevenzione da parte di tutte le istituzioni, come nel caso del bullismo o delle violenze perpetrate con l’uso degli smartphone, di cui scuola e forze di polizia si stanno occupando con dedizione e passione. Vediamo nello specifico. Spazi pubblici della città: potenziamento e messa in rete delle telecamere pubbliche e private sotto il controllo della polizia municipale, incremento delle forze di polizia nelle zone più a rischio. Nei quartieri: carabinieri di quartiere per il controllo del territorio, uso dell’esercito attraverso l’adesione al progetto nazionale “Strade Sicure” per il pattugliamento 24 ore su 24 dei punti più critici come il “Ferro di cavallo” e delle aree commerciali sottoposte a furti e spaccate notturne, apertura dei centri aggregativi e culturali per ragazzi, apertura di uffici decentrati del Comune per offrire servizi e informazioni. Donne: numero rosa e sportello antiviolenza con le associazioni di settore per offrire aiuto e assistenza “prima che sia troppo tardi”, anche favorendo il co-housing (condivisione di appartamenti per donne che vogliono uscire da situazioni di violenza domestica). Bambini: sportello antiviolenza con le associazioni di settore, percorso di assistenza scolastica con psicologi che permettano di individuare casi di bullismo latente, assistenza costante alle vittime del cyberbullismo e corsi di avvicinamento con forze di polizia e assistenti sociali. Il Movimento 5 Stelle è pronto alla sfida sulla sicurezza rispondendo con progetti e coordinamento istituzionale alla politica degli spot e alla legge del taglione di chi vuole ancora illudere i cittadini che la punizione è il migliore strumento di educazione della nostra società. Ah, per la cronaca, chi parla di “droni volanti” per tutta la città non sa che i droni non possono volare in aree urbane, ma hanno spazi di volo ristretti e circoscritti al fuori dei centri abitati. Occhio alle bufale quindi!».

Quali sono gli interventi necessari affinché Pescara diventi realmente una città turistica?

«Pescara ha una vocazione fisiologica a diventare un centro di interesse turistico internazionale. La nostra città dovrebbe diventare veramente la porta d'ingresso della Regione e un punto d'inizio di una offerta turistica ampia riferita alla Regione verde d'Europa». L'Amministrazione comunale si pone l'obiettivo di promuovere una strategia partecipata di sviluppo turistico sostenibile ed integrato, capace di dare risalto a Pescara in tutte le sue peculiarità e di proporla ai mercati esteri come un vero e proprio esempio di stile di vita. La città deve essere oggetto di una campagna di restyling per valorizzare l’immagine di una città cosmopolita, moderna e dinamica. Fondamentale affinchè ciò avvenga è la costituzione di un “Marchio Pescara” che comprenderà, in modo sinergico, l'offerta ricettiva/turistica, quella culturale e sportiva e l'intrattenimento e alla cui progettazione dovranno partecipare tutti i portatori di interesse: cittadini, operatori economici e culturali, operatori dell'intrattenimento e Pubblica Amministrazione. E’ fondamentale poi occuparsi dell’organizzazione di Grandi Eventi culturali, sportivi o di intrattenimento, diversificati e distribuiti lungo tutto l’arco dell’anno, favorendo, tra le altre cose, la destagionalizzazione dei flussi turistici, in collaborazione con le Associazioni e tutti gli operatori della ricezione turistica con cui condividere l’utilizzo delle risorse della tassa di soggiorno che ammonta ogni anno a circa 200.000 euro. Pensiamo anche ad un festival dell’architettura da tenersi ai primi di settembre per attrarre turismo di qualità in città e nelle colline circostanti per promuovere le nostre aziende vitivinicole. Infine non bisogna dimenticare che risultano strategiche il rilancio e il potenziamento delle nostre infrastrutture della mobilità: dall’Aeroporto d’Abruzzo, alla linea ferroviaria Adriatica, al Porto Commerciale e turistico, da interconnettere tra loro, offrendo una efficiente sistema di trasporto pubblico. Dobbiamo lavorare ad un sistema di informazioni turistiche accessibile e chiaro, creare una sinergia costante tra l’imprenditoria, i centri di formazione, le categorie commerciali ed artigianali, le associazioni culturali e sportive per valorizzare, insieme, le splendide risorse che abbiamo a disposizione nel nostro territorio. L’unione fa davvero la forza!».

Quali saranno le sue politiche in materia di mobilità sostenibile?

«Innanzitutto è necessario rimettere mano al Piano della mobilità sostenibile e al piano traffico approvati dal Pd senza un vero coinvolgimento della città (la loro “partecipazione” ha previsto un coinvolgimento di 12 cittadini) . Su questi temi la partecipazione è essenziale per la riuscita degli interventi previsti. Non è con i divieti che si governa un processo di cambiamento della mobilità. Nel nostro programma abbiamo previsto un piano metropolitano della mobilità e del trasporto pubblico con la realizzazione di una rete di trasporto pubblico fondata sulla complementarietà fra autolinee e servizi ferroviari. In particolare, per la rete ferroviaria locale, daremo vita ad una vera e propria metropolitana di superficie che sfrutterà le infrastrutture già esistenti: dovremo definire una razionalizzazione degli orari e delle frequenze di passaggio dei treni a breve percorrenza, concentrando l’offerta dove e quando serve. Implementeremo, inoltre, collegamenti veloci tra Pescara e Montesilvano/Silvi, Pescara e Francavilla/Ortona, Pescara e Chieti/Università. Tra i vari interventi che prevediamo di attuare c’è sicuramente la promozione di un sistema “modal split” e l’integrazione del trasporto pubblico per l’area metropolitana pescarese, puntando ad orientare la scelta dei cittadini su modalità di trasporto più efficienti sotto il profilo ambientale e incentivando l’uso del trasporto pubblico nel contesto urbano. Realizzeremo anche un piano della mobilità ciclistica “biciplan” e il piano della logistica urbana, per evitare che nelle ore di punta i furgoni che devono rifornire i negozi contribuiscano a intasare il traffico. Per quanto riguarda invece l’asse denominato “strada parco”, questo sarà mantenuto libero da veicoli, anche elettrici, e sarà destinato ad essere valorizzato come piazza lineare: vogliamo togliere l’asfalto per mettere il verde. Mentre la filovia, nel tratto pescarese, sarà spostata attraverso un confronto serrato con la città, favorendo una connessione con altri sistemi di trasporto e in stretto collegamento con i parcheggi di scambio interni alla città dedicati ai residenti delle zone collinari».

Favorevole o contrario al progetto di una Grande Pescara?

«Il Movimento 5 Stelle è stato il più tenace sostenitore della Grande Pescara nelle istituzioni. Siamo stati i primi a presentare la legge Mercante in consiglio regionale e a causa del PD abbiamo perso 5 anni. Ora il problema sarà il centrodestra con la Lega a Montesilvano contraria alla fusione e al grande esercizio di democrazia avuto nel 2014 dove la maggioranza dei cittadini di tutti i comuni ha chiesto di unire i comuni di Pescara, Spoltore e Montesilvano. Noi il volere dei cittadini lo rispettiamo, siamo qui per questo. Nei 5 anni di opposizione abbiamo già ottenuto dei risultati, facendo approvare dal consiglio comunale di Pescara la nostra proposta di redigere un Masterplan della Nuova Pescara. Uno strumento di pianificazione che integrerà le strategie dei tre comuni sui temi della sostenibilità, della tutela del verde e delle aree agricole, della rigenerazione della città, della mobilità e dell’offerta dei servizi. E’ per tutto questo che abbiamo chiamato il nostro programma di governo della città “la nostra Pescara, la nuova Pescara».

Mercato etnico. Resta o verrà smantellato?

«Su questo tema solo il Movimento 5 Stelle può assicurare alla città che il sottopasso, dove è stato erroneamente ubicato il mercatino etnico, possa essere riportato ad uso utile all’intera città e non a un ghetto. C’è un interesse pubblico superiore per il quale quel sottopassaggio può e deve essere ricondotto alla funzione che gli è propria. Riportare le macchine ad attraversare quel sottopassaggio consentirebbe di snellire il traffico intenso di una zona cruciale della città, che rende invivibile la zona di via Enzo Ferrari e dintorni, specie con l'apertura del nuovo ponte Flaiano, comportando gravi ripercussioni sull’inquinamento e sulla salute pubblica. Il mercatino etnico, come abbiamo sempre affermato, non doveva essere collocato in quegli spazi: un sottopassaggio, non è una collocazione dignitosa e sicura per nuovi insediamenti mercatali. L’integrazione si fa insieme, nei mercati rionali, non ghettizzando e isolando una comunità per mantenerla lontana dai nostri occhi. Su questo punto il centrodestra si mostra per quello che è: una coalizione litigiosa fin da prima delle elezioni, in cui una fronda garantista si scontra con quella più illusionist. Una teme la corte dei conti, l’altra soffre di ”annuncite” elettorale promettendo tutto quello che i cittadini vorrebbero sentirsi dire (sulle tasse, sul mare, sul fiume, sul mercatino appunto) senza mai entrare nel merito delle soluzioni e delle proposte, o peggio mentendo spudoratamente».

Quale futuro e destino per l’area di risulta? In caso di vittoria ha già qualche progetto da realizzare?

«Intendiamo intervenire con un masterplan generale e mettere a sistema non solo l’Area di risulta ma anche altre aree strategiche del territorio quali l’ex Cofa (il piano particolareggiato 2), l’ex Fonderie Camplone (il piano particolareggiato 7), le aree del lungofiume e molte altre. Queste aree della città devono essere riqualificate anche con la partecipazione della cittadinanza all’iter decisionale per capire al meglio quali siano le reali vocazioni di ciascuna zona. La narrazione dei passati 30 anni è stata quella di dover inserire tutte le funzioni necessarie alla nostra città - decise dai politici - sempre tutte insieme nei 13 ettari dell’area di risulta: parco urbano, parcheggi, hub del trasporto pubblico locale ed extra-urbano, struttura culturale, snodo della viabilità urbana. La politica ha il dovere di pensare alla città nella sua completezza e di trovare, insieme ai cittadini che devono essere coinvolti nel processo di stesura degli indirizzi funzionali, le risposte migliori da collocare nelle location migliori, uscendo dai limiti che 30 anni di destra e di sinistra ci hanno imposto. In questi mesi la nostra squadra ha lavorato sulla realizzazione di un piano dettagliato per le opere pubbliche, per un totale di 162.400.000 euro da utilizzare per mettere a nuovo tutti i quartieri di Pescara, di cui circa 78.700.000 derivanti da Fondi Statali ed Europei. Ci sono 12 milioni di euro provenienti da Fondi statali, in particolare, che possono essere utilizzati per cambiare il volto dell’Area di risulta. Riteniamo fondamentale coinvolgere i cittadini e i fruitori del centro nella decisione sull’impiego di questi fondi. Rimaniamo inamovibili sulla necessità di preservare il territorio e il paesaggio urbano, quindi qualsiasi sarà la scelta che emergerà dalla volontà dei pescaresi, le operazioni di riqualificazione saranno improntate alla costruzione ecosostenibile. Non aumenteremo la densità di costruzione e non procederemo con una cementificazione incontrollata nè dell’area di risulta, come sarebbe stato se fosse passato il progetto proposto dal Pd e dall’allora assessore Civitarese, ora schierato con chi quel progetto lo ha avversato, nè di tutte le altre zone sensibili del territorio cittadino».

Come intende affrontare il tema della gestione della movida e dei locali notturni, sul fronte della sicurezza, ordine pubblico e tutela dei residenti?

«La gestione di questo tema è molto sentita da parte della cittadinanza, soprattutto da coloro che sono residenti nelle zone della città interessate da questi fenomeni. È necessario che l’Amministrazione comunale da un lato adotti un sistema di regole ferree che riducano la possibilità di schiamazzi in queste zone, in orari non consoni, garantendo agli esercizi pubblici la possibilità di lavorare serenamente e ai residenti di avere ritmi di vita e di riposo adeguati. Saranno attivati dei tavoli permanenti per l’ordine e la sicurezza pubblica e con le altre forze di polizia, con i rappresentanti dei residenti e dei locali, per condividere azioni di prevenzione, controllo e repressione di reati o comunque comportamenti impropri. Crediamo che sia utile in questo contesto promuovere innanzitutto degli strumenti di informazione, comunicazione e sensibilizzazione sul tema della sicurezza urbana anche potenzieremo il servizio notturno di accompagno dei ragazzi con bus e taxi».

Pescara e il commercio, cosa fare per rivitalizzare questo comparto fondamentale dell’economia cittadina?

«Il commercio costituisce la principale e storica vocazione della nostra identità cittadina, essendo uno dei principali motori dell’occupazione e dell’imprenditoria. La prima azione sarà quella di ridurre la distanza che si è creata in anni di concorrenza “sleale” della grande distribuzione. Ciò è possibile con un piano parcheggi adeguato e con iniziative che riportino le persone a trascorrere il loro tempo libero nel centro di Pescara e non nei centri commerciali. E’ necessario fare sistema, mettendo in rete le attività commerciali con quelle artigianali, integrandosi con le scuole di formazione ed i luoghi della cultura. Dobbiamo offrire motivi ed occasioni ai cittadini ed ai turisti di venire e restare a in città, lavorando su offerte merceologiche artigianali e tipiche della nostra terra, puntando sulla qualità e l’unicità pescarese. Dobbiamo coniugare le attività storiche di ristorazione, artigianato, enogastronomia, cultura e storia con le nuove iniziative, introducendo elementi di innovazione commerciale, come ad esempio il commercio temporaneo (temporary shop) e le aree naturali di commercio diffuso, quest’ultime dislocate in più spazi urbani, al fine di dare nuova linfa alle periferie, da sempre escluse dal tessuto economico/commerciale locale. L’idea di fondo si articola su un duplice binario, il primo prevede una serie di interventi finalizzati a sostenere nell’immediato le imprese in difficoltà e le start-up giovanili; la seconda componente del progetto è rappresentata da un piano strategico, organico e partecipato (enti e associazioni di categoria) finalizzato al rilancio dell’identità competitiva della città. Gli adempimenti burocratici, sia di natura finanziaria che tecnica, rientrano tra quegli aspetti ostici con cui gli addetti del settore devono confrontarsi e per i quali verranno messe in campo delle operazioni di supporto ad hoc. Tra queste, sicuramente, il potenziamento del SUAP (Sportello Unico Attività Produttive) e della relativa piattaforma web di supporto, la realizzazione di una Carta dei servizi del Comune di Pescara, che contenga il monitoraggio dei tempi di risposta e delle prestazioni erogate, la riduzione degli oneri burocratici per le attività delle imprese giovanili con contenuti di innovazione, l’eliminazione della tassa sull’ombra delle tende per le attività commerciali, che non ha ragione di esistere se non fosse altro perché se pagano le tende dovrebbero pagare anche i balconi delle case che si affacciano sui marciapiedi cittadini, che fanno ombra anch’essi, e questo ha dell’assurdo».

Come vede Pescara tra 5 anni?

«L’azione della politica deve essere quella di pensare alle prossime generazioni e non alle prossime elezioni. Vorrei lasciare una città a misura di bambino perché laddove vi sono le condizioni migliori per far crescere i propri figli ci sono le opportunità di vita migliori anche per i loro genitori che hanno l’esigenza di lavorare e vivere in un ambiente ricco di opportunità, ci sono le condizioni per i nonni di avere le attenzioni e la cura di cui hanno bisogno e gli spazi per i meno fortunati per una città senza barriere architettoniche. Laddove vivono bene i nostri figli è stata sconfitta la droga, la violenza il bullismo, esistono spazi verdi, adeguati spazi ciclabili, il mare e l’aria finalmente puliti. Questa è la città che immagino e che vorrei lasciare ai nostri figli, dicendo loro sedetevi con il Sindaco per decidere insieme il vostro futuro».

Perché un elettore dovrebbe barrare proprio il suo nome sulla scheda elettorale?

«Perché Pescara ha bisogno di sincerità, di lealtà e di rispetto. E negli anni destra e sinistra hanno mentito, preso in giro e usato la politica più per loro stessi e per i loro amici che per occuparsi del bene pubblico. Basta con le prese in giro, coi riciclati, con chi non ha mai fatto corrispondere alle promesse elettorali delle azioni concrete una volta salito al governo della città. La mia squadra ed io abbiamo un unico obiettivo: lavorare per la nostra città e per i pescaresi, senza mezze misure, con coraggio, con la sincerità di chiamare le cose con il loro nome e, soprattutto, con le mani libere. Per lavorare alla città che vogliamo, a quella città che non ti aspetti, perché ci hanno fatto smettere di sognare e sperare nel cambiamento. Noi quel cambiamento lo attueremo davvero e siamo gli unici in grado di farlo».

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