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Regionali, sul futuro delle piccole e microimprese le "ricette" dei candidati presidenti sono diverse

Diversi i temi cui la Cna ha chiesto risposte al presidente uscente e di nuovo candidato per il centrodestra Marco Marsilio e il candidato del Patto per l'Abruzzo Luciano D'Amico: la Confederazione, nel corso dell'incontro, ha chiesto un nuovo patto per lo sviluppo

“Un nuovo patto per lo sviluppo che faccia leva sul mondo della microimpresa e dell'artigianato per rilanciare l'economia abruzzese, perché questo conviene all'Abruzzo. Avanti nel solco della continuità con le scelte dei cinque anni di governo alle spalle, per confermare la crescita della nostra regione e i buoni risultati raggiunti”.

Questo in sintesi, come si legge nella nota diffusa, la sintesi del confronto che la Cna ha avuto con i due candidati presiedenti alle elezioni del 10 marzo Marco Marsilio (presidente uscente alla guida del centrodestra) e Luciano D'Amico (Patto per l'Abruzzo alla guida della coalizione del centrosinistra).

Il primo incontro si è avuto proprio con l'ex rettore cui è stato chiesto di esprimersi su tre temi ritenuti fondamentali dalla Confederazione presieduta da Savino Saraceni e diretta sa Silvio Calice.

Da parte sua serve discontinuità per la crescita del sistema delle imprese con la concertazione come banco di prova fondamentale. “Se eletto – ha dichiarato D'Amico -, intendo regolare il sistema del confronto con le parti sociali in modo strutturale, perché serve a dare più forza agli strumenti di governo: il contributo del mondo dell'impresa e di chi la rappresenta diventa essenziale per calare con più efficacia nella realtà ciò che si intende progettare, facendo della Regione non la controparte ma un partner”.

Presidenza con Damico

Diverso il punto di vista di Marsilio. “In questi anni della mia presidenza – ha rimarcato il presidente uscente - sono stati decine e decine i tavoli organizzati per il confronto con le parti sociali: dunque è difficile davvero andare oltre questo positivo clima di confronto che abbiamo già instaurato e che proseguiremo" ha detto nel suo intervento”.

Sul fronte del sostegno ad artigianato e microimpresa, la Cna ha ricordato ai due ospiti la mancanza di politiche specifiche di sostegno dedicate al settore, tanto da contribuire a provocare una caduta impressionante del numero delle imprese attive, secondo peggior risultato nel Paese. Il tutto con una legge ferma nel cassetto da anni, datata il lontano 2009, mai applicata dai diversi governi di diverso colore che si sono succeduti, che certo non ha aiutato ad affrontare nodi essenziali come la trasmissione d'impresa, il ricambio generazionale, il sostegno alle start-up innovative.

L'impegno assunto da entrambi i candidati è stato quello di rivedere la norma che “evidentemente presenta diversi aspetti di inapplicabilità, mentre forse la crisi dell'artigianato andrebbe meglio indagata nelle sue ragioni”, ha sottolineato Marsilio, ma che invece, ha detto D'Amico, “va rimessa nell'agenda politica perché il settore della microimpresa, non solo quello dei grandi gruppi industriali, è davvero essenziale per il rilancio dell'Abruzzo”.

Dolente nota infine, e non poteva essere altrimenti per un mondo come quello della microimpresa, la contrazione del credito: è soprattutto verso questo mondo che il sistema bancario chiude con più frequenza i rubinetti dei prestiti, ha infatti ricordato la Confederazione. Ostacolo che, a detta della Cna, dovrebbe essere rimosso con un maggior sostegno ai confidi, strumento essenziale per offrire garanzia sui prestiti bancari ai piccoli imprenditori.

“Vanno studiati strumenti innovativi per aiutare le imprese, di sicuro una delle mie priorità sarà quella di accrescere la provvista finanziaria dedicata a questo tema”: questa la promessa di D'Amico. Per Marsilio invece “occorre valutare se al fine dell'efficacia dell'azione di governo, e nell'interesse delle imprese stesse, non sia meglio erogare rapidamente le risorse disponibili direttamente alle aziende, senza intermediazione alcuna. Nei cinque anni passati alcune misure, che vedevano proprio i confidi destinatari delle risorse, sono rimaste inapplicate e per questo ne abbiamo dovuto riprogrammare la destinazione”.

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