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Elezioni Regionali 2019

Elezioni Regionali Abruzzo, l'intervista al candidato presidente di Casapound Flajani

Abbiamo intervistato il candidato alla presidenza della Regione di Casapound Stefano Flajani che ha risposto ad alcune domande riguardanti il presente ed il futuro dell'Abruzzo

Che cosa lascia in eredità il governo D'Alfonso?

Purtroppo D'Alfonso lascia l’Abruzzo al pari di come il PD ha lasciato l'Italia: disastrato e,
soprattutto, diviso al suo interno.

Che cosa pensa della “Grande Pescara” e quali risvolti può portare all'intera regione?

L'idea di base è positiva perché permetterebbe una maggiore possibilità di sviluppo per Pescara, come per Spoltore e Montesilvano. Logicamente il nuovo Comune dovrà tenere uffici decentrati per non danneggiare i cittadini, così come permettere alle vecchie municipalità di poter avere voce in capitolo nell'amministrazione della “Grande Pescara”.

Le opportunità dovranno essere rivolte a tutti e non risultare nel fagocitamento di Spoltore e Montesilvano da parte di Pescara. Logicamente ci saranno dei costi da sopportare che ritengo, ad oggi, di difficile quantificazione, a fronte di benefici anche in relazione ai servizi pubblici che un agglomerato metropolitano con quasi 200 mila abitanti potrà ottenere. Anche con il referendum del 2014 si è ottenuto un esito fondamentalmente favorevole da parte dei cittadini, sebbene a Spoltore e Montesilvano la popolazione fosse piuttosto divisa.

Le tre priorità da affrontare nei primi 60 giorni di governo?

Casa, lavoro e salute, ma sono tre grandi argomenti che non possono essere affrontati e/o risolti affrontando una problematica alla volta: io posso anche investire milioni di euro per una eccellente area industriale, ma se questa non è servita da una rete viaria adeguata, sarà solo una grande cattedrale nel deserto, magari bellissima, ma sempre inutile.

Quali provvedimenti intende mettere in campo per rilanciare l'occupazione?

Inutile nascondersi dietro un dito, servono finanziamenti ed agevolazioni per le imprese che vogliono lavorare in Abruzzo, lotta alla delocalizzazione ed aiuto ai commercianti che non si piegano di fronte allo strapotere delle multinazionali e dei centri commerciali. Il turismo deve essere inteso come unico ed in sinergia tra quello marino e quello montano, con interventi risolutivi
come scogliere e piccoli moli per la marineria locale ed incentivi per quello montano, rendendo le località turistiche accessibili anche ai disabili e rendendo fruibile la montagna anche d'estate.
Devono essere valorizzate le produzioni tipiche regionali, in campo agroalimentare ma non solo. Abruzzo e sanità, quali sono le sue proposte per far fronte alla crisi e alle carenze di uno dei comparti più discussi della regione, soprattutto negli ultimi anni?
Bisogna tagliare i ticket e le liste di attesa, queste con l'idea di assumere i giovani medici specializzati ancora senza lavoro, inserendoli nelle strutture sanitarie. Occorre tutelare i presidi sanitari (Sulmona, Giulianova ecc.), evitando che vengano chiusi o declassati. Bisogna valorizzare le eccellenze sanitarie presenti. Per far fronte a tutto ciò si rende necessaria anche una revisione della spesa, con l’implementazione della centrale unica di acquisti per tutte le ASL, così da poter intervenire immediatamente anche per sopperire alle carenze di materiali e strumenti laddove se ne presentasse la necessità.

Viabilità e dissesto idrogeologico delle zone interne, come intende intervenire una volta eletto?

Innanzitutto bisogna far pressione sul Governo per la nazionalizzazione almeno di A24 e A25, considerate per legge nazionale opere strategiche, affinché vengano rese gratuite ed a gestione ANAS. Va difeso il trasporto pubblico, che sta diventando sempre più privatizzato. La rete viaria interna soffre anche per la cedevolezza del fondo stradale il quale deve essere fatto oggetto di interventi strutturali di consolidazione. Bisogna rilanciare anche il lavoro agricolo delle aree interne – torniamo al discorso che le problematiche non possono essere affrontate a compartimenti stagni – per ridurre il dissesto dovuto dall'abbandono della agricoltura. Occorrono in ogni caso interventi seri, non tampone, in merito all'erosione fluviale e torrenziale.

Che cosa farà in concreto per scongiurare il rischio sismico?

L'Italia, in particolare l'Abruzzo, è fortemente sismico, e i problemi vengono da lontano con frazioni e paesi costruiti con tecniche spesso inadeguate. Però abbiamo esempi internazionali, come il Giappone, dove si riesce a conciliare l'antico con il nuovo. Dovremmo prenderne esempio ed adattare detta sinergia in Abruzzo con un forte intervento statale, in particolare per gli edifici
pubblici.

Qual è la ricetta per rendere l'Abruzzo più forte e consentirgli di farsi sentire a Roma?

L'Abruzzo può e deve farsi sentire. A solo esempio, nel mese di marzo 2018 CasaPound era sotto al Ministero a Roma per protestare e richiedere la nazionalizzazione delle arterie “strategiche” di A24 e A25. Fummo anche contestati da alcuni Sindaci abruzzesi presenti, i quali, però, erano poi insieme a noi il 31 dicembre a protestare davanti al casello autostradale di L'Aquila Ovest. Bisogna farsi sentire e richiedere azioni risolutive e fattive, magari apportando di proprio i progetti da finanziare o co-finanziare con il Governo. La concretezza è la migliore arma.

Che cosa si aspetta dagli abruzzesi il 10 febbraio?

Mi aspetto che dimostrino di volere un reale cambiamento, che dimostrino alle altre compagini politiche che non sono disposti a dare il proprio voto a chi si ripresenta dopo le gravi responsabilità del disastro compiuto, che non sono disposti ad avallare i tanti “salti della quaglia” operati dai candidati nelle varie formazioni, che comprendano che il voto dato a CasaPound è un monito ed un esempio anche per il governo nazionale, che votino per riprendersi l'Abruzzo, che votino per CasaPound Italia.

E in caso di sua elezione, che cosa devono aspettarsi gli abruzzesi da lei?

Che il servizio e la dedizione che insieme a CasaPound dimostriamo ogni giorno per la nostra terra, il nostro Abruzzo, per tutti i cittadini, verrà portato all'interno dell'emiciclo regionale, con proposte, controllo, progetti continui, fattivi, realizzabili a favore della nostra Regione. Nella eventualità di essere la prima forza politica e quindi governare la nostra terra, poi, gli elettori possono aspettarsi un lavoro costante e continuo affinché l'Abruzzo possa tornare finalmente ad essere un piccolo “paradiso in terra”.

Perché gli Abruzzesi dovrebbero votarla?

Gli Abruzzesi che ci conoscono ci votano. Ci votano perché sanno quanto facciamo sempre, anche fuori o lontano dalle campagne elettorali, come dimostra ad esempio il sale donato e sparso sulle strade due anni fa dopo la tremenda nevicata ed il terremoto di Montereale. Ma si pensi anche agli sportelli di assistenza completamente gratuiti aperti presso le nostre nove sedi regionali, alle raccolte alimentari, alle conferenze, ai convegni, alle difese di quanti sono in difficoltà e sono abbandonati dalle istituzioni. Noi ci siamo sempre e comunque, anche durante gli anni di malgoverno degli eletti che si scollano dalla realtà del singolo cittadino. Peraltro saremo presenti anche sulla scheda elettorale della provincia di Pescara con il mio nome e cognome, nonostante l’esclusione della lista. Purtroppo lottiamo contro un sistema mediatico che insiste nel volerci negare anche il più piccolo spazio, anche a fronte della legge sulla par condicio oggi continuamente violata.

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