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Commissione Vigilanza, ancora scontro fra Legnini e M5S sulla presidenza

Dopo la nomina di Smargiassi del M5S alla presidenza della commissione vigilanza del consiglio regionale, proseguono le polemiche fra centrosinistra e pentastellati

Ancora polemiche in merito alla nomina di Pietro Smargiassi del M5S alla presidenza della commissione vigilanza del consiglio regionale. Legnini, che era fra i favoriti alla nomina, attacca infatti i pentastellati per aver raggiunto un accordo con la Lega per ottenere la nomina, diventando di fatto una forza di governo e non d'opposizione.

Secondo Legnini, si tratta della riproposizione delle peggiori abitudini della vecchia politica, fatta di accordi sottobando per la spartizione di poltrone ed incarichi.

A queste accuse, replica la capogruppo pentastellata Marcozzi, che smentisce qualsiasi accordo tacito con la Lega ribadendo che il M5S è il primo partito d'opposizione con il 20,5% dei consensi:

Qualcuno finge di non ricordare che, grazie all’ingerenza del PD, nella passata legislatura, alla presidenza della Vigilanza venne eletto Mauro Febbo e il M5S fu escluso da ogni incarico all’interno dell’ufficio di Presidenza. Chi oggi si erge a difensore della democrazia finge di non ricordare che il governo composto da chi oggi siede accanto a Legnini ha, nell’ordine: modificato il regolamento per ridurre le facoltà di sindacato ispettivo, cancellato la discussione in aula delle risoluzioni, istituito la c.d. “ghigliottina” sugli emendamenti delle opposizioni, modificato (pochi mesi prima del voto) la legge elettorale regionale con un provvedimento pensato ad hoc per consentire la candidatura dell’allora vice presidente del CSM Giovanni Legnini, e non costringerlo ad imbarazzanti e poco istituzionali dimissioni

Secondo la Marcozzi, il centrosinistra interpreta le leggi in base alla propria convenienza, attaccando Legnini per non aver ancora rinunciato alla scorta ed all'autista come vicepresidente del Csm:

Oltre all’indennità di €5.400, percepisce €4.500/mese come rimborso spese per i viaggi. Non sarebbe il caso di tagliare una delle due spese che gravano sui cittadini?

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