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Frattarelli (Sclocco sindaco): "In tanti alla protesta contro la chiusura del mercato sulla strada parco, fate marcia indietro”

"Volti tristi e delusi" afferma e se la soddisfazione per la partecipazione c'è, resta la contrarietà alla decisione presa di cui responsabile, torna a dire, è il Comune. E intanto dal vicepresidente del Comitato strada parco bene comune all'assessore Cremonese su possibili "alternative": l'unica valida per Biondi è lasciarlo dove è sempre stato

Un ultimo giorno difficile da mandare giù per il consigliere comunale Mirko Frattarelli (Sclocco sindaco) che più volte negli anni è intervenuto in difesa del mercato della strada parco, ma anche una risposta importante quella arrivata da operatori e cittadini che hanno manifestato per dire “no” alla soppressione in quello che è stato l'ultimo giorno del mercato (mercoledì 10 gennaio): dal 15 parte l'elettrificazione della filovia e dunque per i rischi restare era impossibile con i nuovi tre mercati (parcheggio di via Raffaello-via Spiga, parcheggio del Bingo e via Diaz) che se tutto andrà come da previsioni partiranno a fine gennaio, massimo i primi di febbraio.

A rimarcare la contrarietà alla chiusura del mercato è lui stesso insieme alla “compagna di banco” a Palazzo di Città Marinella Sclocco. Presente alla protesta con tanti colleghi d'opposizione del Pd e del M5s, Frattarelli ribadisce come quello della strada parco sia “un luogo prezioso non solo per il quartiere ma per la città tutta”, chiedendo ancora una volta che si trovi una soluzione per far sì che il mercato torni nella sua ormai ex collocazione. A intervenire ancora una volta è anche il vicepresidente del Comitato strada parco bene comune Maurizio Biondi che replica anche all'assessore comunale al Commercio Alfredo Cremonese che ha chiesto proposte alternative: la sua è sempre la stessa, lasciare il mercato dov'è.

“Il mercoledì mattina su via Castellamare Adriatico (strada parco), si riversano migliaia di persone per acquisti sostenibili e a chilometro zero, ma anche per socializzare con amici e conoscenti. Un appuntamento magico, in controtendenza con la solitudine dell'epoca che viviamo. Uccidere il mercato della strada parco – dichiara Frattarelli con la collega Sclocco - vuol dire uccidere socialità ed economia. Il trasferimento degli ambulanti, contro la loro volontà, è una forzatura incredibile che non ha ragione di esistere al momento, dato che l'iter dei lunghi collaudi per il passaggio dei mezzi sarà ancora lunghissimo”.

“Il sindaco Masci e l' assessore  Cremonese sono responsabili di quanto sta accadendo e non hanno mai risposto alle mozioni e alle interrogazioni presentate in consiglio comunale che invitavano già da molti mesi a fare chiarezza sul futuro degli ambulanti e a trovare una soluzione comune e non traumatica, come purtroppo ora sta avvenendo”, denuncia ancora la lista Sclocco sindaco rispedendo dunque all'assessore in merito alle dichiarazioni fatte per cui il Comune non avrebbe fatto altro che adempiere a un obbligo: quello di rendere alla Tua la strada destinata da oltre vent'anni alla filovia.  

“Non è accaduto nulla in questi anni di battaglie e oggi il malcontento è cresciuto notevolmente. Questa mattina al mercato e lungo gli stalli dei commercianti si respirava aria tesa. Volti delusi e cittadini arrabbiati – aggiunge -. Un colpo mortale a un intero quartiere. Invitiamo di nuovo l'amministrazione a fare marcia indietro e a lasciare il mercato nel suo luogo di origine, almeno fino a quando non vi sarà l'ultimo step definitivo e propedeutico al passaggio della filovia”, conclude Frattarelli.

Dal Comitato strada parco bene comune la risposta all'assessore Cremonese: "La nostra proposta è semplice, il mercato resti dov'è"

“L'assessore Alfredo Cremonese cerca contributi per l'individuazione di soluzioni alternative al mercato della strada parco. Il comitato ha pronta una proposta concreta subito praticabile: il mercato del mercoledì resti sulla strada parco, sede storica ideale”, afferma Biondi. 

“L'elettrificazione del tracciato può e deve attendere l'attivazione dei presidi di sicurezza prescritti dal ministero dei Trasporti e ribaditi nella sentenza del consiglio di Stato, cui seguirebbe il collaudo delle opere da parte di Ansfisa e, per chiudere, l'esito dei ricorsi pendenti al Tribunale amministrativo regionale di Pescara. I tempi lunghi richiesti dal procedimento amministrativo incompiuto, sconsigliano soluzioni pasticciate oltremodo dannose e impraticabili”, torna a dire.

“L’espressiva manifestazione costituisce un successo della società civile dal punto di vista mediatico e, soprattutto, politico – dice quindi anche lui riferendosi alla protesta di mercoledì 10 gennaio -. Il sindaco Masci, in difficoltà, evita di metterci la faccia, mentre l'assessore Cremonese, vittima sacrificale insieme al prode Santilli, tradisce per proprio conto un evidente imbarazzo. Una giornata e una vicenda improvvide per la città di Pescara, che potevano passare indenni nell'indifferenza generale, trasformate abilmente in un'occasione di proficuo e felice impegno sociale e civile”, conclude. 

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