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Sabato, 27 Aprile 2024
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Tre edifici Ater da abbattere e 4 da realizzare a Pescara, il centrosinistra: "Città non coinvolta nella pianificazione" [FOTO]

Questo il programma di interventi previsto dall'Ater, l'azienda di edilizia residenziale, a Pescara con l'ultima delibera del consiglio di amministrazione dello scorso 14 ottobre

Tre edifici da abbattere, 4 palazzi da realizzare e 80 alloggi popolari da recuperare per una spesa totale di 11 milioni e 520 mila euro.
Questo il programma di interventi previsto dall'Ater, l'azienda di edilizia residenziale, a Pescara con l'ultima delibera del consiglio di amministrazione dello scorso 14 ottobre.

Questi i lavori programmati ai quali si è arrivati dopo gli incontri tra Regione, Ater e Comune:

  • 1.350.000 euro per la demolizione di tutti e tre i palazzi di via Lago di Borgiano;
  • 1.850.000 euro per il recupero di 80 immobili Ater nel Comune di Pescara;
  • 2.200.000 euro per realizzazione di una palazzina con 15 appartamenti in via San Francesco, e relativa demolizione dell’attuale edificazione;
  • 1.530.000 euro per la realizzazione di un fabbricato di 8 appartamenti tra via Tavo e via Trigno, nel quartiere di Villa del Fuoco;
  • 1.143.000 euro per la realizzazione di un fabbricato di 6 appartamenti in un’area verde del rione Gescal; 
  • 1.143.000 euro per la realizzazione di un secondo fabbricato di 6 appartamenti in un’area verde del rione Gescal; 
  • 2.304.000 euro per la realizzazione di urbanizzazioni che deve decidere il Comune di Pescara. La delibera Cipe e il decreto Interministeriale consentono che al massimo il 20% del finanziamento totale sia destinato a questo.

Il Pd regionale e il centrosinistra criticano il fatto che questo programma di interventi rilevanti sul patrimonio di edilizia residenziale pubblica di Pescara sia stato deciso senza coinvolgere la città. 

«Ancora una volta», si legge in una nota del capogruppo e del consigliere regionale del Pd Silvio Paolucci e Antonio Blasioli, i consiglieri del Pd, Sclocco Sindaco e Città Aperta Piero Giampietro, Stefania Catalano, Marinella Sclocco e Mirko Frattarelli, «si dà seguito a scelte prese nelle segrete stanze tra pochissimi eletti (forse neanche tutti) del consiglio regionale e il sindaco Masci, senza che la città ne sappia nulla e senza che di queste scelte che hanno riguardano l’urbanistica e il sociale ma anche il diritto alla casa, siano fatti partecipi i consiglieri comunali».

Questo quanto propongono gli esponenti di centrosinistra: «Un “percorso di riorganizzazione urbanistica” fatto tra pochi intimi e senza il coinvolgimento della città. Eppure si parla di scelte delicate e incisive, che riguardano centinaia di persone in condizione di necessità, a partire dall’abbattimento delle palazzine di via Lago di Borgiano ai civici 14, 18, 22 e che incidono anche su aspetti sociali, scolastici e di qualità della vita. Siamo d’accordo con la demolizione e la non ricostruzione di palazzi in via Lago di Borgiano che già oggi sconta un notevole carico antropico. Rileviamo il ritardo con cui si sta procedendo alla demolizione per evitare possibili crolli. I fondi sono certi e parliamo di immobili sfollati nel 2017 per pericolo crollo, cosa si aspetta per procedere alla demolizione? Ricordiamo che le tre palazzine sono congiunte ad altre palazzine di più ridotte dimensioni. Vogliamo decidere in questo vuoto urbano di destinare parte o per intero le risorse di 2.304.000 euro previste per gli oneri di urbanizzazione secondaria, perché riteniamo che via Lago di Borgiano sia una zona particolarmente carica di insediamenti abitativi e abbiamo bisogno di strutture che facciano vivere quel quartiere. Pensiamo ad una casa delle associazioni, o ad un plesso scolastico per l'infanzia e l'adolescenza aperto anche il pomeriggio e la sera: nei quartieri periferici il primo obiettivo deve essere proprio la riapertura delle scuole come centri formativi, educativi, culturali e di aggregazione. Siamo concordi con la ristrutturazione e messa a norma degli 80 appartamenti Ater sfitti.  Potrebbero essere messi a disposizione nel giro di pochissimi mesi, ma chiediamo che siano messi a disposizione con priorità alle famiglie che vivono in assegnazioni legittime negli appartamenti del cosiddetto Ferro di cavallo di via Tavo. Le assegnazioni legittime dovrebbero essere circa 70. Non è più pensabile la coesistenza forzata di quelle famiglie con famiglie illegittime. Vivono nella violenza e nella intimidazione quotidiana. Considerato che Ater ha già comunicato che provvederà all’abbattimento di 170 appartamenti del ferro di cavallo e alla ricostruzione di circa 70/80 appartamenti (quelli degli assegnatari legittimi), è il caso di anticipare il loro spostamento volontario da questa situazione di difficile convivenza».

Questo l'appello che lanciano i consiglieri di opposizione: «Il Decreto Interministeriale 127/2017 che attribuisce i fondi alla Regione Abruzzo finalizza gli interventi al rispetto del principio “consumo di suolo zero” specificando come il ricorso a nuove costruzioni sia da intendersi come residuale – continuano i consiglieri - Ci chiediamo perché allora  costruire nuovi alloggi se il Decreto permette di pensare, infatti, a un programma di acquisti di immobili invenduti, dotati delle moderne tecnologie abitative e di tutti i migliori standard edilizi, che oltre a essere meno costoso e anche di più rapida applicazione, avrebbe favorito la sperimentazione di un mix abitativo, adattabile anche alle diverse esigenze e situazioni di chi si trova in condizioni di disagio economico e abitativo e per cui l’attesa non è un fattore secondario.  Se una quota di costruito deve esserci, vogliamo discuterne assieme, in Consiglio comunale e con la città. Se un nuovo insediamento deve essere realizzato, chiediamo che non sia ancora nei rioni popolari o in quelli con un carico antropico notevole o che presentano problemi ad ogni pioggia, con fenomeni sempre più estremi di allagamenti». 

Queste le domande che pongono i consiglieri comunali di centrosinistra:

  • Che senso ha non ricostruire a via Lago di Borgiano e ricostruire nel terreno tra via Tavo e via Trigno che ha già un forte insediamento popolare e che sta vedendo nascere gli 84 appartamenti del cd. Contratto di quartiere? 
  • Che senso ha prendere gli ultimi due spazi verdi del rione Gescal, anche questo già carico di insediamenti popolari, per realizzare due palazzine che si sommerebbero al progetto del nuovo e contestato centro commerciale, in una zona che soffre enormemente di allagamenti?
  • Che senso ha abbattere l’asilo dismesso di via San Francesco per realizzare un’altra palazzina di 15 appartamenti popolari che si aggiunge alle altre esistenti in quella stessa zona a poca distanza, fra l'altro, dai nuovi insediamenti di housing sociale in via dei Peligni e via Pepe, senza dimenticare, anche qui, le problematiche legate alle piogge e al fosso Bardet che non trarrebbero giovamento positivo da nuove costruzioni e nuovi insediamenti abitativi? 

Centrosinistra demolizioni ricostruzione edifici Ater Pescara

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