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Fabbiani: "E' sempre più difficile affrontare la Giornata contro la violenza sulle donne"

Verso il 25 novembre, parla la Responsabile Regionale Pari Opportunità di Sinistra italiana: "Dobbiamo affrontare un'enorme questione culturale, lo diciamo ogni anno, ma questo non avviene"

"Inizia ad essere sempre più difficile affrontare la “Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne”, nonostante il crescendo a livello internazionale di una reazione alle violenze subite dalle donne dello spettacolo, grazie all'intervento di Asia Argento, la quale ha scatenato una reazione a catena da più parti, dimostrandoci così che nemmeno il mondo abbagliante dello spettacolo è esente da abusi o violenze sulle donne. Scopriamo che le violenze avvengono nei partiti, come nel Fronte nazionale in Francia, nello sport e che in Italia i numeri sono ancora spaventosi: parliamo di una vittima ogni tre giorni, quasi undici stupri al giorno, quattromila ogni anno. Secondo l’Istat, un milione e 157mila donne avrebbero subito una violenza sessuale nel corso della vita, tra stupri e tentati stupri. Ma sono dati sempre parziali, poiché sono solo una piccola parte le denunce che arrivano dalle violenze subite tra le mura di casa".

Così in una nota Alice Fabbiani, Responsabile Regionale Pari Opportunità di Sinistra italiana, secondo cui "dobbiamo affrontare un'enorme questione culturale, lo diciamo ogni anno, ma questo non avviene".

"Le politiche di questi anni - aggiunge Fabbiani - hanno visto la mercificazione del corpo delle donne ma anche una degradazione del ruolo delle donne nel mondo del lavoro, le quali lavorano sempre di più per paghe sempre più basse non rendendole così indipendenti economicamente e quindi più libere. Sono i risultati delle politiche sul lavoro degli ultimi anni, che mortificano ulteriormente il lavoro svolto dalle donne. È il prezzo della crisi non solo economica ma culturale, spremendo il più possibile chi ha meno strumenti per difendersi. Abbiamo assistito al dibattito surreale sulle armi in casa per legittima difesa, ma i numeri ci dicono che i possessori di armi anziché usarle per difesa personale, semmai ne avessero bisogno, preferiscono usarle senza remora alcuna per far fuori la fidanzata, la moglie o l'amante. Negli ultimi dieci anni le donne uccise in Italia sono state 1.740, di cui 1.251 (il 71,9%) in famiglia. Il tutto mentre assistiamo ad un taglio continuo alle politiche sociali, costantemente umiliate".

L'impegno di Sinistra Italiana sarà dunque quello di "aumentare i fondi per i centri antiviolenza, di affrontare partendo dalle scuole, la lotta contro ogni sopraffazione di genere, della parità salariale tra uomo e donna, di garantire un futuro migliore ai figli che hanno perso la propria madre, di far in modo che ci sia maggiore possibilità per le donne di occupare ruoli dirigenziali partendo da quelli pubblici".

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