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Denunciati gli attivisti che volevano salvare gli alberi: "Stanno cercando di intimidirci"

6 ambientalisti del coordinamento "SalviAmo gli alberi" sono stati denunciati dall'amministrazione comunale per "interruzione di pubblico servizio" durante il taglio dei pini e dei pioppi avvenuto la scorsa estate. Rischiano da 1 a 5 anni di reclusione

6 attivisti del coordinamento “SalviAmo gli alberi” sono stati denunciati dall’amministrazione comunale per "interruzione di pubblico servizio" durante il taglio dei pini e dei pioppi avvenuto la scorsa estate. Rischiano da 1 a 5 anni di reclusione. I fatti contestati si riferiscono all’agosto 2016: in quell'occasione, per le operazioni di sfoltimento e potatura del Comune di Pescara, tanti cittadini si mobilitarono vedendo tagliare alberi secolari con la giustificazione della “somma urgenza”. Uno degli indagati è Massimo Melizzi, Presidente dell'associazione Pescara Punto Zero, che oggi commenta così: "Se ci fosse una norma che impedisse lo scempio del patrimonio pubblico, forse saremmo orgogliosamente colpevoli di “interruzione di pubblica devastazione”. Il nostro atteggiamento e comportamento è stato sempre ispirato al più alto valore civico: ci riteniamo, infatti, cittadini consapevoli, non sudditi deferenti. Questo è un vero e proprio atto intimidatorio nei nostri confronti".

Gli altri attivisti denunciati sono Caterina Artese, Simona Pieramico, Junio Araneo, Raffaello Caiano di Spaziopiù e Loredana di Paola del Forum h2o. Quest'ultima ha spiegato: "La 'somma urgenza', invocata per giustificare la vasta operazione dei tagli, in realtà si è dimostrata non esserci visto che il procedimento era di ben tre anni prima. Non c'era neanche la data di consegna nell'affidamento dei lavori". 

Oggi, con la relazione del consulente esterno Dott. Sani, si conferma la stabilità di molti degli alberi esaminati: "A Pescara - ha detto ancora Melizzi - c'è stata una cattiva gestione del verde che negli anni, con potature devastanti e mancate cure, ha indebolito il patrimonio arboreo. La nostra città è ben al sotto degli standard riguardo il verde pubblico: 2 metri quadri per abitante contro i 9 metri quadri per abitante necessari per raggiungere lo standard minimo europeo. Invece siamo ai primi posti in Italia quanto a consumo di suolo: ben il 50,8% del territorio comunale. Insomma, Pescara si sta trasformando in una colata di cemento a cielo aperto. Eppure, questa battaglia è stata condotta non per salvare l’aiuola sotto casa, quanto per tutelare un bene comune di valore inestimabile visto che ci difende anche dall'inquinamento che porta morti".

Augusto De Sanctis, del Forum Abruzzo Movimenti per l’acqua, ha concluso: "Tutto e' iniziato nell'aprile dello scorso anno; le nostre ragioni sono oggi confermate dalla stessa amministrazione comunale che, grazie alla nostra battaglia di protesta, ha dovuto rinunciare al taglio di tante piante. Come pure si è palesato che non vi era la "somma urgenza". In alcuni casi si volevano abbattere alberi che in realtà stavano benissimo. Ad esempio il pino che si trova in piazza San Francesco doveva essere tagliato, ma lo stesso dott. Sani ha certificato che non c'era affatto bisogno di abbatterlo. Noi avevamo da subito proposto una perizia approfondita e strumentale perchè non si fa l'operazione al cervello senza prima fare la tac". 

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